DAGOREPORT – MARINA E PIER SILVIO NON HANNO FATTO I CONTI CON IL VUOTO DI POTERE IN FAMIGLIA…
Roberta Castellarin per www.milanofinanza.it
Ben venti miliardi di richieste per il Btp in dollari che ha debuttato oggi dopo un decennio di assenza del Tesoro italiano dal mercato dei titoli denominati in valuta Usa. Come anticipato da MF-Milano Finanza (https://www.milanofinanza.it/news/il-btp-in-dollari-anche-per-il-retail-201910082008149692 ), oggi in edicola, l'emissione è partita questa mattina ed è stata un grande successo, per richieste che hanno quasi triplicato l'offerta iniziale di 7 miliardi di euro. Il tesoro ha comunicato i rendimenti lordi che sono davvero interessanti: vanno dal 2,4% per i 5 anni, al 2,9% per il taglio a dieci anni, fino al 4,02% per il trentennale.
Il mercato riferimento, si legge nel comunicato del Ministero dell'Economia,"è composto da controparti qualificate, professionali e al dettaglio (tutti i canali di distribuzione)". Sembrerebbe quindi esserci spazio perchè lo strumento sia disponibile anche per il mercato retail. L'importo da collocare era di circa 3 miliardi di dollari. La giornata è passata con previsioni sui rendimenti.
Dalle prime indicazioni di prezzo la guidance era di 120 punti base sul mid-swap per l'emissione a cinque anni; di 160 punti base per la durata a dieci anni e 245 per i 30 anni. Il mercato scommetteva su un Btp in dollari che rendesse nella scadenza più breve circa il 2,55%, il 3,05% sui dieci anni e intorno al 4% nella scadenza a 30 anni. Più o meno confermati dall'esito dell'asta come detto sopra. Questi rendimenti equivalgono circa al doppio di quanto rende il Tbond alle stesse scadenze. Oggi infatti il Treasury a 5 anni rende l'1,36%, quello a 10 anni l'1,54% e il trentennale il 2,04%.
Nei giorni precedenti le investment bank coinvolte nell'operazione avevano contattato i loro clienti proprio per annunciare il mandato per un'emissione in dollari multi-tranche Sec-registered Global benchmark del Tesoro, ricordando che l'operazione rappresenta il primo trade Usd benchmark del Tesoro dal 2010. Nell'annunciare l'operazione si ricordava anche che l'emittente avrebbe effettuato una Global Investor Call, seguita da una serie di one-on-one investor call.
Le investment bank hanno informato oggi i clienti che, dopo aver raccolto interesse per oltre 10 miliardi di dollari, hanno da poco aperto il libro ordini e rilasciato appunto la guidance di prezzo. Per quanto riguarda l'interesse registrato da ogni singola tranche: sul titolo a cinque anni i potenziali ordini sono ammontati a 4,8 miliardi di dollari, a dieci anni a 3,1 miliardi di dollari e a 30 anni a 2,1 miliardi di dollari.
Fonti vicine all'operazione sottolineano che il Ministro dell'Economia Roberto Gualtieri sia particolarmente sensibile al tema della diversificazione dei potenziali acquirenti e da qui la scelta di emettere di nuovo in dollari dopo tanti anni di latitanza dal mercato, nonostante sia un'operazione piuttosto costosa in una fase in cui anche la richiesta di titoli in euro è molto forte. Il successo dell'operazione conforta quindi il Tesoro a tornare magari di nuovo sul terreno delle emissione in valuta estera.
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