DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA…
Approvato l'accordo tra Ue e Turchia sui migranti. Lo annuncia il premier ceco.
Il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk ha messo sul tavolo dei 28 una proposta rivista, frutto del negoziato con Ankara, chiedendo ai leader di adottarla senza apportare cambiamenti. Si apprende da fonti Ue. Secondo la bozza, i rimpatri in Turchia dei migranti arrivati illegalmente in Europa prenderanno il via dal 20 marzo mentre si prevede un'accelerazione dei primi 3 miliardi di euro ad Ankara e l'apertura del capitolo negoziale 33 (quello che riguarda il budget) per l'adesione della Turchia all'Ue.
"Sono tornato a Bruxelles per un nuovo vertice: tutti questi eventi dimostrano che le relazioni Ue-Turchia e l'adesione della Turchia all'Ue sono importanti non solo per i rapporti tra Ue e Turchia ma per tutte le questioni internazionali". Così il premier turco Ahment Davutoglu al suo arrivo all'incontro con i leader Ue Tusk, Juncker e Rutte.
I 28 hanno trovato una posizione comune sui termini generali del negoziato con la Turchia nella crisi dei migranti - anche se non l'hanno formalizzata - ed hanno dato il mandato al presidente del Consiglio europeo Donald Tusk a trattare col premier turco Ahmet Davutoglu, tracciando il perimetro di manovra. Al termine della prima giornata i lavori del summit la cancelliera tedesca Angela Merkel ha sottolinea che le trattative saranno "tutto tranne che facili".
Il documento circolato a Bruxelles nella notte sembra però non soddisfare Ankara che chiede maggiori impegni sui tre miliardi aggiuntivi e sull'apertura dei capitoli per l'adesione all'Unione su cui grava il risoluto 'no' di Cipro. Tra gli scogli per raggiungere un'intesa con la Mezzaluna, c'è anche la trattativa sulle modifiche normative chieste per garantire alle altre nazionalità di richiedenti asilo la stessa protezione che già offre ai siriani. Il punto è fondamentale per poter attuare il rimpatrio di tutti i migranti e richiedenti asilo arrivati in Grecia.
A Bruxelles i leader hanno espresso 'caveat' e preoccupazioni, e sebbene nessuno in definitiva sia sembrato davvero intenzionato a rovesciare il tavolo, la partita - in cui anche Atene gioca un ruolo da protagonista - è molto complessa. L'atteggiamento resta costruttivo perché i capi di stato e di governo, con Merkel in testa, considerano l'accordo con Ankara cruciale per ridurre i flussi verso l'Europa, ma pesa il granitico veto di Nicosia all'apertura di nuovi capitoli per l'adesione della Turchia all'Unione, fino a quando Ankara non riconoscerà i passaporti ciprioti e non permetterà a navi e aerei del Paese Ue di usare i suoi porti ed aeroporti.
Anche alla cena Anastasiadis ha ribadito la sua riserva. I negoziati per risolvere l'annosa questione cipriota sono arrivati a buon punto, ma il timore è che in questo intrecciarsi di interessi e partite, la trattativa possa uscirne compromessa. Anche l'ultima versione della dichiarazione Ue-Turchia circolata non prevede l'apertura di capitoli negoziali, ma solo un lavoro preparatorio, che non "pregiudica" le future mosse dei Paesi Ue. Nonostante le numerose preoccupazioni espresse dai leader anche oggi, nella bozza di dichiarazione per ora resta invece la liberalizzazione dei visti entro fine giugno, un punto molto caro al presidente turco Recep Tayyip Erdogan, che si è già rivenduto la promessa ai connazionali.
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