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L’APPROCCIO DI TRUMP ALLA POLITICA ESTERA: CON I DEBOLI MOSTRA I MUSCOLI, CON I FORTI ABBASSA LA CRESTA PLATINATA – L’ACCORDO CON XI JINPING È UNA VITTORIA TOTALE DI PECHINO – IL “NEW YORK TIMES”: “SFRUTTANDO IL QUASI MONOPOLIO SULLE TERRE RARE E IL SUO POTERE D’ACQUISTO SULLA SOIA AMERICANA, XI HA OTTENUTO IMPORTANTI CONCESSIONI DA WASHINGTON. È L’ARTE DI LASCIARE CHE TRUMP RECLAMI UNA VITTORIA, MENTRE LUI SE NE VA PIÙ FORTE DI PRIMA”

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L'ARTE DI LASCIARE CHE TRUMP RECLAMI UNA VITTORIA, MENTRE SE NE VA PIÙ FORTE

Traduzione di un estratto dell’articolo di Lily Kuo e David Pierson per www.nytimes.com

 

Quando Xi Jinping è uscito dal suo incontro con il presidente Trump giovedì, ha mostrato la sicurezza di un leader potente, capace di far vacillare Washington. L’esito dei colloqui ha suggerito che ci sia riuscito.

 

Sfruttando il quasi monopolio della Cina sulle terre rare e il suo potere d’acquisto sulla soia americana, Xi ha ottenuto importanti concessioni da Washington: una riduzione dei dazi, la sospensione delle tasse portuali sulle navi cinesi e il rinvio dei controlli sulle esportazioni statunitensi che avrebbero impedito a molte aziende cinesi di accedere alla tecnologia americana. Entrambe le parti hanno inoltre concordato di estendere la tregua, raggiunta all’inizio dell’anno, per limitare i dazi.

 

la stretta di mano tra donald trump e xi jinping foto lapresse

[…] Con tono quasi da docente, Xi ha detto a Trump che le «recenti vicissitudini» della guerra commerciale dovrebbero essere istruttive per entrambi, secondo un riassunto ufficiale del governo cinese dell’incontro avvenuto a Busan, in Corea del Sud.

 

«Entrambe le parti dovrebbero considerare il quadro generale e concentrarsi sui benefici a lungo termine della cooperazione, invece di cadere in un circolo vizioso di ritorsioni reciproche», ha dichiarato Xi.

 

Con “vicissitudini”, Xi probabilmente si riferiva agli ultimi mesi — quasi un anno — di misure di rappresaglia a colpi di dazi, sanzioni e controlli sulle esportazioni. All’inizio del mese la Cina aveva alzato drasticamente il livello dello scontro, rafforzando la propria posizione con l’annuncio di nuove e ampie restrizioni alla vendita di terre rare, minerali cruciali per quasi tutte le tecnologie moderne. Bloccarne la fornitura potrebbe paralizzare l’industria statunitense.

 

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Il messaggio di Xi sembrava chiaro: Pechino ha dimostrato di poter colpire, e Washington farebbe bene a ricordarselo.

 

[…] Allo stesso tempo, Xi ha mostrato di capire cosa servisse a Trump: un accordo da poter vendere in patria come una vittoria. L’intesa consente infatti al presidente americano di rivendicare un successo per agricoltori e imprese, anche se in realtà la Cina ha semplicemente ripristinato lo status quo, accettando di acquistare soia e di rinviare ulteriori restrizioni sull’export di terre rare.

 

Trump ha alzato il pugno in aria mentre saliva sull’Air Force One, poi sull’aereo ha dichiarato che Xi si era impegnato a fare di più per fermare il flusso di sostanze chimiche usate per produrre fentanyl destinate agli Stati Uniti.

MEME SU XI JINPING E DONALD TRUMP

 

Ha anche detto che la Cina ha promesso di acquistare più soia americana. […]

 

Dopo l’incontro, il ministero cinese del Commercio ha annunciato in una nota che sospenderà per un anno le restrizioni sulle terre rare annunciate in ottobre (senza menzionare quelle precedenti di aprile).

 

Separatamente, Trump ha dichiarato che dimezzerà i dazi del 20% imposti sui prodotti cinesi per spingere Pechino a fare di più contro il traffico di fentanyl. La riduzione, annunciata giovedì, porta il totale dei dazi medi sulle merci cinesi dal 57% circa al 47%. Il ministero cinese del Commercio ha inoltre confermato che le due parti hanno concordato un’estensione di un anno della tregua sui nuovi dazi, che sarebbe dovuta scadere il 10 novembre.

 

Alcuni esperti ritengono che la Cina abbia avuto inevitabilmente il vantaggio nella guerra commerciale, poiché l’amministrazione Trump non aveva mai definito un obiettivo chiaro.

 

USA VS CINA

«Direi che si tratta di un approccio che può essere descritto come tattiche senza strategia», ha commentato Jonathan Czin, ricercatore del Brookings Institution ed ex analista di politica cinese alla C.I.A.

 

«In teoria, lo scopo era affrontare i veri nodi commerciali che da tempo tormentavano la relazione bilaterale. Invece, la Repubblica Popolare Cinese è riuscita a orchestrare una partita di “acchiappa la talpa” contro l’amministrazione Trump», ha aggiunto Czin.

 

[…]

 

TRUMP GIOCATTOLO MADE IN CHINA

Gli accordi raggiunti giovedì potrebbero quindi segnare almeno una temporanea distensione nei turbolenti rapporti tra Washington e Pechino. Trump ha detto che i due leader hanno anche discusso di «lavorare insieme» per porre fine alla guerra in Ucraina. Ha annunciato che si recherà in Cina in aprile e che Xi visiterà gli Stati Uniti successivamente.

 

Xi ha inoltre fatto leva sulla predilezione di Trump per i rapporti personali, legando la cooperazione economica alla politica interna americana: ha detto di ritenere che lo sviluppo della Cina «vada di pari passo» con la visione del presidente di «rendere di nuovo grande l’America». Trump, dal canto suo, ha ricambiato i complimenti, definendo Xi «un grande leader di un grande Paese» e «un grande amico».

howard lutnick marco rubio donald trump foto lapresse

 

«È uno stile di diplomazia personalizzato che si adatta perfettamente all’istinto di entrambi», ha osservato Lizzi C. Lee, esperta di economia cinese presso l’Asia Society Policy Institute. «Per ora, questi gesti di buona volontà sembrano impostare il tono di un periodo di stabilità controllata.»

 

Tuttavia, qualsiasi progresso ottenuto giovedì potrebbe essere facilmente cancellato da nuove mosse percepite come violazioni dell’accordo. Un’intesa siglata il mese scorso era quasi saltata quando Washington aveva ampliato l’elenco delle aziende cinesi bandite dall’accesso alla tecnologia americana. In risposta, Pechino aveva annunciato i controlli sulle esportazioni di terre rare, spingendo Trump a minacciare di cancellare l’incontro e imporre ulteriori dazi. In assenza di un accordo definitivo, resta incerto quanto durerà l’attuale distensione. […]

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