1. ALLA FINE L’ULTIMO COMUNISTA, RE GIORGIO II, HA DATO L’INCARICO ALL’ULTIMO DEMOCRISTIANO ENRICO LETTA, CHE ERA NELLA STESSA CORRENTE DC DI ANGELINO ALFANO 2. MA IL GOVERNO NASCITURO HA IN SÉ ELEMENTI DI COMPLESSITÀ, DEBOLEZZA E DIFFICOLTÀ SUPERIORI AL PREVISTO, DOPO CHE GIULIANO AMATO È SALTATO PER I NOTI PROBLEMI DEL PD E PER LA NECESSITÀ DI SILVIO BANANONI DI DARE MAGGIOR SPAZIO AL PD STESSO PER CONSENTIRE LA NASCITA DEL GOVERNO ED AIUTARE RE GIORGIO NAPOLITANO

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DAGOREPORT

Alla fine l'ultimo comunista, Re Giorgio II, ha dato l'incarico all'ultimo democristiano: Letta Enrico aveva 26 anni quando la Democrazia Cristiana nel 1992 spariva dai radar, diventava partito Popolare per poi disperdersi nell'attuale Pd, in Forza Italia, negli ex casiniani e mastelliani e chi più ne ha più ne metta.

Ha avuto il privilegio di aver lavorato con uno dei grandi di quel partito, Beniamino Andreatta, grande economista che era stato consulente economico di Aldo Moro, ministro economico in svariati governi e genio vero, con grandi rapporti internazionali e con una distrazione leggendaria almeno pari alla genialità.

La scuola di Andreatta e il sodalizio con zio Gianni, custode dell'anima governativa di Berlusconi Silvio, sono le sue due chiavi di lettura. Ma il governo che sta per nascere ha in sé elementi di complessità, debolezza e difficoltà superiori al previsto, comunque superiori a quelle di cui si è a conoscenza, dopo che Amato Giuliano è saltato per i noti problemi del Pd e per la necessità del Pdl di dare maggior spazio al Pd stesso per consentire la nascita del governo e aiutare Napolitano Giorgio. Ecco perche'.

Uno.
Gli schemi temporali sin qui delineati sono saltati: Re Giorgio II ha dato l'incarico stamattina e non ieri sera; il governo non è pronto per oggi come pure s'era detto ma il premier incaricato inizia domani le consultazioni; niente giuramento domani pomeriggio e convocazione di Camera e Senato entro domenica per il voto di fiducia. Niente di drammatico, ma il calendario iniziale era diverso.

Due.
Molte complicazioni derivano, e si tratta di un vizio antico che né l'emergenza economica né l'impulso del Quirinale possono sanare d'un colpo, dalla composizione della squadra di governo: lo schema iniziale del 4-4-2-1 (quattro ministri al Pd, quattro al Pdl, due a Scelta Civica e un battitore libero quirinalizio) è saltato perché i posti sono pochi e gli appetiti tanti.

E' quindi ipotizzabile che le trattative sulla squadra prenderanno tempo e che bisognerà aggiungere almeno un terzo di ministri in più. E' difficile, come pure viene scritto, che (pur nel "familismo amorale" connaturato al nostro Paese) zio e nipote possano essere premier e sottosegretario alla Presidenza a palazzo Chigi.

Tre.
Il governo che sta per nascere appare, salvo smentite utili non solo a noi ma all'emergenza del Paese, più debole di quanto Re Giorgio II auspicasse e la stessa prudenza di Letta Enrico lo segnala. Rispetto ai ieri dunque le elezioni sembrano riavvicinarsi.

Quattro.
In positivo, va detto che con la caduta di Amato, la Lega può votare la fiducia al governo perché non ha o non dovrebbe avere pregiudiziali su Letta nipote e Berlusconi ha tutto l'interesse a tenere i leghisti agganciati. In tal caso bisognerà prevedere un ministro anche per i barbari sognanti.

 

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