“FRATELLI” E COLTELLI - PER DISTOGLIERE L’ATTENZIONE DALLA CRISI DI GAZA E SOPRATTUTTO DALLE MANOVRE AUTORITARIE DEL PRESIDENTE MORSI, L’ALTA CORTE EGIZIANA CONDANNA A MORTE IN CONTUMACIA OTTO PERSONE TRA CUI IL REVERENDO TERRY JONES (CHE BRUCIÒ IL CORANO) E L’AUTORE DEL FILM “L’INNOCENZA DEI MUSULMANI” CONSIDERATO BLASFEMO - COME OFFRIRE AL POPOLO UNA VALVOLA DI SFOGO DELLA RABBIA CIVILE CON PRETESTO RELIGIOSO…

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Viviana Mazza per il "Corriere della Sera"

Condannati a morte in contumacia, per aver insultato pubblicamente l'Islam, propagandato falsità e «diviso» gli egiziani. È il verdetto emesso ieri dall'Alta corte per la sicurezza centrale del Cairo contro otto persone: l'autore del film amatoriale «L'innocenza dei musulmani» Nakoula Basseley Nakoula, sei copti egiziani come lui residenti all'estero (tre dei quali autori di un video che chiede uno Stato copto indipendente) e il reverendo americano Terry Jones, diventato famoso nel 2010 col suo annuncio di voler bruciare il Corano (su richiesta dell'amministrazione Obama lo evitò, ma lo ha fatto quest'anno). Jones è reo stavolta di aver pubblicizzato il film «blasfemo» di Nakoula.

Si tratta del trailer di 14 minuti diffuso su Youtube che lo scorso 11 settembre scatenò proteste di piazza, con 30 morti, in Egitto, Yemen, Tunisia e Libia. In Florida, il reverendo Jones annunciò la proiezione per 50 seguaci, mentre al Cairo i manifestanti facevano breccia nel muro dell'ambasciata Usa e bruciavano la bandiera a stelle e strisce, e mentre a Bengasi l'ambasciatore Chris Stevens e tre altri americani venivano uccisi - in quello che, si scoprì più tardi, non era una protesta spontanea ma un attacco terroristico. Il reverendo continuò a promuovere il film anche dopo gli attacchi.

La pena capitale decretata dai giudici del Cairo (che deve ancora ricevere il sì del mufti) resta una sentenza simbolica perché nessuno degli accusati si trova in Egitto. C'è chi la vede come un tentativo di contenere la rabbia verso il film, che presenta Maometto come un falso profeta, donnaiolo, omosessuale, stupido e sanguinario. Alcuni cristiani e attivisti dei diritti umani, però, temono che le condanne per «offesa all'Islam», emesse già sotto Mubarak, possano moltiplicarsi ora con gli islamici al potere.

L'autore del film, il cinquantenne copto Nakoula Basseley Nakoula, sulla cui testa pendono taglie in Afghanistan e in Pakistan, è già stato condannato a scontare un anno di carcere in America per aver usato false identità e per altre violazioni della libertà condizionata che gli era stata imposta dopo una frode bancaria nel 2010. Sono ragioni non direttamente legate a «L'innocenza dei musulmani» anche se l'accusa ha citato il film nelle proprie argomentazioni definendolo una truffa (gli attori credevano di girare una pellicola storica) che ha «danneggiato molte vite».

Per padre Jones, che negli anni ha collezionato 400 minacce di morte, è bandito dalla Germania e dalla Gran Bretagna come «estremista» e accusato di frode dalla sua stessa figlia, la sentenza egiziana è una cartuccia in più nella retorica anti Islam: «Mostra la vera faccia di questa religione», ha replicato il prete della piccola chiesa evangelica non denominazionale che non ha mai studiato teologia e, dopo essersi candidato alle presidenziali di quest'anno, ha impiccato un pupazzo di Obama.

 

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