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Piero Messina per http://espresso.repubblica.it/
C'è un documento riservato del Servizio osservatorio analisi e risposte del Ministero della Salute italiano che potrebbe far luce sull'operazione di smaltimento delle armi chimiche siriane, progetto nato sulla base di una accordo tra Russia e Stati Uniti, per eliminare l'arsenale di Assad dopo l'attacco missilistico con sarin del 21 agosto dell'anno scorso nei pressi di Damasco.
Il documento, classificato con il codice "20120228 D, Siria - distruzioni armi chimiche", è siglato anche dalla direzione generale prevenzione del Ministero, dall'International health regulation e dal reparto sanità pubblica della Croce rossa italiana. Il report è "ad uso esclusivo dell'ufficio". La nota conferma alcuni dati già di dominio pubblico, come ad esempio la scelta del porto italiano dove effettuare il trasbordo della sostanze chimiche. Ed è quello di Gioia Tauro, in Calabria.
Ma non tutte le sostanze chimiche, contenute allo stato liquido in fusti e contenitori, verranno inviate al sud Italia. Una quantità degli agenti chimici dell'esercito siriano saranno inviati in Gran Bretagna, nell'impianto di Ellemesme Port. La nota fornisce informazioni precise anche sull'attuale posizione (almeno sino al 28 febbraio) della motonave Cape Ray, il laboratorio galleggiante predisposto da un'ala di ricerca specializzata delle forze armate statunitensi, su cui verranno attivati, grazie a due reattori al titanio, i processi di idrolisi per neutralizzare gli agenti chimici.
La Cape Ray, secondo il rapporto del ministero della Salute, sarebbe ancora attraccata nelle banchine del porto spagnolo di Rota. E da lì non dovrebbe muoversi sino a quando tutti gli agenti chimici non saranno stati trasferiti via da Lakatia, il porto siriano controllato dai fedelissimi di Assad. Lo stand by della Cape Ray si spiega con ragioni di sicurezza. Il report del ministro spiega anche come funzionerà il trasferimento dei cinque composti chimici da neutralizzare: "A Lakatia, i cinque cosiddetti prodotti chimici prioritari vengono caricati su una nave cargo danese, che attende in acque internazionali per ogni spedizione aggiuntiva, prima di riuscire a salpare per il porto per container italiano di Gioia Tauro".
LE NAVI DANESI VERRANNO SCORTATE
La prima spedizione di sostanze chimiche è partita già lo scorso 7 gennaio dal porto di Lakatia, con a bordo 560 tonnellate di materiale tossico, in gran parte senape di zolfo. Da Gioia Tauro i contenitori del materiale chimico saranno trasferiti sulla Cape Ray che si sposterà in acque internazionali, sempre nel mar Mediterraneo, per avviare i processi di bonifica.
E' la prima volta che si tenta un'operazione simile in mare aperto. "L'esercito americano - spiega la nota - ha utilizzato il sistema (i reattori per la pirolisi, ndr) per un decennio sul terreno per disattivare le proprie armi chimiche, ma è la prima volta che il processo verrà effettuato in mare". Iprite e senape di zolfo sono i più pericolosi dei composti da eliminare per l'equipaggio della Cape Ray. I due reattori al titanio, secondo il report, sono in grado di elaborare da cinque a venticinque tonnellate al giorno di materiale, a seconda della sostanza tossica da smaltire.L'intera procedura è stimata in tre mesi di lavoro, con alla fine 5,7 milioni di litri di rifiuti.
DOVE VERRANNO SCARICATI QUEI MATERIALI.
La scelta sembra essere quella di "affondarli" in mare aperto, in luoghi che verranno ritenuti non pericolosi per la pesca o per il transito navale. Sempre nel Mediterraneo. Dal processo di lavorazione che sarà effettuato a bordo della Cape ray resteranno residui ancora "pericolosi", ma con un livello di tossicità che potrà essere smaltito da una normale lavorazione industriale. Il piano di smaltimento di questa seconda tranche di rifiuti sarebbe già stato messo a punto.
Una prima quota, i rifiuti di zolfo, verrà smaltita da una struttura federale della Germania a Munster, nella bassa Sassonia, l'altra verrà trasportata nell'impianto di Port Arthur in Texas, sito già utilizzato dalle forze armate statunitensi per lo smaltimento dei residui chimici delle armi non convenzionali a stelle e strisce.
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