DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO…
Stefano Folli per "la Repubblica"
GIUSEPPE CONTE OLIVIA PALADINO FANNO FINTA DI FARE JOGGING
Verso i giochi di potere e di corrente nel Movimento Cinque Stelle (i due mandati, la piattaforma di Casaleggio, le invettive di Grillo) è più che lecito mostrare disinteresse. Qualcuno li saluta come l' approdo del non-partito alla quotidianità decadente della politica romana, altri vi leggono un altro passo verso la disintegrazione di una forza che un tempo si pretendeva anti-sistema e oggi anela a essere una ruota dell' establishment .
In entrambi i casi il M5S sarà valutato per le scelte che vorrà compiere rispetto al governo Draghi, della cui maggioranza è parte significativa. Nonché per l' uso che intende fare, probabilmente in abbinata con il Pd lettiano, di quel 17 per cento circa che i sondaggi gli attribuiscono.
Resta il fatto che il futuro del "grillismo" passa in un modo o nell' altro per il ruolo di Giuseppe Conte. La popolarità dell' ex premier è ancora notevole, una specie di onda lunga di cui i 5S non possono in alcun modo fare a meno. Infatti vi si aggrappano come a un mantello in grado di coprire tutto il peggio del movimento e di esaltarne invece la residua vitalità. O forse solo la nuova immagine moderata.
Conte attende che le grane interne siano risolte, ma non è chiara la sua posizione sui vari aspetti che stanno appunto mettendo alla frusta il vecchio sodalizio "grillino": dai due mandati come limite massimo ai rapporti politico-commerciali con Casaleggio. E mentre attende, l' avvocato lascia che circolino le voci più disparate, compresa quella che lo vorrebbe alla testa di un nuovo partito personale, lasciando i 5S "miracolati" alle loro risse intestine.
rocco casalino e giuseppe conte
Al momento l' idea della lista autonoma ha tutta l' aria di un' astuzia per premere sul gruppo e condizionarlo. Ma non è questo l' aspetto che colpisce di più. Ciò che rende un po' bizzarro il rapporto tra l' ex premier e il mondo "grillino" è il silenzio. L' assenza dal dibattito pubblico di un personaggio che si era fatto conoscere durante i suoi due governi per essere fin troppo ciarliero.
DOMENICO ARCURI GIUSEPPE CONTE
Ora invece Conte tace. Non ha niente da dire, in apparenza, rispetto alle mille questioni che si aggrovigliano sul tavolo del governo e in Parlamento. Perché? La spiegazione che viene data - la più ovvia - è che la ferita della defenestrazione da Palazzo Chigi è ancora troppo recente. Ma si osserva anche come la riservatezza sia d' obbligo fintanto che la leadership del M5S non sarà resa ufficiale.
In realtà i silenzi di Conte sono singolari.
L' uomo che si prepara a guidare il secondo o terzo partito italiano avrebbe cento ragioni per intervenire. Per esempio sulle critiche che serpeggiano, anche da fonte autorevole, circa i ritardi e le inadempienze del suo esecutivo riguardo al piano per i vaccini. E ora addirittura si parla di una grave lacuna nel prendere atto dell' emergenza in Lombardia, un anno fa.
Conte non ha bisogno di una veste formale per replicare a chi lo attacca; come non ne avrebbe per dire la sua sull' economia a pezzi e sul Recovery tutto da riscrivere, secondo un' altra accusa. Difficile capire se tale invisibilità dipende dalla scarsità di argomenti a disposizione o invece dalla volontà di non creare tensioni con Draghi:
giuseppe conte beppe grillo luigi di maio
perché è inevitabile che ciò accadrebbe, basta vedere la linea editoriale della stampa più vicina all' avvocato. Il quale si affida in via esclusiva alla sua popolarità per supplire alla debolezza politica. Ma i sondaggi sono effimeri e a maggior ragione lo è la popolarità man mano che il tempo passa e i ricordi sbiadiscono.
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