meloni salvini calderoli gasparri occhiuto

L’AUTONOMIA SPACCA L’ITALIA E…PURE IL GOVERNO! MELONI DA’ IL VIA LIBERA ALLA FIRMA DELLE PRE-INTESE PER L'AUTONOMIA DIFFERENZIATA (LA RIFORMA BANDIERA DELLA LEGA) CON LE REGIONI DEL NORD, GELO DI FORZA ITALIA CHE CONTINUA A ESPRIMERE RISERVE. IL CAPOGRUPPO AL SENATO, GASPARRI: “LE FIRME NON DETERMINANO NIENTE DI CHE, LE NOSTRE COLONNE D'ERCOLE RESTANO LA SENTENZA DELLA CORTE COSTITUZIONALE, CHE HA CHIESTO MODIFICHE AL TESTO. MODIFICHE CHE CALDEROLI CONOSCE BENE” - IL VICESEGRETARIO AZZURRO, ROBERTO OCCHIUTO, PRESIDENTE DELLA CALABRIA: “SI RISCHIANO SQUILIBRI, ALCUNE REGIONI POTREBBERO PAGARE DI PIÙ I MEDICI”

Vai all'articolo precedente Vai all'articolo precedente
guarda la fotogallery

 

Lorenzo De Cicco per “la Repubblica” - Estratti

 

Salvo stravolgimenti d'agenda, Giorgia Meloni non ci sarà. «Impegni istituzionali», ha detto ieri a Roberto Calderoli. La premier stamattina è attesa all'inaugurazione di una funivia che trasporta mele, la prima al mondo, in val di Non, Trentino.

giorgia meloni foto lapresse 5

 

A una settimana dal voto in Veneto, come anticipato ieri da Repubblica, la premier però ha dato il suo benestare: via libera alla firma delle pre-intese per l'autonomia differenziata con le regioni del Nord che ne hanno fatto richiesta. Dunque il Veneto a un passo dalle urne, ma anche Lombardia, Piemonte e Liguria.

 

Dopo un pressing martellante della Lega, Meloni ha firmato ieri una lettera in cui, «esprimendo soddisfazione», ha «autorizzato» Calderoli, ministro degli Affari regionali, a firmare in sua vece l'avvio delle trattative, poche ore prima del comizio dei leader del centrodestra, stasera a Padova, per tirare la volata al leghista Alberto Stefani.

 

È solo un primo step: le pre-intese dovranno tradursi in un patto scritto, da far validare a Cdm, conferenza delle regioni e Parlamento.

 

salvini calderoli

Anche se Meloni ha deciso di non intestarsi la mossa a favore di flash (nel 2018 gli accordi vennero celebrati a Palazzo Chigi), la Lega porta comunque a dama un risultato, previsto inizialmente dopo le regionali. Calderoli ha in agenda un mini tour: stamattina a Palazzo Balbi, con il governatore uscente del Veneto, Luca Zaia, pomeriggio in Lombardia da Attilio Fontana, domani in Piemonte da Alberto Cirio e in Liguria da Marco Bucci. Quattro le materie non Lep (senza livelli essenziali di prestazione) da trasferire: protezione civile, professioni, previdenza complementare, finanza pubblica in ambito sanitario.

 

Tutti contenti a destra? FI in realtà continua a esprimere riserve. Il capogruppo al Senato, Maurizio Gasparri, raggiunto al telefono, spiega che «questo è solo un passaggio, le firme non determinano niente di che, le nostre colonne d'Ercole restano la sentenza della Corte costituzionale, che ha chiesto modifiche al testo.

 

giorgia meloni saltella al comizio di napoli con antonio tajani

Modifiche che Calderoli conosce bene». Freddo persino il piemontese Cirio, che domani siglerà comunque le sue pre-intese. «L'autonomia? Un'opportunità che può essere colta o meno, il governo è stato chiaro: si può andare avanti solo dopo i Lep».

 

Il più ruvido è il vicesegretario nazionale, Roberto Occhiuto, presidente della Calabria, che ha sempre detto: prima di tutto vanno finanziati i livelli essenziali dei servizi. Occhiuto, «con preoccupazione», ha chiesto a Calderoli di convocare subito un tavolo con le regioni: «Si rischiano squilibri, alcune regioni potrebbero pagare di più i medici». A stretto giro la replica del ministro: «Sì al confronto, anche la prossima settimana, non voglio danneggiare o favorire nessuno».

 

(...)

 

L'opposizione invece torna a picconare la riforma che definisce "Spacca Italia". Il Pd con Francesco Boccia e Piero De Luca parla di «buffonata incostituzionale, una forzatura che aggira la Consulta», mentre il sindaco di Milano, Beppe Sala, si dissocia da una riforma «fatta male, che non avrà il mio supporto».

gasparri occhiuto

 

Per il M5S le firme di oggi sarebbero «una castroneria, non va abbassata la guardia». Per Avs si tratta di una «promessa elettorale e di una presa in giro del Mezzogiorno».

 

E FdI? Sul rullo delle agenzie stampa quasi nessuno si espone.

 

Mentre qualche malumore sottotraccia trapela dalla Campania, dove il rivale di Edmondo Cirielli, il candidato governatore pentastellato Roberto Fico, già tambureggia sul «Sud colpito dal blitz della Lega». Un pezzo di partito vorrebbe che Meloni tornasse di nuovo in Campania, a ridosso del weekend.

 

Ma al momento nulla è in agenda.