DAGOREPORT – AVVISATE IL GOVERNO MELONI: I GRANDI FONDI INTERNAZIONALI SONO SULLA SOGLIA PER USCIRE…
Estratto dell’articolo di Francesco Moscatelli per “La Stampa”
Alta tensione nella Lega. Lo scontro tutto interno al partito sulla linea politica in vista delle Europee (anche alla luce del misero 3,8% rimediato in Sardegna) e le fibrillazioni per il rischio che Luca Zaia non possa ricandidarsi in Veneto a causa del braccio di ferro con Fratelli d'Italia sul terzo mandato, stanno per mietere la loro prima vittima: l'eurodeputato Gianantonio Da Re, per tutti Toni, 70 anni di cui quaranta passati con la tessera del Carroccio in tasca.
In provincia di Treviso, Da Re, i suoi baffi anni Ottanta e le sue Lacoste sono un'istituzione: è stato sindaco di Vittorio Veneto e consigliere regionale ma soprattutto è stato l'ultimo segretario della Liga Veneta prima che il partito, così come nel resto d'Italia, cambiasse nome in "Liga Veneta per Salvini premier".
Domani sera Alberto Stefani, successore proprio di Da Re alla guida della Liga, fedelissimo del segretario federale, ha convocato un direttivo straordinario che ha come unico punto all'ordine del giorno un draconiano «provvedimenti disciplinari». Un'espressione che tutti hanno subito interpretato come la resa dei conti finale fra gli attuali vertici e lo storico dirigente.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso sarebbero state le ultime uscite pubbliche di Da Re, che qualche giorno fa si è spinto a dare a Salvini del «cretino». L'eurodeputato, del resto, è da tempo critico con la svolta sovranista impressa da Salvini e con la sua gestione del movimento. Due anni fa aveva ricevuto una lettera che annunciava possibili sanzioni, lo scorso anno era in prima fila alla riunione convocata dal Comitato Nord anti-salviniano al castello di Giovenzano (occasione per la quale si era scomodato Umberto Bossi in persona), mentre nelle ultime settimane si è scagliato più volte contro l'ipotesi di candidare il generale Roberto Vannacci. [...]
toni da re matteo salvini luca zaia
Fra i corridoi di palazzo Ferro Fini, sede del consiglio regionale affacciata sul Canal Grande, la questione ha messo in allarme tutti i lighisti. «Ho imparato da Tina Anselmi che in democrazia il rispetto dell'altro è fondamentale - spiega il consigliere Marzio Favero, soprannominato "il filosofo" -.
Spero non si proceda con l'espulsione perché Toni ha dato tantissimo al partito e ha avuto un ruolo fondamentale anche nell'ascesa di Zaia. Dopodiché Salvini, a cui va riconosciuto il merito di averci risollevato in un momento difficile, dal Papeete in poi ci ha portato fuori strada: la Lega è un movimento di riforma istituzionale che per sua natura non può stare a destra. Allearsi con Le Pen e Orban è una negazione del nostro percorso».
ROBERTO VANNACCI SI TUFFA IL PRIMO GENNAIO A VIAREGGIO
«Quando si passa alle offese non ci sono giustificazioni - dice il capogruppo Alberto Villanova, considerato il delfino di Zaia e uno dei suoi possibili successori -. Da Re dovrebbe chiedere scusa. Dentro la Lega bisognerebbe capire che l'avversario è fuori, non dentro, e che questo è il momento di ricucire».
[…] Difficile capire cosa farà o dirà Da Re, che in quanto eletto è stato invitato al direttivo nella sede di Noventa padovana. Ieri si è trincerato dietro un «no comment». Il suo stato d'animo, però, non dev'essere molto diverso da quello sintetizzato in una delle sue battute più celebri: «Di verde, ormai, mi è rimasto solo il coccodrillo sulla Lacoste».
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