liliana segre giorgia meloni

“LA RIFORMA CHE INTRODUCE IL PREMIERATO È ALLARMANTE, NON POSSO TACERE” – IN SENATO LILIANA SEGRE SPARA A ZERO SULLA RIFORMA TANTO CARA ALLA MELONI E LA PARAGONA A ROBA DA TROGLODITI PREISTORICI: “IL CAPO DELLO STATO NON SOLO VIENE PRIVATO DI FONDAMENTALI PREROGATIVE, MA SAREBBE FATALMENTE COSTRETTO A GUARDARE DAL BASSO UN PRESIDENTE DEL CONSIGLIO FORTE DI UNA DIRETTA INVESTITURA POPOLARE. ANCHE LE TRIBÙ DELLA PREISTORIA AVEVANO UN CAPO, MA SOLO LE DEMOCRAZIE COSTITUZIONALI HANNO SEPARAZIONE DEI POTERI, CONTROLLI E BILANCIAMENTI…”

Estratto dell'articolo di Franco Stefanoni per www.corriere.it

 

liliana segre

Attacco in Senato della senatrice a vita, Liliana Segre, alla riforma che introduce il premierato, […]  «Non dubito delle buone intenzioni della cara amica Elisabetta Casellati, alla quale posso solo esprimere gratitudine per la vicinanza che mi ha sempre dimostrato. Poiché però, a mio giudizio, il disegno di riforma costituzionale proposto dal governo presenta vari aspetti allarmanti, non posso e non voglio tacere». 

 

«Ulteriore motivo di allarme è provocato dal drastico declassamento che la riforma produce a danno del presidente della Repubblica», ha detto Segre nel corso della discussione generale sul ddl costituzionale, «il capo dello Stato infatti non solo viene privato di alcune fondamentali prerogative, ma sarebbe fatalmente costretto a guardare dal basso in alto un presidente del Consiglio forte di una diretta investitura popolare». 

giorgia meloni premierato

 

Parole schiette: «Non tutto può essere sacrificato in nome dello slogan, scegliete voi il capo del governo». «Anche le tribù della preistoria avevano un capo, ma solo le democrazie costituzionali hanno separazione dei poteri, controlli e bilanciamenti, cioè gli argini per evitare di ricadere in quelle autocrazie contro le quali tutte le Costituzioni sono nate». 

LILIANA SEGRE

 

«Aggiungo che il motivo ispiratore di questa scelta avventurosa non è facilmente comprensibile, perché sia l'obiettivo di aumentare la stabilità dei governi sia quello di far eleggere direttamente l'esecutivo si potevano perseguire adottando strumenti e modelli ampiamente sperimentati nelle democrazie occidentali, che non ci esporrebbero a regressioni e squilibri paragonabili a quelli connessi al cosiddetto "premierato"».

[…] «Mi colpisce il fatto che oggi, di fronte alla palese mortificazione del potere legislativo, si proponga invece di riformare la Carta per rafforzare il già debordante potere esecutivo.  […]». 

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