DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Gianluca Veneziani per Libero Quotidiano
Non si tratta di accogliere cani e porci, né oves et boves. Si tratta piuttosto di creare il primo vero contenitore trasversale e post-ideologico, oltre gli steccati (o dovremmo dire le recinzioni?) di partito, a cominciare da una battaglia comune che dovrebbe riguardare tutti i cittadini, non in quanto di destra o di sinistra, e neppure in quanto elettori o parlamentari, ma in quanto esseri umani: la difesa degli animali.
Ecco allora che il Movimento Animalista, il partito battezzato quest' anno da Michela Vittoria Brambilla, già pronto a giocarsela alle prossime Politiche, non si riduce a un movimento di scopo, guidato da un solo (seppur nobile) principio, ma ambisce a scardinare le vecchie appartenenze e categorie della politica. Ed ecco che diventa comprensibile anche la scelta di Simona Bazzoni, ex dirigente renziana del Pd, già componente dell' assemblea nazionale dem, di aderire alla compagine della Brambilla, sulla base di una disillusione verso le promesse del suo ex partito e di una volontà di non rinunciare alle proprie idee.
«Mi metto a servizio e disposizione del Movimento Animalista», dice, «con la convinzione che oggi sia l' unico soggetto in grado di dare voce a chi non ce l' ha. Ogni volta che bisognava intervenire su tematiche care agli ambientalisti, come nel caso dell' orsa ammazzata in Trentino, il Pd non l' ha fatto.
E lo stesso Renzi non ha mai parlato pubblicamente di animali». Oltre a una condivisione ideale, a spiegare la scelta della Bazzoni c' è anche un vissuto personale, che l' ha portata in passato a battersi in Thailandia contro la tratta dei cani portati in Cina e là usati come cibo, o a prendere con sé la cagna Zoe, salvata da un cacciatore che voleva disfarsene non ritenendola adeguata per la caccia. Un percorso che potrebbe guadagnarle una candidatura nel Movimento Animalista alle prossime Politiche: «Ma al momento», assicura lei, «non cerco una poltrona, inseguo solo la mia passione».
Rimedi tardivi, intanto, appaiono i tentativi del Pd di mettere in piedi un dipartimento Animali, come quello guidato da Patrizia Prestipino. La dimostrazione non tanto di una conversione ambientalista sulla via di Rignano, ma solo del timore di un' erosione di voti anche su questi temi. Il rischio insomma è che alla fine con Renzi restino solo quattro gatti.
D' altronde, non è solo dal bacino Pd che la Brambilla intende attingere contributi di persone e idee. Di recente si sono aggregate al suo Movimento anche personalità come Beatrice Feo Filangieri, già responsabile Ambiente di Idv per la Sicilia, e Teresa De Chiara, ex portavoce dei Verdi nel Lazio, oltre al dirigente dei Verdi Rinaldo Sidoli. E chissà che non continuino a confluire nel partito animalista grillini pentiti di non aver visto brillare finora una delle cinque stelle sulle quali si è costruito il Movimento: l' Ambiente.
Già lo scorso maggio la Brambilla aveva nominato tra i dirigenti del suo partito Edgar Meyer, consulente di Pinuccia Montanari, assessore all' Ambiente della giunta Raggi. «E altri arriveranno», assicura la Brambilla. «Perché, tra la Appendino che riapre lo zoo a Torino e la Raggi che mantiene le carrozze trainate da cavalli, i 5 Stelle stanno mostrando la loro anima anti-ambientalista».
D' altronde, da un partito che vanta nomi di fauna e flora come Grillo e Fico, ci si aspettava di più in termini di difesa dell' ambiente e degli animali
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