DAGOREPORT - NON TUTTO IL TRUMP VIENE PER NUOCERE: L’APPROCCIO MUSCOLARE DEL TYCOON IN POLITICA…
Marco Bresolin per “la Stampa”
Un messaggio per il nuovo governo? Questa volta arriva direttamente dalla bocca di Jean-Claude Juncker: «Gli italiani devono occuparsi di più delle regione povere dell’Italia. Più lavoro, meno corruzione e più serietà. Basta addossare le responsabilità all’Ue». Parole destinate a incendiare nuovamente il clima, ora che in cabina di regia sta per insediarsi un esecutivo a trazione sovranista.
E di questo rischio se ne devono essere accorti – tardivamente – anche in Commissione: verso le 21 di ieri sera, la versione integrale del video con l’intervento del presidente è sparita dal sito ufficiale. Proprio mentre il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, chiedeva un’immediata smentita per le «inaccettabili parole» pronunciate pubblicamente dal lussemburghese. Il video con le dichiarazioni è ancora rintracciabile su YouTube. Juncker ha parlato ieri di Italia durante la conferenza «Nuovo Patto per l’Europa».
Non lo ha fatto nel suo intervento, ma rispondendo a una domanda. E inizialmente ha cercato di tenersi alla larga dalla questione. «Questa settimana preferisco rimanere cauto, prudente e silenzioso. Dico solo che ho fiducia nella genialità degli italiani». Lo scivolone di Gunther Oettinger nei giorni scorsi aveva sollevato un polverone di polemiche, tanto che lo stesso Juncker era dovuto correre ai ripari per tamponare la gaffe del commissario tedesco con una nota.
E meno male che ieri aveva detto di voler stare in silenzio. Perché quando gli è stata posta una domanda sulla situazione della disoccupazione giovanile nel Mezzogiorno, il numero uno della Commissione non ha risparmiato frecciate: «Gli italiani devono occuparsi delle regioni più povere dell’Italia, il che significa più lavoro, meno corruzione e serietà». Juncker ha utilizzato l’espressione «more work» e non «more jobs», dunque non si riferiva alle politiche occupazionali ma proprio alla necessità di «lavorare di più». «Noi li aiuteremo, come abbiamo sempre fatto – ha aggiunto il capo della Commissione –, ma basta con questo giochino di addossare le responsabilità sull’Ue. Un Paese è un Paese, una nazione è una nazione. Prima vengono le nazioni, poi l’Europa».
E' il solito rimpallo di responsabilità tra Bruxelles e le capitali. Juncker ha anche rivendicato l’intervento della sua Commissione sui vincoli economici europei, oggetto delle critiche italiane. Ha detto che l’approccio alla flessibilità ha «indebolito» le regole «stupide» dell’approccio pro-austerità, anche se «siamo stati fortemente criticati, dalla Germania, dall’Olanda, dall’Austria».
«All’Italia, nel 2016 e nel 2017, abbiamo concesso flessibilità che le ha permesso di spendere 18 miliardi di euro. E abbiamo evitato di sanzionarla» per le violazioni «del Patto di Stabilità. Una cosa senza precedenti». Secondo Juncker questo ha portato a risultati perché, diversamente, «avremmo ucciso la debole ripresa». In serata è iniziata la pioggia di reazioni alle frasi di Juncker sul Mezzogiorno. Non solo dal Movimento Cinque Stelle o da Giorgia Meloni («Bevi di meno», il poco sobrio invito della leader di Fratelli d’Italia). Matteo Salvini ha replicato definendo le parole del presidente come «vergognose e razziste». «Ci faremo rispettare», ha avvertito il ministro dell’Interno in pectore. Contro Juncker si è schierato anche il ministro uscente, Carlo Calenda, che ha bollato come «indegne» quelle parole: «Se confermate – ha detto – meriterebbero dimissioni istantanee».
2 - I TEDESCHI HANNO ROTTO IL WURSTEL - DOPO LA SPARATA DEL COMMISSARIO OETTINGER (“I MERCATI INSEGNERANNO ALL’ITALIA A VOTARE BENE”), CI PENSA IL DEPUTATO DELLA CSU, MARKUS FERBER, A SOFFIARE SUL FUOCO: “LA TROIKA DOVREBBE INVADERE ROMA E PRENDERE IN MANO IL MINISTERO DELLE FINANZE” - LA SAI L’ULTIMA? A ESPRIMERE PREOCCUPAZIONE PER LE VICENDE ITALIANE CI HA PENSATO ANCHE…LA GRECIA!
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