margherita agnelli e john elkann

“MIA MADRE HA RIAPERTO LA QUESTIONE EREDITARIA SUBITO DOPO LA MORTE DEL NONNO, IN MODO INATTESO E IN UN MOMENTO DIFFICILE” - JOHN ELKANN A RUOTA LIBERA: “UNA LEGGEREZZA DI GIANNI AGNELLI SULL’EREDITÀ? NO, LA SUA INDICAZIONE È STATA MOLTO CHIARA: MENO CHIARA È STATA MIA MADRE, CHE HA MANIFESTATO LE SUE CONTRARIETÀ SOLO QUANDO IL NONNO NON C’ERA PIÙ. LA VERITÀ È CHE IN QUEL 2003 MOLTI HANNO PENSATO CHE PER LA FIAT I GIOCHI ERANO FINITI - IL SISTEMA BANCARIO E FINANZIARIO ITALIANO IN QUEL MOMENTO NON CI HA SOSTENUTO. LA JUVENTUS? L’INGIUSTIZIA DI QUESTA SENTENZA È EVIDENTE. SPERO CHE INSIEME ALLE ALTRE SQUADRE E AL GOVERNO POSSIAMO CAMBIARE IL CALCIO”

MARGHERITA AGNELLI E JOHN ELKANN

Estratto dell’articolo di Massimo Giannini per “La Stampa”

 

Il 24 gennaio del 2003 se ne andava Gianni Agnelli. […] John Elkann […] racconta il passato e soprattutto il futuro della più importante famiglia del capitalismo italiano. […] «Proprio da mio nonno […] ho imparato che ciò che conta è andare avanti, non fermarsi. Il suo ottimismo nasceva dalla fiducia nell’individuo e nella sua libertà. […]».

[…]

 

CARLOS TAVARES JOHN ELKANN - STELLANTIS

L’EUROPA, L’AMERICA E UN DESTINO COMUNE

L’orizzonte della famiglia e del gruppo è il mondo globale, ma prima ancora è l’Occidente, i suoi valori, il suo comune destino. «Il nonno è sempre stato convinto che più l’Italia si integrava nell’Unione Europea, più si sarebbe rafforzata. […] L’altra sua convinzione profonda era l’atlantismo, il rapporto con gli Stati Uniti […] Quello che Agnelli non poteva prevedere è Donald Trump, l’assalto a Capitol Hill e alla democrazia americana. «Lui era convinto che le istituzioni americane fossero comunque più forti degli individui. […]».

john elkann exor

 

LA “NUOVA ITALIA” DI GIORGIA MELONI

[…] Giorgia Meloni: «È il primo premier donna e ha una grande opportunità: costruire un Pese più forte. […] le decisioni essenziali prese in passato, come l’adesione al sistema europeo, alla Nato, ai valori dell’Occidente, siano una grande opportunità per l’Italia. Certo, va salvaguardata e valorizzata la democrazia, […]».

john elkann – quotazione stellantis

 

IL LEGAME CON TORINO

Per l’Avvocato le cose che contavano di più erano la Fiat, l’Italia e Torino. Ma la città-fabbrica non c’è più. Cos’è diventata? «Torino ha investito su sé stessa, a partire dai giochi olimpici del 2006. […] A Torino è nata Newcleo, mini-reattori per la fissione nucleare di quarta generazione. La missione, in fondo, è sempre la stessa: credere nel futuro».

 

MIRAFIORI, STELLANTIS E LA MISSIONE CHE CONTINUA

gianni agnelli jas gawronski

Mirafiori sta diventando il laboratorio di un cambiamento non solo produttivo, ma anche urbano e socio-culturale. […] Eppure c’è chi continua a sostenere che la famiglia stia abbandonando Torino. «Parlano i fatti. Il piano di investimenti di 5 miliardi per l’Italia è il più grande di tutta la nostra storia e ha permesso a Mirafiori di essere uno stabilimento d’avanguardia mondiale. […]».

 

FCA E LA “SVOLTA FRANCESE”

indro montanelli con gianni agnelli nel 1999

Guardando al futuro, resta un dubbio ricorrente: a Torino resterà la memoria, mentre il cuore sarà ad Amsterdam e il cervello finirà a Parigi? «Lascio rispondere i numeri. Dal 2003 ad oggi i ricavi dell’auto passano da 22 a 130 miliardi (dato che riguarda solo i primi nove mesi del 2022). I modelli crescono da 22 a più di 100, i marchi da 4 a 14. Le persone che ci lavorano erano 49 mila e ora sono 280 mila. Con Stellantis abbiamo valorizzato il marchio Fiat: la 500 elettrica dal prossimo anno sbarcherà negli Usa. Abbiamo rilanciato Maserati e Alfa, e stiamo rivalorizzando Lancia. E oggi produciamo in Italia e vendiamo in tutto il mondo […]». La ricerca continua di un partner internazionale era già chiara ai tempi dell’Avvocato: «L’Avvocato ha sempre avuto la preoccupazione delle dimensioni della Fiat. Diceva che fare automobili è un mestiere per giganti. Grazie prima all’accordo Chrysler che ha portato alla nascita di FCA e poi all’accordo con Peugeot, abbiamo dato vita a Stellantis, seguendo la strada che mio nonno ha indicato nei trent’anni della sua presidenza».

john elkann – quotazione stellantis 1

 

CON STELLANTIS, NESSUNA VENDITA

Ma anche in questo caso c’è chi obietta che Stellantis non è una fusione alla pari, ma una vendita di Fiat ai francesi. «Non abbiamo venduto proprio niente: abbiamo anzi comprato Chrysler per creare FCA. E poi ci siamo fusi con PSA dando vita a un gruppo con una governance molto chiara: in Stellantis io sono il presidente esecutivo e al nostro fianco c’è la famiglia Peugeot a cui siamo legati da un accordo di consultazione. Insieme sosteniamo il piano di sviluppo a lungo termine Dare Forward, presentato dall’AD Carlos Tavares e dalla sua squadra. Come si fa a parlare di vendita?». […]

ANDREA AGNELLI E JOHN ELKANN

 

L’ECONOMIA E IL CAPITALISMO CHE CAMBIA

[…] per Elkann […] l’economia italiana […] sta meglio di come viene raccontata: «[…] Eravamo un’economia di fornitori di beni industriali e strumentali, mentre oggi l’Italia sta emergendo anche a livello di prodotto finito. […] mio nonno […] ha sempre difeso la capacità italiana di fare una sintesi del bello e dell’utile, facendo leva su di un patrimonio storico e artistico che non ha eguali. […]».

 

LA JUVENTUS, CROCE E DELIZIA

Da sempre il gioiello di famiglia, la Juventus di oggi farebbe soffrire molto l’Avvocato. Le inchieste societarie, e ora anche la stangata della giustizia sportiva, con la penalizzazione di 15 punti. Come vive John Elkann questi tormenti calcistici ed extra-calcistici? «[…] L’ingiustizia di questa sentenza è evidente: in molti l’hanno rilevato, anche non di fede bianconera, e noi ci difenderemo con fermezza per tutelare l’interesse dei tifosi della Juve e di tutti quelli che amano il calcio. Spero che insieme alle altre squadre e al Governo possiamo cambiare il calcio nel nostro Paese, per costruire un futuro sostenibile e ambizioso. La Juventus non è il problema, ma è, e sarà sempre, parte della soluzione. Qui è in gioco il futuro della serie A, che sta diventando marginale e irrilevante».

andrea agnelli con john elkann

 

LA FERRARI, LA VELA DI SOLDINI

A parte il calcio, tra le grandi passioni dell’Avvocato ci sono la Ferrari e la vela. Sul “Cavallino Rampante”, il ventennio è in chiaroscuro. «[…] abbiamo molto da fare per tornare a quei primati». […]

 

L’EDITORIA, GEDI E IL RUOLO DEI GIORNALI

Gianni Agnelli amava i giornali. La Stampa era in ogni senso il “suo” giornale. […] «Prima di tutto a mio nonno farebbe piacere vedere che la sua famiglia è primo azionista dell’Economist (che lui leggeva ogni settimana), consolidando il suo ruolo di punto di riferimento per il mondo libero. La stessa cosa vale per La Stampa, che ha mantenuto e manterrà quella tradizione laica, liberale e progressista in cui lui ha sempre creduto. […]».

marella agnelli john elkann margherita

 

Alle partecipazioni editoriali, da tre anni, si è aggiunta definitivamente Repubblica, ora al centro di voci su una possibile vendita. Cosa risponde Elkann? «Sono voci che mirano a generare instabilità. Repubblica è parte integrante di Gedi, una bellissima organizzazione editoriale […]».

 

L’EREDITÀ E I CONFLITTI IN FAMIGLIA

[…] Parliamo del conflitto sulla successione aperto dalla mamma, Margherita Agnelli. «È una vicenda molto triste. Mia madre ha riaperto la questione ereditaria subito dopo la morte del nonno, in modo inatteso e in un momento particolarmente difficile, perché tutto ciò che lui aveva realizzato sembrava vacillare. Per lui questa scelta sarebbe stata inaccettabile, perché contraria a tutto ciò in cui credeva».

 

gianni agnelli lapo e john elkann

Il dubbio è se non ci sia stata anche una qualche leggerezza dell’Avvocato nella gestione dell’eredità. «Per nulla, anzi – risponde Elkann - lui nelle sue disposizioni ha seguito lo schema tracciato da suo nonno. La sua indicazione è stata molto chiara: meno chiara è stata mia madre, che ha manifestato le sue contrarietà solo quando lui non c’era più. La verità è che in quel 2003 molti hanno pensato che per la Fiat i giochi erano finiti […]».

 

[…] «[…] come famiglia ci siamo sentiti attaccati molto duramente, sia dall’interno che dall’esterno. E in modo inaccettabile, devo dire, perché il sistema bancario e finanziario italiano che da sempre aveva tratto benefici dalla Fiat, in quel momento non ci ha sostenuto. Abbiamo fronteggiato una vera e propria violenza, che è aumentata a seguito della morte di mio zio Umberto. […]». […]

andrea agnelli con john elkannandrea agnelli lapo john elkannjohn elkann andrea agnelli