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Da “corriere.it”
Primi provvedimenti del governo di Tunisi dopo la strage di venerdì sulla spiaggia e in due hotel di Sousse, mentre i turisti stanno lasciando in fretta la Tunisia. Saranno chiuse 80 moschee che operano al di fuori del controllo statale e accusate di incitamento alla violenza. Lo ha annunciato il premier Habib Essid. «Queste moschee chiuderanno entro una settimana», ha detto Essid parlando a una conferenza stampa a Tunisi, aggiungendo che alcuni di questi luoghi «continuano a diffondere la loro propaganda e il loro veleno per promuovere il terrorismo».
Al momento si conosce la nazionalità solo di dieci delle 39 vittime: otto britannici, un belga e un tedesco.
Intanto Isis ha rivendicato su internet l’attentato contro i turisti a Sousse. «Un soldato del califfato» - viene affermato nella rivendicazione - ha attaccato le «tane della fornicazione, del vizio e dell’apostasia» e questo «malgrado le misure» di sicurezza «rafforzate attorno a queste tane». La maggior parte delle persone uccise appartengono a «Stati dell’alleanza crociata che combatte lo Stato del califfato». Pubblicata anche una fotografia del presunto attentatore, Seifeddine Rezgui, che si è dato il nome di battaglia Abu Yahya al-Kairouani. L’organizzazione terroristica islamica sunnita aveva già rivendicato l'attentato contro una moschea sciita a Kuwait City che ha fatto 27 vittime.
Contrariamente a quanto emerso subito dopo l’attacco, l’autore della strage era noto ai servizi segreti tunisini perché frequentava estremisti salafiti. Rezgui, 23 anni, apparteneva al gruppo universitario della Gioventù islamica. È quanto rivelano gli organi d’informazione tunisini che hanno ricostruito il profilo dell’attentatore. Secondo Kapitalis, lo studente frequentava un master in ingegneria informatica. Rezgui, nato a Gaafour, nel governorato di Siliana, era stato segnalato in alcune moschee salafite gestite da estremisti islamici, ma la sua fedina penale era pulita e non aveva partecipato a campi di addestramento in Libia.
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