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1 - I SERVIZI DI INTELLIGENCE IN MASSIMA ALLERTA “POSSIBILI AZIONI IN ITALIA”
A. Bad. Per “la Repubblica”
Massima allerta dei servizi per possibili azioni sul territorio italiano, con il ministro dell’Interno Angelino Alfano che riunisce i vertici dell’Antiterrorismo, mentre il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni parla di «attacco di una ferocia e gravità senza precedenti al cuore della Tunisia» e conferma fermezza. E l’arresto di un giovane pachistano a Brescia, accusato di far parte di un gruppo con finalità terroristiche, avvicina la tensione dell’altra riva del Mediterraneo all’Italia, da dove tanti dei turisti ieri a Tunisi venivano.
Proprio ieri mattina, dopo un incontro con il segretario generale dell’Onu Ban Kimoon, Gentiloni ribadiva l’impossibilità di ogni trattativa con l’Is e i jihadisti. Poche ore dopo, era di nuovo davanti ai microfoni per condannare l’attacco ed esprimere la massima vicinanza al luogo della primavera araba.
khaled sharrouf con i figli australiani trasformati in jihadisti
«La Tunisia è stata in questi mesi il paese della speranza — ha ricordato Gentiloni — ero lì venti giorni fa e ho percepito una grande consapevolezza dei rischi legati all’esperienza politica che è in corso, un governo di laici che ha vinto le elezioni e ha gli islamici moderati nella coalizione. Sono coscienti di essere sotto attacco». In contemporanea, Alfano riuniva l’Antiterrorismo per fare il punto sulle minacce che riguardano l’Italia.
Sono molti i tunisini nell’elenco dei quasi 70 cosiddetti foreign fighters diretti in Siria e Iraq passando per l’Italia — e svariati sono quelli espulsi nelle ultime settimane. Stessa sorte che subirà il pachistano Ahmed Riaz, 30 anni, disoccupato, fermato dal Ros dei carabinieri proprio ieri mattina a Brescia. Era stato già colpito da provvedimento di espulsione per l’attività online: fitti contatti sui social network con scambi di materiale jihadista con estremisti. Ora sarà riaccompagnato in Pakistan.
Riaz è solo una delle 4.432 persone controllate in Italia da gennaio, quando dopo la strage di Parigi le misure di sicurezza e sorveglianza di fenomeni di matrice jihadista sono state rafforzate. Era sempre ieri quando, in audizione al Comitato Schengen, il capo dell’Antiterrorismo Mario Papa dava cifre e analisi della situazione sul territorio nazionale: quasi cinquemila controllati, appunto, fra cui ci sono 141 perquisizioni domiciliari, 17 arresti e 33 espulsioni. Fra quegli espulsi, i tunisini sono numerosi, si sottolinea ora. E il messaggio dell’Antiterrorismo risulta chiarissimo: massiccio monitoraggio della rete e guardia già alta, anche prima della strage che ha colpito la Tunisia.
2 - ANCHE POLACCHI SPAGNOLI E BRASILIANI TRA LE VITTIME
Gabriele Isman per “la Repubblica”
JIHADISTI CON MISSILI ANTI AEREI FN 6
Non soltanto i quattro morti e i tredici feriti italiani, ma anche un polacco uccisi e gli undici finiti in ospedale, una coppia di pensionati spagnoli, due colombiani, un francese, un australiano, cinque giapponesi, senza dimenticare i quattro tunisini, tra cui due terroristi. E un morto ieri sera era ancora da identificare. La drammatica contabilità dell’orrore dell’attacco al museo del Bardo ha richiesto ore: alla fine si conteranno 22 morti (compresi i due assalitori) e 44 feriti.
Diverse le scelte dei singoli governi per l’assistenza alle vittime: dalla Polonia è partito in serata un team di medici e psicologi per assistere i connazionali coinvolti nell’assalto (la medesima scelta sarà annunciata dalla Farnesina in serata per gli italiani) e, mentre i viaggi turistici in Tunisia venivano sospesi, ai visitatori polacchi veniva offerta la possibilità di tornare subito a casa.
A confermare la morte dei suoi due connazionali — erano la moglie e un figlio di un generale in pensione — è stato il presidente della Colombia Juan Manuel Santos su Twitter: le vittime facevano parte di un gruppo di circa 40 turisti di una crociera di dieci giorni nel Mediterraneo. La Spagna ha preferito inviare la polizia a investigare sulla morte di Antonio Cirera Pérez e Dolores Sánchez Rami, una coppia di pensionati catalani, mentre il ministro degli Esteri di Madrid, José Manuel Garcia-Margallo spiegava in serata di non poter «escludere la possibilità che ci siano altri spagnoli uccisi o feriti. Mi è stato detto che c’erano alcuni spagnoli feriti, ma questo non è stato confermato. Tutto è ancora molto confuso».
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