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1 - FARI PUNTATI SU CARRAI: PAGAVA L'AFFITTO E OTTENEVA APPALTI
Da "Libero quotidiano"
Ieri il consigliere comunale di Sel Tommaso Grassi, dopo l'articolo su Libero, ha puntato il dito sul noleggio dei tablet per le visite guidate nei musei comunali. Un servizio che con una procedura ristretta senza evidenza pubblica è stato affidato alla C&T Crossmedia controllata dalla D&C di Marco Carrai, finanziatore e consigliere di Matteo Renzi, nonché probabile affittuario dell'appartamento dove Renzi ha vissuto sino al gennaio 2014.
Tra i soci della C&T compaiono «Francesco Neri, Presidente della Compagnia delle Opere della Toscana, e Chicco Testa». Anche l'ex assessore che esternalizzò il servizio, Giuliano Da Empoli, dopo le dimissioni, ha acquistato quote della società . «Reputiamo inopportuno che il Comune anche indirettamente affidi servizi e finanzi imprese in cui abbiano interessi esponenti come Carrai» ha scritto Grassi. Per poi elencare i troppi incarichi pubblici e politici che Renzi gli ha affidato in istituzioni, società e fondazioni.
2 - LO STRANO TRASLOCO DEL SINDACO
Giacomo Amadori per "Libero quotidiano"
Ventiquattr'ore dopo il primo articolo di Libero sull'enigma della residenza fiorentina di Matteo Renzi, il mistero non si è ancora chiarito. Anzi, in un certo senso si è infittito. Riassumiamo i fatti. Dal 14 marzo 2011 al 22 gennaio 2014 il premier, secondo l'ufficio anagrafe di Firenze, risultava residente in via degli Alfani 8, a pochi metri dal Duomo, ma nessuno ha ancora spiegato chi fosse l'intestatario del contratto di locazione e chi pagasse la pigione.
Un ex vicino di casa di Renzi ha riferito al nostro giornale che l'affittuario non era il presidente del Consiglio, ma il suo amico e consigliere Marco Carrai. Quest'ultimo e il padrone di casa, l'imprenditore Alessandro Dini, interpellati da Libero non hanno voluto dare chiarimenti. Per trovare risposte proviamo a suonare al vecchio indirizzo di Renzi.
L'attuale inquilino dell'appartamento, dopo aver chiesto di restare anonimo, ha spalancato la porta di casa, un bell'attico di cinque vani con soppalco mansardato, travi a vista e terrazzo con splendido affaccio sui tetti di Firenze.
«Per una questione di privacy non posso dirle quanto pago di affitto e non so a chi fosse intestato il vecchio contratto di locazione» dice. Per ottenere qualche notizia in più bisogna percorrere un chilometro e dirigersi in via Malenchini, alle spalle di Palazzo Vecchio, sede del Comune.
Qui Renzi ha trasferito la residenza dal 13 novembre 2009 al 13 marzo 2011. Viveva nello storico palazzo Malenchini, in una mansarda di circa 80 metri quadrati suddivisi in due vani per un affitto che oscilla attualmente tra i mille e i 1.200 euro. Qui al contrario che in via degli Alfani c'è molta trasparenza. Ci accoglie Livia Frescobaldi, moglie di Luigi Malenchini, proprietario dell'immobile: «Come è arrivato qui Renzi? Lo conoscevamo, cercava casa e a noi si era liberato un appartamento, così glielo abbiamo affittato.
Tutto qui». Voi Frescobaldi siete grandi sostenitori dell'attuale premier, non è che per caso lo ospitavate gratis? «Matteo Renzi è una persona che appoggio politicamente, ma non gli abbiamo fatto sconti. Non gli permettevamo neppure di usare il giardino per parcheggiare la macchina. Con noi aveva un regolare contratto di locazione».
Per confermarlo la nobildonna apre il computer e inizia a leggere il testo dell'accordo: «Il primo ottobre dell'anno 2009 (...) scrittura privata tra il dottor Luigi Malenchini e il dottor Matteo Renzi (...) 12 mila euro annui comprensivi delle spese condominiali, portierato, luce scale, pulizia scale (...) il pagamento deve avvenire entro e non oltre il quinto giorno del mese tramite bonifico bancario».
Ma perché Renzi ha lasciato la vostra mansarda? «Credo che non volesse più spendere mille euro al mese, non ce la faceva a sostenere le spese della casa di Pontassieve e l'affitto da noi. Investire quella cifra per fermarsi a dormire cinque sere a settimana era un lusso che non si poteva permettere. Ovviamente ci è dispiaciuto molto. Era l'inquilino ideale: non c'era mai e pagava regolarmente».
Non avete neppure provato a proporgli uno sconto per tenervi il sindaco in casa? «Nooo, devo dire la verità , proprio no. Noi viviamo di questi affitti, abbiamo mutui da pagare». Ma se mille euro per la mansarda senza finestre di via Malenchini erano troppi, è possibile che, per i cinque vani con bellissima vista di via degli Alfani, Renzi pagasse molto meno? Il mistero continua.
AGNESE RENZI MARCO CARRAI MARCO CARRAILA MANO DI RENZI SULLA SCHIENA DI MARIA ELENA BOSCHIRENZI, BOSCHI,Livia Frescobaldi
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