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Francesca Schianchi per "la Stampa"
«Con l'elezione del presidente della Repubblica sono emersi due modi diversi di interpretare la sinistra». Pippo Civati, parlamentare, tra i giovani del Pd, sabato alla votazione che ha eletto Napolitano ha optato per la scheda bianca. Tentato a lungo dal nome di Rodotà . Lo diceva già una settimana fa: «Se il Movimento 5 stelle ci propone il nome di Rodotà , il Pd deve fare una riflessione».
Non l'ha fatta, e dopo i tre giorni più traumatici della storia del Partito democratico, con una segreteria dimissionaria e tensioni fuori controllo, il nome dell'ex presidente del Pds è diventato uno spartiacque tra, per dirla con il deputato monzese, «due modi diversi di intendere la sinistra».
Da una parte chi voleva Rodotà - come Sel, che lo sempre votato tranne nella votazione di Prodi, ma anche il ministro Fabrizio Barca, neoiscritto al Pd e già indicato come possibile competitor di Renzi, così come un uomo della sinistra legata al lavoro come l'ex leader Cgil Sergio Cofferati, che ha fatto una nota di sostegno insieme al segretario della Fiom Maurizio Landini, come una parte dei giovani deputati, l'ala più gauche del gruppo parlamentare -, dall'altra, chi invece non lo avrebbe mai fatto passare, considerandolo troppo laico o troppo di sinistra, «se si fosse andati al voto su Rodotà , i voti non ci sarebbero stati», spiega chiaramente uno dei giovani più in vista del Pd, Matteo Orfini.
Ora, dopo l'esplosione del Partito democratico, tocca capire come potrà di nuovo coagularsi la sinistra. Velocissimo a porsi il problema Nichi Vendola, già pronto a lanciare «un nuovo percorso, un nuovo cantiere» per «ricostruire dalle fondamenta una nuova sinistra di governo».
Ieri, da Twitter, l'appello: «C'è stato un travaglio, è stato un grande dolore. Ma c'è anche una nuova occasione per mettere insieme le forze dei beni comuni, del riformismo sociale: occorre riaprire la fabbrica di una nuova sinistra di governo». E opporsi a «forze assai potenti che impediscono al Paese una svolta a sinistra. Si vuole impedire il cambiamento. Questa classe dirigente volta le spalle al popolo del cambiamento. Si blinda nel Palazzo».
Ma chi potrà raccogliere la proposta, chi sarà interessato a partecipare, sabato 11 maggio a Roma, alla nascita di questo nuovo cantiere? «C'è un turbinio di persone del Pd che scrivono, chiamano, si informano. Ma lasciamo prima decantare questa situazione, sono ancora traumatizzati da quello che è successo», si danno tempo di capire dalle parti di Vendola, «certo non sarà una riunione di vecchi pensionati della rivoluzione».
Pezzi di Pd sono pronti a muoversi? O sarà Barca a catalizzare la loro attenzione? «Non si deve fare un partito a sinistra del Pd, bisogna occupare diversamente lo spazio che il Pd ha occupato (male) negli ultimi tempi», suggerisce dal suo blog ancora Civati. «Non dobbiamo spostarci noi verso Vendola - aggiunge - ma portare la questione dentro il dibattito congressuale del Pd».
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