DAGOREPORT – NEL NOME DEL FIGLIUOLO: MELONI IMPONE IL GENERALE ALLA VICEDIREZIONE DELL’AISE.…
E' la sentenza di primo grado, ovviamente da rispettare. Già al lavoro con gli avvocati per il ricorso in appello che verrà presentato a giorni: enorme la mole di documentazione che smentisce Stefanelli, ne riparliamo in secondo grado :)
Francesco Bonazzi per “la Verità”
Nella vita c'è chi nasce direttore e chi nasce scienziato. Andrea Romano, modestamente, li nacque entrambi e ormai da una dozzina d'anni svolge il suo magistero in televisione a tutte le ore del giorno e della notte, in qualità di grande esperto di politica. Una volta, però, tra il 2016 e il 2017, gli toccò lavorare brevemente sotto padrone, e che padrone: L'Unità di Guido Stefanelli e del gruppo Pessina.
Lo fecero condirettore da zero e poi lo fecero fuori, poco democraticamente, in soli otto mesi. Lui, dalemiano, poi blairiano, poi montiano, poi montezemoliano, poi renziano.
Allora ha fatto causa per diffamazione contro Stefanelli, che aveva motivato pubblicamente l' allontanamento con il suo assenteismo, ma nei giorni scorsi l' ha persa malamente è ora dovrà anche pagare le spese legali alla controparte.
Tranquilli, il nostro barbuto tuttologo tv ce la farà, perché nel frattempo è tornato a Montecitorio con le insegne del Pd, nel collegio blindato della sua Livorno, e con un solo stipendio mensile di Palazzo Madama si pagherà la causa persa. Peccato, però, perché sperava di levare 40.000 euro al muscolare Stefanelli, uno che c' entra con Antonio Gramsci come un generale serbo con Karl Marx. Ma niente, il giudice monocratico di Roma, Silvia Albano, non si è impietosita di fronte a questo baronetto postdalemiano la cui barbetta discetta e tracima dallo schermo a tutte le ore.
Eppure, l' ex ideologo di Luca di Montezemolo e della sua Italia (poco) Futura aveva depositato un ricorso al cui confronto i compagni in causa con l' Ilva sono dei privilegiati. Era successo che lo Stefanelli, intervistato da Huffingpost, aveva lavato un po' di mutande dell' Unità in pubblico: «Quello che era il condirettore dell' Unità lamenta di essere stato estromesso e cancellato dalla gerenza del giornale senza alcun preavviso. Ci dispiace che Romano ci sia rimasto male ma si è trattato solo di una presa d' atto della situazione. Infatti, il deputato del Pd ha deciso, in maniera unilaterale e senza alcun tipo di comunicazione all' azienda editrice e soprattutto ai colleghi giornalisti, di non presentarsi più in redazione dallo scorso 5 dicembre».
E non pago di averlo accusato di abbandono della nave come uno Schettino del giornalismo, il manager aveva aggiunto: «Un abbandono bello e buono da parte di Romano che, senza timore alcuno, arriva addirittura a immaginare una ritorsione da parte mia nei suoi confronti (). Per questo ascoltare e immaginare Andrea Romano a difesa dei lavoratori dei giornale fa letteralmente ridere. Forse è più credibile e veritiero vederlo a difesa dell' ultimo modello di iPhone e tablet richiesto con insistenza all' azienda».
Ecco, questa brutta storia del compagno condirettore, che tra il settembre 2016 e l' aprile 2017 aveva fatto da balia ideologica al direttore Sergio Staino, ma che si sarebbe scaldato solo per aumentare la propria connessione Internet con il mondo esterno, nei rari momenti in cui non è in onda, è stato proprio un colpo basso. Con tutti i «colleghi» che certo non per colpa sua hanno perso il posto di lavoro all'Unità, il baronetto di Livorno, che può vantare anche un dottorato a Torino sulle «Crisi e trasformazioni della società», (editoriali?) non poteva certo tollerare simili insinuazioni padronali e allora ha deciso di dare una lezione allo Stefanelli, presentando regolare denuncia per diffamazione. Solo che si è dimenticato di allegare le prove, par di capire a leggere la sentenza.
Nella pronuncia dello scorso 21 novembre, si legge che Stefanelli chiedeva il rigetto della domanda «in quanto le affermazioni costituivano legittima espressione del diritto di critica, fondata su fatti veri, ed eccepiva la mancata prova ed allegazione del danno patito». Dopo di che ecco due sganassoni come raramente si trovano in una sentenza: «Parte convenuta (Stefanelli, ndr) ha articolato prova testimoniale in ordine alla verità dei fatti riportati nelle dichiarazioni oggetto di causa. Non si ritiene, però di dar corso alla prova, che richiederebbe, comunque, di disporre il mutamento del rito, in quanto parte attrice nulla ha allegato in ordine al danno asseritamente patito».
E nel caso non fosse chiaro che l' onorevole professore Andrea Romano non ha proprio fatto i compiti, la giudice Albano aggiunge: «La domanda, quindi, deve essere in ogni caso da rigettare sotto il profilo della mancata prova della sussistenza del danno, del quale non sono nemmeno stati allegati i fatti da cui desumerne l' esistenza e la gravità». La prossima volta gli conviene rivolgersi a Barbara Palombelli, a Forum.
LA PRIMA PAGINA DI STAINO SULLA CRISI DELL UNITAAndrea Romano
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