DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Paolo Valentino per il Corriere della Sera
«Ciò che mi è chiaro, con questi risultati, è che da oggi è cominciato in Germania il dopo Angela Merkel».
Parlare con Joschka Fischer è sempre una sorpresa. L' ex ministro degli Esteri, l' uomo che traghettò i Verdi dal ghetto della protesta a partito di governo, ha sempre un taglio o una intuizione originale, quando si tratta di leggere la situazione politica federale.
Quali sono i dati più significativi del voto tedesco?
«I dati essenziali sono la drammatica sconfitta della Spd, il forte calo della Cdu-Csu, l' ingresso della AfD nel Bundestag come terza forza politica che determina una rivoluzione nel paesaggio politico della Germania, anche se non penso che durerà a lungo».
Cosa vuol dire?
«Che Alternative für Deutschland dopo questa vittoria avrà grosse difficoltà a tenere insieme il partito».
Lei non sembra troppo preoccupato dal successo di AfD.
«Al contrario, è una cosa che fa vomitare. E sicuramente vedremo un po' di Repubblica di Weimar nel Bundestag, con i quasi cento deputati di estrema destra. Ma la democrazia tedesca è forte e in questo senso AfD non costituisce una minaccia alla sua stabilità».
Perché così tanti tedeschi li hanno votati?
«La decisione della cancelliera di aprire le porte ai rifugiati nel 2015 ha certo giocato un ruolo, ma non solo. Non dobbiamo dimenticare la forte presenza dei neonazisti nell' Est. A questo aggiunga che gli ex Länder della Ddr sono più vicini all' Ungheria e alla Polonia, Paesi con forti pulsioni nazionaliste e xenofobe».
È la giusta scelta, quella della Spd di andare all' opposizione?
«Credo di sì. La Spd si deve reinventare dopo il suo peggior risultato di sempre. Sarà un processo doloroso».
E poi è anche l' unica possibilità di evitare che AfD sia il primo partito di opposizione con tutto quello che ciò comporterebbe.
«Sinceramente non penso che AfD abbia il potenziale per diventare un vero partito di opposizione. Può avere solo funzione di guastatore».
Il Bundestag con sei partiti è una ricetta per l' instabilità?
«Non penso. Anche se i compromessi saranno più difficili».
Ci sarà una coalizione di governo «Giamaica» tra Cdu-Csu, Fdp e Verdi?
«Il negoziato per la costruzione del governo durerà a lungo. La "Giamaica" non sarà affatto facile da concludere. In ogni caso prima del 15 ottobre, cioè prima delle elezioni in Bassa Sassonia, che avranno conseguenze anche sulla composizione del Bundesrat, non succederà nulla o quasi, perché nessuno si vuole legare le mani».
Lei dice che il dopo Angela Merkel è cominciato. Il quarto sarà il suo mandato più difficile?
«Sicuramente, perché il suo ruolo come leader del partito verrà sempre più messo in discussione. La sua fortuna è che almeno finora non ci sia una convincente alternativa a lei dentro la Cdu».
Quali conseguenze avranno per l' Europa queste elezioni?
«Cominciamo dalla Spd: se va all' opposizione, farà una opposizione filo-europea. Anche un governo "Giamaica", se va in porto, farà una politica pro-europea. Non ho dubbi su questo. Qualche problema, in compenso, a Merkel potrebbe crearlo la Csu, che ha avuto un pessimo risultato in Baviera e fra un anno rischia la sua maggioranza assoluta alle elezioni regionali, quindi potrebbe spingere il suo euroscetticismo».
In una parola, avremo una Merkel più o meno europeista?
«Io credo, anzi spero che la cancelliera si porrà il problema del suo lascito politico. Il problema è che deve chiarire a se stessa cosa vuole. Su questo Schulz aveva ragione: Merkel voleva avere successo con la depoliticizzazione della campagna elettorale, la cosiddetta smobilitazione asimmetrica.
MANIFESTO ELETTORALE DI ANGELA MERKEL
Ma con l' ascesa di AfD questo non ha funzionato».
Sarà in grado di riconquistare i voti perduti verso la destra radicale?
«Dovrà provarci, ma non solo Merkel, anche la Spd dall' opposizione. Centrale rimane la questione dove vuole andare Merkel: nei prossimi quattro anni dovrà dare di più, non solo attendere e poi scegliere la posizione che più le conviene».
È stato un errore della Spd non affrontare in campagna i temi europei?
«È stato un problema generale non tematizzare i temi europei, il che avrebbe permesso ai partiti democratici di differenziarsi con chiarezza da Alternative für Deutschland».
Schulz avrebbe vinto se avesse fatto una campagna elettorale alla Macron?
angela merkel tifosajoschka fischer
«Non lo so. Lo stile di Macron non è traducibile in Germania, ma io avrei messo sicuramente l' Europa al centro della battaglia elettorale».
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