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Marco Palombi per "Il Fatto Quotidiano"
La Chiesa cattolica e gli altri enti non profit, per quest'anno ancora non pagheranno l'Imu. O meglio: la pagheranno come hanno fatto finora e forse anche meno. Come anticipato dal Fatto Quotidiano qualche giorno fa, infatti, il combinato disposto tra il bizantino regolamento di attuazione emanato dal governo Monti a novembre e la mancanza della modulistica (non preparata dal Dipartimento delle Finanze del ministero Tesoro) ha comportato il fallimento della legge con cui Mario Monti ha bloccato la procedura d'infrazione aperta dall'Unione europea per aiuti di Stato (chiusa a dicembre col condono del pregresso).
Lo conferma una circolare emanata ieri dal direttore del dipartimento delle Finanze, Fabrizia Lapecorella, che ammette la mancanza e prescrive, sostanzialmente, che il non profit faccia quello che crede: paghi la rata di giugno, se ritiene di dovere, e poi i conti si faranno addirittura nel 2014. Un breve riassunto dell'intricata vicenda. Secondo la legge varata dal governo Monti, da quest'anno gli enti ecclesiastici e tutto il settore non profit sarebbero stati esenti dall'Imu solo per quegli immobili o quelle parti di immobili in cui non si svolgono attività commerciali.
Problema: come stabilire cosa si intende per attività non commerciale? Ci ha pensato, per così dire, un regolamento apposito: sostanzialmente sono quei servizi - alberghi, scuole, cliniche, ecc. - che offrono il servizio alla metà del costo medio di mercato nello stesso territorio. Sulla base di questi fumosi principi, gli enti interessati avrebbero dovuto compilare entro l'inizio di febbraio un modulo in cui indicavano quali parti dei loro edifici (e addirittura in quali giorni) erano sede di attività commerciali. Come avevamo anticipato, però, il modulo ancora non esiste e dunque non si sa chi e quanto dovrà pagare.
Per questo ora il ministero Tesoro diffonde la sua circolare che rimanda tutto all'anno prossimo. In sostanza, invece di pagare normalmente, quest'anno ognuno pagherà quello che crede ("secondo la migliore stima possibile") e poi per l'eventuale conguaglio ci si rivede nel giugno 2014, sperando che il modulo sia pronto.
Non solo, par di capire che il Tesoro sia quasi preoccupato di incassare troppo: se qualcuno infatti, scrive Lapecorella, nel 2012 pagava l'Imu su tutto l'immobile. Quest'anno potrebbe dover pagare meno grazie alla divisione in parti e quindi meglio rinviare di 12 mesi.
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