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SANREMO DIVENTA UN TALENT SHOW? LA SALA STAMPA RIBOLLE, SI SENTE DEFRAUDATA DEL POTERE DECISIONALE…
Francesco De Dominicis per "Libero"
Quasi 10 miliardi di euro in più nel 2014. E, a Natale, almeno una quota della seconda rata Imu 2013 relativa alle prime case. Con la legge di stabilità da ieri all'esame del Senato e destinata a essere stravolta dalle modifiche dei partiti, ecco due (amare) certezze: le tasse in più da versare nelle casse del fisco l'anno prossimo e quelle che saremo costretti a pagare a metà dicembre con il balzello sulle cosiddette abitazioni principali.
La stangata tributaria in arrivo nei prossimi 12 mesi è messa nera su bianco nel ddl di bilancio presentato ieri a palazzo Madama. Si tratta di un provvedimento parallelo alla finanziaria: il bilancio fotografa l'andamento delle entrate e delle uscite a «legislazione vigente». Nel conteggio, dunque, non sono considerati gli interventi fiscali previsti con la manovra (piena di altre tasse).
Il conto, insomma, è destinato a salire. Dalla tabella «entrate tributare» del bilancio 2014 salta subito agli occhi la mazzata già assicurata: il fisco si prenderà 9,3 miliardi in più da imprese e famiglie. Il bottino dell'erario passerà da 438,2 miliardi di quest'anno a 447,6 miliardi. In termini percentuali, significa più 2,1%, ben oltre le stime di aumento del Pil del Governo (più 1%): vuol dire che l'aumento delle tasse previsto non è direttamente proporzionale alla presunta crescita economica: l'aggravio tributario è il frutto degli inasprimenti inseriti nei decreti degli ultimi due anni. Aumenta tutto: dalle imposte su patrimoni e redditi alle tasse sugli affari; dalle accise ai balzelli su giochi e lotterie. Qualche esempio: 1,2 miliardi in più di Irpef (+0,7%) e 2,4 miliardi in più di Ires (+5,2%); 4,9 miliardi in più di Iva (+5%) e 1,4 miliardi in più di accise (+4,3%).
Quanto al tormentone Imu, al Tesoro sono convinti che è impossibile cancellare anche la seconda rata. Il problema è dirlo al Pdl che, sull'abolizione dell'imposta municipale unica, prima ha costruito la campagna elettorale e poi ha fondato la sua permanenza nella strana maggioranza.
Di là dagli aspetti politici, in ballo ci sono 2,3 miliardi di euro ed entro la fine di novembre il governo deve prendere una decisione. Nei giorni scorsi c'è chi ha avanzato l'idea di attingere al tesoretto spread. Vale a dire il risparmio ottenuto sul versante della spesa per interessi che, nel corso del 2013, è stata più bassa rispetto alle previsioni. Il budget messo a punto a fine 2012 prevedeva esborsi per 90,6 miliardi, frutto di un differenziale tra Italia e Germania in media a 300 punti.
Ma la discesa dei tassi ha ridotto il costo del servizio del debito e a fine anno ci potrebbero essere un paio di miliardi in più a disposizione. Cifra che, comunque, da sola non basterebbe a spazzare via tutta la seconda rata Imu. Ragion per cui il pagamento, almeno parziale, è inevitabile. Non solo. Il «tesoretto» spread, come rivelano alte fonti del ministero dell'Economia, potrebbe essere dirottato nella legge di stabilità , a copertura di altre misure. Una delle ipotesi in campo è spostare i fondi per la riduzione del cuneo fiscale, in modo da aumentare il mini taglio che, per ora, arriva al massimo a 182 euro l'anno per le buste paga fino a 15mila euro.
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