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Ugo Traballi per IlSole24Ore.com
Si infiamma l'Egitto all'indomani del decreto con cui il presidente ed ex leader dei Fratelli musulmani, Mohammed Morsi, si é attribuito nuovi poteri. Gli uffici del Partito Libertà e Giustizia, l'emanazione politica dei Fratelli Musulmani, sono stati dati alle fiamme nelle città di Suez, Ismailiya e Port Said, mentre al Cairo sono in corso le manifestazioni di sostenitori e oppositori, si registrano scontri in vari punti di Alessandria dove la sede dei Fratelli Musulmani é stata presa d'assalto ed é stato chiuso il transito sul lungomare.
La tv egiziana ha confermato il ferimento di una cinquantina di persone negli scontri tra le due fazioni. Intanto nella capitale, vicino al ministero dell'Interno, sono state registrati scontri tra manifestanti e forze dell'ordine.
L'agenzia Ansa riporta inoltre che il copto Samir Morcos, assistente per la transizione democratica del presidente egiziano Mohamed Morsi, ha annunciato le proprie dimissioni dopo le norme per l'ampliamento dei poteri del capo dello Stato, annunciate ieri dallo stesso Morsi.
2. MORSI SI PRENDE I PIENI POTERI
Ugo Traballi per IlSole24Ore.com
Determinato come quando ha imposto la tregua ad Hamas, Mohamed Morsi ha dato una nuova spallata alla transizione egiziana: a un colpo sulla scena internazionale ne segue uno su quella interna. Dimesso il procuratore capo della Repubblica, uno dei sopravvissuti più impopolari del vecchio regime; nuovo processo a quegli ufficiali di Mubarak che avevano represso i moti di piazza Tahrir, e che il procuratore aveva assolto; nessuna corte potrà più revocare i decreti presidenziali.
Non è un golpe ma una riaffermazione di potere in una realtà istituzionale sempre incerta. Anche se per Mohammed Elbaradei, uno dei capi dell'opposizione, Morsi è «un nuovo faraone». Le opposizioni non obiettano sulle decisioni prese ma sull'assenza totale di consultazione con loro. La Commissione costituzionale che sta scrivendo la nuova carta fondamentale - dovrà anche definire, limitandoli, i poteri presidenziali ora illimitati - non potrà più essere dissolta come era già accaduto. Indipendentemente dai ricorsi, avrà tempo fino a febbraio per completare il lavoro che dovrà essere confermato da un referendum. Al Cairo sono di nuovo scesi in strada i sostenitori e gli oppositori del presidente. Chi è dunque l'uomo apparentemente più importante della regione: un dittatore in costruzione o un riformatore?
«Go Trojan!» disse Morsi al presidente americano nel loro primo incontro, in settembre. Obama aveva studiato ad Harvard ed è un appassionato di basket. Ma non c'è americano che non conosca la squadra più vittoriosa del campionato college di football, i troiani della University of Southern California. à dove nel 1982 Mohamed Morsi ha preso un Ph.D. in ingegneria. Per quanto già da giovane esibisse la sua morigeratezza islamica, anche lui si incontrava con i compagni sotto "Tommy Trojan", la statua del guerriero in mezzo al campus.
Mohamed Morsi non ha dell'America un'idea mediata: ci ha vissuto per cinque anni. à un fondamentalista ma degli Stati Uniti ha sviluppato simpatie e rifiuti. Interesse per un sistema economico e sociale che predilige l'impresa individuale allo Stato: è il modello economico della fratellanza. E convinzione che il sistema politico e la morale che la sua democrazia sottintende, non siano compatibili con la storia e i costumi egiziani.
à questa esperienza una delle ragioni dell'«alto livello di sincerità » che si è sviluppato nel rapporto personale fra l'egiziano e Barack Obama, secondo la descrizione di Essam el-Haddad, il consigliere di politica estera di Morsi. La tregua su Gaza che i due hanno imposto, tiene. Israele e Hamas restano sul chi vive ma l'americano e l'egiziano hanno fatto in modo che il cessate il fuoco diventasse per tutti una necessità ineludibile. I cieli sopra Gaza e il Sud d'Israele ora sono liberi: coperti dalle nuvole, non più dagli ordigni. Quel che conta è che la tregua tenga e la diplomazia avvii qualcosa di nuovo.
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