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Tonia Mastrobuoni per “la Repubblica”
È attento a soppesare ogni parola, il portavoce della polizia del Tirolo austriaco, raggiunto al telefono dopo il putiferio che si è scatenato per tutta la giornata di ieri. «Smentisco alcune notizie circolate in Rete.
Per ora l’Austria non costruirà alcuna barriera al confine con l’Italia, né introdurremo dei controlli al Brennero. L’unica cosa che faremo è montare una struttura con quattro pali e un tetto per consentire a chi passa il confine tra Italia e Austria, profughi inclusi, di ripararsi dalla pioggia».
Certo, il portavoce (che ci tiene a precisare di parlare dopo aver concordato ogni dettaglio con il capo della polizia regionale) non smentisce che questa possa essere la prima pietra del “Grenzmanagement” come lo ha chiamato anche il governo austriaco nei giorni scorsi, ossia il primo gradino verso il ripristino dei controlli ai confini. Ma l’unico dettaglio certo è che oggi sarà costruita una sorta di pensilina gigante al posto di frontiera.
Per avviare i controlli veri e propri, puntualizza, ci vuole un ordine del ministero dell’Interno austriaco, «che non è ancora arrivato». Né saranno costruiti recinti, per ora: sarebbe, nel caso, un passo successivo, ma un’eventuale barriera sarebbe lunga solo alcuni metri, a destra e a sinistra del posto di controllo, giusto «per incanalare i flussi in modo più sicuro».
Il portavoce sottolinea anche più volte che se dovesse arrivare l’ordine del ministero di cominciare a presidiare il Brennero, i controlli avverrebbero a campione. Il traffico verrebbe rallentato, ogni tanto qualcuno dovrebbe accostare per un controllo, ma «la polizia si sforzerebbe di limitare gli effetti al minimo», per non appesantire il traffico e creare un collo di bottiglia che potrebbe costare miliardi, e non solo all’Italia.
Leggendo la dichiarazione del capo della polizia tirolese, Helmut Tomac, al quotidiano Die Presse, i toni sono simili. «La società autostradale Asfinag comincerà i lavori: smonteremo il guardrail, rimuoveremo ostacoli e costruiremo un tetto per poter fare i controlli anche con la neve o con la pioggia». Tomac ha confermato che non c’è nessuna data per l’avvio dei controlli ai confini: «Dipende dai flussi dei migranti ».
Sullo spinoso tema è intervenuto ieri persino il presidente austriaco Heinz Fischer: il senso del “management di confine”, ha spiegato, è quello di limitare effetti troppo devastanti sul transito di persone e merci al Brennero. Fischer ha rinnovato l’invito a un presidio maggiore dei confini esterni: «Servono più controlli per chi vuole entrare in Europa».
Ma il presidente socialdemocratico ha anche chiarito che il tetto dei 35mila profughi, che l’Austria ha indicato per quest’anno, «non sarà un taglio netto di spada, ma un valore indicativo ». Un modo per scongiurare che si ripetano le 80mila richieste d’asilo dell’anno scorso.
Ma bisogna guardare con attenzione anche a Vienna, per comprendere gli sviluppi ai confini con l’Italia. Il 24 aprile, tra due settimane, si vota per il successore di Fischer, gli austriaci saranno chiamati a scegliere il tredicesimo presidente della Repubblica. Il 22 maggio ci sarà il ballottaggio. E gli umori nel Paese sono da incubo, per i due partiti al governo, ma soprattutto i popolari.
Anche se l’ex capo dei Verdi Alexander van der Bellen sembra coagulare la maggior parte dei consensi (24% nell’ultimo sondaggio Ogm), è tallonato da vicino dal candidato dei “nipotini di Joerg Haider”, della destra populista dei Freiheitlichen, Norbert Hofer (22%). Al terzo posto l’indipendente Irmgard Griss (21%). Disastrosa la posizione dei candidati dei partiti di governo: quarti e quinti. Il socialdemocratico Rudolf Hundstorfer arriva al 17%, Andreas Khol, l’uomo dei popolari si ferma al 13%.
Non deve meravigliare, dunque, che al ministero dell’Interno in particolare – retto dai popolari – si assista ad atteggiamenti muscolari sulla questione dei profughi. La ministra, Johanna Mikl-Leitner, è notoriamente la principale ispiratrice della linea dura del governo Faymann.
È stata sua l’idea disastrosa della “Fortezza Europa” che ha provocato il progressivo blocco delle frontiere lungo i confini balcanici fino alla Macedonia, con la conseguente tragedia di Idomeni. Sua anche l’accelerazione delle ultime settimane, per ora solo verbale, sui controlli al Brennero.
POLIZIOTTI AUSTRIACI BRENNERO 1
L’Oevp, il suo partito, sta disperatamente tentando di riconquistare consensi a destra, in un quadro politico totalmente dominato dal tema dei profughi. In questi giorni Mikl-Leitner ha annunciato a sorpresa che lascia per tornare nella Bassa Austria dove vorrebbe conquistare in futuro lo scettro di governatrice (è un fortino tradizionale dei popolari). Il suo successore, Wolfgang Sobotka, difficilmente abbandonerà la linea dura.
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