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GHERARDO COLOMBO BENEDETTA TOBAGI
L’ex pm di Mani Pulite Gherardo Colombo non si candiderà alle elezioni comunali per diventare il prossimo sindaco di Milano. Lo ha comunicato lui stesso giovedì mattina con una nota. «Credo che la direzione e il senso del mio impegno non siano in questo momento in sintonia con il ruolo di sindaco - ha spiegato - che peraltro dovrebbe prevedere il supporto di una squadra di persone scelte con anticipo e ponderazione, competenti e fidate, con le quali condividere un percorso così importante per i cittadini».
La proposta arrivata dalla sinistra che non sostiene il candidato Giuseppe Sala, «mi porrebbe nella precisa posizione, almeno nella percezione generale, di chi esprime la sola sinistra della città. Una posizione nella quale non mi riconosco, pur condividendo alcuni principi di chi rappresenterebbe - ha concluso -. Per queste ragioni penso di non poter accogliere un invito portato con amicizia, passione e insistenza, da persone amiche che stimo. Alle quali va ora il mio sincero ringraziamento». Il suo nome era circolato nel caso - poi avveratosi- che Francesca Balzani si fosse sfilata dalla guida degli arancioni.
L’ex pm ha poi spiegato come la proposta di candidarsi a sindaco di Milano «ha prodotto in me una riflessione profonda e sofferta. Il motivo è legato proprio al mio attaccamento a Milano, all’importanza che hanno sempre avuto nella mia vita impegno e responsabilità e alla preoccupazione che i due principali candidati siano portatori di una managerialità efficiente ma lontana dai valori sociali e civili determinanti per un’autentica crescita della comunità».
Dopo le dimissioni dalla magistratura, otto anni fa, «ho intrapreso un percorso basato sull’indipendenza e sulla consapevolezza che la capacità di essere liberi sia il fondamento della democrazia - ha aggiunto -. La diffusione del senso della giustizia e del rispetto delle regole, in funzione del rispetto delle persone, credo costituisca la strada principale per esercitare consapevolmente la libertà e marginalizzare la trasgressivita’ drammaticamente diffusa nel Paese, a tutti i livelli».
Un percorso questo che «accogliendo la proposta di candidarmi, dovrei abbandonare, così come l’attività editoriale che considero decisiva per la stimolazione della conoscenza e, quindi, della libertà». Nell’area i candidati in corsa a questo punto rimangono in tre: Curzio Maltese, l’architetto Luca Beltrami Gadola e l’avvocato anti Italicum Felice Besostri.
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