“CHIARA, TI RICORDI QUANDO HAI AMMESSO A FEDEZ CHE TI SEI SCOPATA ACHILLE LAURO?” - IL “PUPARO” DEL…
1 - GRILLO: “MEGLIO BERLUSCONI DEI FALSI AMICI DI SINISTRA”
Francesco Maesano per “la Stampa”
COMIZIO DI BEPPE GRILLO AL CIRCO MASSIMO
Comizio blues. Sotto, ad ascoltarlo, pochi attivisti, forse cinquemila, numeri che scolorano di fronte all’imponente capacità del Circo Massimo. Sopra la band che punteggia di note uno degli interventi più politici di questa seconda vita di Beppe Grillo che, per un momento, sembra interrompere cinque anni di comizi impetuosi per farsi riflessivo.
«Magari, la nostra natura è essere meno istituzione. Fare meno proposte di legge e andare a fare da scudo umano in mezzo alla gente. Il parlamento è un’istituzione che non esiste più». Pausa, in attesa del responso della folla che subito lo sostiene.
GRILLO E CASALEGGIO AL CIRCO MASSIMO 2
Poi torna il Grillo di sempre, il buttadentro mediatico che le prova tutte per far salire tensione e attenzione, capace di ripartire dal posto con un nuovo slogan che cita il precedente: «O noi, o noi».
Martellante nei suoi attacchi a Renzi, come a cercare un corpo a corpo con un avversario che un po’ gli sfugge. «Renzi rottama più che puoi, facci ritrovare con il culo per terra. Dacci una scrollata che ne abbiamo bisogno». Un Grillo che pesca a piene mani dalla cronaca e arriva alla questione delle tessere che ha agitato il Partito Democratico. «Abbiamo più iscritti noi. Renzi è leader di un partito senza base, noi siamo una base senza leader».
BEPPE GRILLO ALL'INCONTRO CINQUESTELLE DEL CIRCO MASSIMO 5
Addirittura gli preferisce Berlusconi, «uno che combatte per le sue aziende, un nemico dichiarato. Meglio lui che questi finti amici della sinistra che da vent’anni fanno i c... loro». «È colpa mia – prosegue tornando alle Politiche del 2013 – avevamo vinto. Se c’era un altro presidente invece di vedersi di nascosto e fare una larga intesa, eravamo già al governo. Perché noi siamo in grado di farlo domani mattina. Invece ho sbagliato. Quando ho visto Renzi la prima volta, perché mi avete obbligato con un sondaggio in rete, ho agito d’istinto, ho visto uno che raccontava bugie e gliel’ho detto. Adesso lo prenderei per la testa e gli direi di fare presto a distruggere il Paese».
BEPPE GRILLO SUONA E CANTA AL CIRCO MASSIMO 5
Poi la stampa, come sempre in una posizione di riguardo nella gerarchia dei nemici del M5S. Tra gli attivisti presenti c’è qualche irriducibile che nel pomeriggio se l’è presa con una giornalista della Rai, accusando lei e la testata di «essere asserviti al regime di Renzi». Grillo tocca quel tasto e la melodia prosegue da sola: «Dobbiamo superare i pregiudizi di un’informazione malata. Non parlano più del Movimento, come se avessero una circolare».
La propaganda si fonde con la gestione degli affari interni. I sindaci del Movimento saranno pure meravigliosi, «ma alcuni sono più o meno buoni», precisa Grillo dal palco. Il destinatario della stilettata, Federico Pizzarotti, tra la folla non c’è, arriverà solo oggi: il venerdì è il giorno dei pionieri, tutti innamorati di Luigi Di Maio.
BEPPE GRILLO ALL'INCONTRO CINQUESTELLE DEL CIRCO MASSIMO
Il giornale edito dal Movimento, distribuito tra i gazebo, gli ha dato spazio con un editoriale in prima pagina. Meno affetto per Roberta Lombardi, l’organizzatrice della kermesse. Prendi una svolta tra un gazebo e l’altro e la trovi che discute con un gruppo di volontari che lamenta di non aver ricevuto l’assicurazione contro gli infortuni. «Onorevole...», l’apostrofa una. «A me onorevole non mi ci chiami – risponde lei – e se non vi piace l’organizzazione la prossima volta ci pensate voi, così io mi riposo e faccio la parlamentare».
2 - “ANDIAMO IN TV, APRIAMO LE SEDI” IL MOVIMENTO VUOLE FARSI PARTITO
Mattia Feltri per “la Stampa”
BEPPE GRILLO ALL'INCONTRO CINQUESTELLE DEL CIRCO MASSIMO
Oddio, stanno diventando buoni. O almeno ci provano: c’è il formaggiaio sardo col pecorino a pezzetti sul vassoio. «Guardi, sono un giornalista...». Ma allora due pezzi, dice, e sarà l’arte del commerciante: infatti indugia in spiegazioni sulla cagliata e la stagionatura, un piacere palatale da estendere anche alla casta farabutta dell’informazione.
Si beve il «caffè migliore del mondo», è il caffè equo e solidale, offerta libera e al cronista raccomandazione dolcemente paternalistica di fare il mestiere onestamente. Ogni stand ha un seggiola pronta - «s’accomodi che le spiego» - gli stand che visti dall’alto disegnano il contorno geografico d’Italia, e da dentro un labirinto per passare dal gazebo dell’Emilia Romagna a quello di Imperia a quello degli universitari a quello della provincia di Rieti a quello dei venditori di t-shirt, il più classico florilegio di rivendicazioni in filastrocca che il lettore conosce a memoria.
BEPPE GRILLO SUONA E CANTA AL CIRCO MASSIMO 2
E poi qui c’è altro da raccontare: i gazebo sono lì perché la gente ci entri e gli sia illustrato il perché e il percome. Tutti ben felici, i cinque stelle, di elencare le cose fatte e quelle da fare, e soprattutto, come dice Dario Violi, bergamasco e consigliere regionale lombardo, di abbandonare il tempo oscuro della «contrapposizione totale».
È ora di imparare a comunicare, dice, «anche se conserviamo la nostra critica al sistema di informazione». Ma, insomma, poi la critica prosegue, occasionalmente, con le pessime asprezze classiche, con le urla e gli spintoni ai componenti la troupe di Rainews, chiamati «venduti» e invitati a mollare il campo.
BEPPE GRILLO ALL'INCONTRO CINQUESTELLE DEL CIRCO MASSIMO
E sì che poco prima Davide Barillari (consigliere del Lazio alla cui presidenza fu candidato) aveva sostenuto la necessità «di imparare a diffondere le nostre idee e le nostre iniziative individuando nelle tv e nei giornali di regime, ora che siamo da molti mesi nelle istituzioni e che stiamo maturando, chi sono gli interlocutori più onesti». Toccherà anche di andare in tv, dice Giancarlo Cancelleri, capogruppo alla Regione Sicilia, «senza infilarsi in ogni pollaio, ma si valuterà quali sono i contenitori più adatti e soprattutto chi di noi dovrà andarci».
Tocca di cambiare, tocca di «capire gli errori commessi» - dice Barillari. Tocca di darsi un’organizzazione, non diciamo una struttura, per l’amor del cielo ché è sacrilegio, ma «un’organizzazione sì», dice ancora Cancelleri. Nessuno qui, per esempio, vuole sentir parlare di incoronazione del vicepresidente della Camera, Luigi Di Maio. Uno dei responsabili della comunicazione (un comunicatore che non vuole comparire nell’articolo, per dire come siamo ancora messi...) dice che si tratta soltanto di valorizzare, in questo raduno stellato, i volti noti. Ma il senatore Vincenzo Santangelo ha le definizione felice: «Di Maio sarà un perfetto ambasciatore».
BEPPE GRILLO ALL'INCONTRO CINQUESTELLE DEL CIRCO MASSIMO
E allora si va in tv, si prova ad abbandonare la plumbea diffidenza verso il resto del mondo, si offre a buon prezzo e con dedica il manuale del grillismo (Coerenza, un nuovo vocabolo nella politica di Leo Luongo e Simona Valesi), con una breve storia del movimento, le biografie e i riferimenti dei parlamentari. Si riconosce la necessità di un’organizzazione.
Quasi si sconfina nella profanazione accettando di chiamare «partito» il movimento, «perché in fondo la gente ci considera un partito», dice Barillari. Profanazione puro - se si pensa a un anno o sei mesi fa, alla retorica un po’ fastidiosa del web, della rivoluzione on line, del mondo nuovo - quando il lombardo Violi riconosce l’utilità molto novecentesca delle sedi, «visto che nelle valli bergamasche ci cercano fisicamente, vogliono sapere dove trovarci, vogliono parlarci guardandoci in faccia e sapere che cosa stiamo facendo».
BEPPE GRILLO SUONA E CANTA AL CIRCO MASSIMO
Si cita quasi alla lettera un recente editoriale nel quale Marco Travaglio sottolineava le alte percentuali di gradimento per i cinque stelle fra gli under 45, e il notevole calo fra i più anziani, disabituati alle salvifiche vie di internet, e legati all’informazione tradizionale, che sarà anche marcescente, come pensano qui, ma tuttora viva. Fare qualcosa, farlo subito.
Salta su anche Beppe Grillo, uno che riscatta con lo humour (sempre meno) il cupo pessimismo dei suoi interventi, ma ieri ci ha provato, diceva «entrate nei bar, andate nei circoli, nelle associazioni, abbracciate la gente, parlategli». Niente clic, qua la mano. Forse è la strada giusta, forse no, ma sarà il caso di mettercisi sopra alla svelta, se le poche migliaia di persone radunate ieri al Circo Massimo sono un segnale.
Ultimi Dagoreport
DAGOREPORT - NEL GRAN RISIKO BANCARIO, L’UNICA COSA CERTA È CHE MONTE DEI PASCHI DI SIENA È ORA…
DAGOREPORT - QUANDO LA MELONI DICE "NON SONO RICATTABILE", DICE UNA CAZZATA: LA SCARCERAZIONE DEL…
DAGOREPORT - AL PROSSIMO CONSIGLIO EUROPEO SARANNO DOLORI PER LA MELONI INEBRIATA DAL TRUMPISMO -…
DAGOREPORT – SIC TRANSIT GLORIA MUSK: A TRUMP SONO BASTATI MENO DI DIECI GIORNI DA PRESIDENTE PER…
DAGOREPORT! LA "POLITECNICO CONNECTION" MILANESE, CHE HA PORTATO AI DOMICILIARI STEFANO BOERI E…