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DAGOREPORT – SE C’È UNO SPIATO, C’È ANCHE UNO SPIONE: IL GOVERNO MELONI SMENTISCE DI AVER MESSO…
“HO PAGATO 4MILA DOLLARI PER PARTIRE, UN VIAGGIO MOSTRUOSO” - I RACCONTI DEI MIGRANTI A LAMPEDUSA: “SONO STATO COSTRETTO A SMETTERE DI STUDIARE PER LA GUERRA, IL MIO SOGNO È PROSEGUIRE GLI STUDI IN NORVEGIA. IN LIBIA SONO RIMASTO DUE MESI: È MOLTO PERICOLOSO, È UNA PRIGIONE” - IL SINDACO TOTÒ MARTELLO: “MA QUALE EMERGENZA? È UNA SITUAZIONE PIÙ CHE CONSOLIDATA CONTRO CUI IL CENTRODESTRA SOFFIA SUL FUOCO E IL PD, IL MIO PARTITO, FA FINTA DI NULLA PER NON PERDERE VOTI”
Grazia Longo per “la Stampa”
Ci può stare una vita dentro un'enorme busta di plastica? Sì, ci può stare, se si tratta della vita di giovani migranti che hanno attraversato il Mediterraneo in cerca di fortuna. E se la vita comprende un semplice bagaglio con una coperta e un cambio di abiti rimediati dalle associazioni di volontariato.
Sono le quattro di un pomeriggio soleggiato, ma molto ventoso e quasi trecento migranti, 287 per l'esattezza, lasciano a scaglioni, sui pulmini, il centro di prima accoglienza di Contrada Imbriacola e arrivano al porto commerciale. Qui li attende il rimorchiatore Asso Trenta di Napoli che li condurrà sulla nave Azzurra per la quarantena.
Altri 400 hanno abbandonato l'hotspot lunedì pomeriggio per la nave quarantena Splendid e altri 1.517 sono rimasti ancora lì. Un'enormità se si pensa che, come ricorda il sindaco di Lampedusa Totò Martello, «il centro anche se è stato ristrutturato e ha nuovi padiglioni può accogliere al massimo 700 persone».
Le navi quarantena in realtà sono grandi e potrebbero ospitare più immigrati, ma le condizioni del mare agitato per colpa del Maestrale non favoriscono l'attracco al porto e quindi bisogna ricorrere al rimorchiatore. Sempre a causa del cattivo tempo, ieri non sono sbarcati sull'isola nuovi immigrati. Gli unici 17 arrivati al mattino li ha recuperati in mare proprio il rimorchiatore Asso Trenta.
«Erano su una barchetta naufragata a 60 miglia dalle coste libiche e lì sono stati salvati da una petroliera - spiega il comandante dell'Asso Trenta, Emiliano Astarita -. Ci hanno lanciato l'Sos e noi li abbiamo presi e portati qui». I giovani africani si intravedono sul ponte del rimorchiatore, qualcuno si affaccia per parlare con i giornalisti. «Ho 21 anni, vengo dall'Etiopia - dice un ragazzo in inglese -. Sono stato costretto a smettere di studiare per la guerra, il mio sogno è proseguire gli studi in Norvegia. In Libia sono rimasto due mesi: è molto pericoloso, è una prigione».
E ancora: «Ho pagato 4 mila dollari per poter partire, un viaggio mostruoso». È arrivato su un barcone di legno. Tra domenica e lunedì in centinaia sono giunti in questo modo. E i resti del loro passaggio si vedono ancora dall'altra parte dell'isola, al molo Favarolo dove i migranti ricevono le prime cure. Su una di queste carrette del mare si notano abiti stracciati, scarpe spaiate, calzini, foulard. Quel poco che resta della vita passata è ora dominio dei gabbiani in cerca di cibo.
salvatore martello sindaco lampedusa
«Sembra un po' di essere tornati a prima del naufragio del 3 ottobre 2013 - osserva Marta Bernardini, operatrice di Mediterranean Hope, programma rifugiati della federazione delle chiese evangeliche - quando arrivavano tanti pescherecci di legno, carrette del mare stracariche di migranti. Negli ultimi due giorni a Lampedusa è stato il delirio: troppa gente in momenti ravvicinati e con le navi quarantena che non potevano attraccare».
La volontaria, 33 anni, impegnata sull'isola dal 2014, ribadisce inoltre l'amarezza per «un disagio annunciato: ogni anno si ripete lo stesso copione, con la bella stagione incominciano gli sbarchi. Non è certo una novità e invece le istituzioni si fanno trovare impreparate. Senza contare poi che, tra il problema delle quarantene e quello del fermo amministrativo, molte Ong non possono più agire».
Sul «vuoto istituzionale, non solo italiano ma anche europeo» interviene infine il sindaco Martello: «La cabina di regia annunciata da Draghi è stata avviata solo dopo il mio appello. Per non parlare della latitanza dell'Europa che non si fa carico del problema.
Viviamo questa situazione dal '93 e ancora si parla di emergenza. Ma quale emergenza? È una situazione più che consolidata contro cui il centrodestra non fa altro che soffiare sul fuoco e alimentare odio razziale, mentre il Pd, il mio partito, fa finta di nulla per non perdere voti». Domani il sindaco sarà a Roma per incontrare la ministra dell'Interno Lamorgese. «Speriamo di non fare solo chiacchiere».
Toto Martello
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