
DAGOREPORT - IL PD GUIDATO DA ELLY SCHLEIN? E' COME "'A PAZZIELLA 'MMAN 'E CRIATURE". IL GIOCATTOLO…
DAGOREPORT - IL PD GUIDATO DA ELLY SCHLEIN? E' COME "'A PAZZIELLA 'MMAN 'E CRIATURE". IL GIOCATTOLO STA IN MANO AI BAMBINI. E LORO CHE FANNO? CI GIOCANO, SO' BAMBINI. E LO FANNO A PEZZI - CONFONDENDO LA LEADERSHIP CON L'AMBIZIONE, LA SEGRETARIA DEL PD SI E’ RINTANATA IN UN BUNKER: DIFFIDA DI TUTTI E SI CIRCONDA SOLO DEI SUOI “PASDARAN”: BONAFONI, ALIVERNINI E TARUFFI - NON SOPPORTA L’ASSE TRA CONTE E BETTINI; VIVE CON LA PAURA CHE BONACCINI VOGLIA SOSTITUIRLA AL PRIMO PASSO FALSO E CHE SILVIA SALIS LE FREGHI LA SEGRETERIA – SOSPETTI VERSO IL SINDACO DI NAPOLI GAETANO MANFREDI, POSSIBILE “PAPA STRANIERO” DEL “CAMPO LARGO” – ELLY DIFFIDA (EUFEMISMO) DI PRODI, CHE NON LA VEDE CANDIDATA PREMIER, E DI FRANCESCHINI, CHE LA PENSA ALLO STESSO MODO MA NON LO DICE - IL FASTIDIO VERSO MISIANI, GUALTIERI, MANCINI E ONORATO - VOLEVA ELIMINARE I ''CACICCHI'' MA HA RINCULATO CON DE LUCA E SOFFRE LE SMANIE DI EMILIANO IN PUGLIA - QUALCHE ANIMA PIA SPIEGHI ALLA GRUPPETTARA DI BOLOGNA CHE NON SIAMO ALL’OCCUPAZIONE DEL LICEO, NÉ TANTOMENO SUL CARRO DEL PRIDE DOVE SI È ESIBITA IN MODALITÀ “CUBISTA” SULLE NOTE DI “MARACAIBO” (VIDEO)
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A Napoli c'è un modo di dire che è perfetto per il Pd guidato da Elly Schlein: "'A pazziella 'mmano ìe criature". Il giocattolo sta in mano ai bambini. E loro che fanno? Ci giocano, so' bamni. E lo fanno a pezzi.
Dura e accidentata la vita per l'ex assessore alla Regione Emilia-Romagna, miracolata dal duo Enrico Letta e Dario Franceschini, che l'hanno issata al Nazareno come un burattino per poi risvegliarsi con una Evita Peron con l'eskimo.
La sua prima mossa fu di dichiarare guerra ai ''cacicchi'' del partito, ma oggi non ha la forza e tantomeno il coraggio per affrontarli. In Campania, per far quadrare il “Campo largo” con quel levantino di Conte, ha cucinato la candidatura del pentastellato Roberto Fico.
Peccato che per avere l’appoggio del bacino di voti gestiti da Vincenzo De Luca, dovrà concedere allo “Sceriffo” di Salerno la presidenza dell’assemblea regionale e l’assessorato della cuccagna, la Sanità, a un suo fedelissimo.
elly schlein e vincenzo de luca - vignetta by osho
Se entro agosto le prime condizioni andranno in buca, la terza, per la segretaria anti-cacicchi, è un rospo duro da ingoiare: dare la segreteria regionale del Pd campano a Piero De Luca, “primogenito di”, che Elly, appena arrivata, rimosse da vicepresidente del gruppo parlamentare alla Camera.
Allo schiaffo del declassamento, si aggiunse un cazzotto al mento della De Luca Dynasty: il commissariamento del Pd campano che, in termini politici, ha tolto il potere all’ex sindaco di Salerno di decidere i candidati alle politiche.
ELLY SCHLEIN E VINCENZO DE LUCA
Malgrado il Pierino di casa De Luca faccia parte della segreteria del Nazareno in quota riformisti, sono contrari al “sultanato per discendenza’’ gli stessi esponenti di primo piano della sua corrente, Guerini e Alfieri, che rilanciano l’eurodeputato Lello Topo come segretario regionale.
L’ambizione di potere di Elly (ne sa qualcosa il suo mentore Franceschini) è solo alimentata da tatticismi e dispetti, non possedendo l'abilità di guidare e influenzare la nomenklatura del partito, ispirandola e motivandola. Davanti al test importantissimo delle Regionali, la signorina forse si sta accorgendo che leadership vuol dire non solo impartire ordini, ma creare una visione condivisa (facendo sentire ogni membro del partito valorizzato e coinvolto).
Che non possieda visione strategica, capacità di comunicazione, intelligenza emotiva, è lampante in Puglia. L’eurodeputato Decaro, con le sue 500 mila preferenze, è spinto da tutti a candidarsi presidente della regione. Ma vuole aprire una stagione innovativa. Non vuole Michele Emiliano in lista, che da decenni comanda in Puglia e al quale è stato assicurato un seggio in Parlamento. Ma niente. La segretaria con una fidanzata e tre passaporti non riesce neppure a garantire questo.
Da mesi Elly non interviene. Giuseppe Conte è in attesa che il Pd soddisfi le richieste di Decaro, per poi appoggiarlo. Insomma, Elly si sta incartando. In compenso, vede fantasmi ovunque. Teme Conte, Franceschini, Orlando e non sopporta come racconta ‘’l’Espresso’’ il rapporto tra Conte e Bettini, che pure da mesi si è messo al suo servizio; vive con la paura che Bonaccini sia pronto a sostituirla al suo primo passo falso.
La poverina col naso ad apriscatole è affascinata dalla novella sindaca di Genova, Silvia Salis, ma teme che l’ex martellista, che ha sostituito la Boschi nell’olimpo di Renzi, le possa fregare la leadership. Per non parlare poi di Gaetano Manfredi, il sindaco di Napoli che potrebbe essere il “Papa straniero” da candidare come presidente del Consiglio, nel caso miracoloso che il “Campo largo” rimandi nelle Grotte di Colle Oppio la Meloni Family.
ROMANO PRODI - DARIO FRANCESCHINI - FOTO LAPRESSE
Diffida (eufemismo) di Romano Prodi, reo di aver detto senza troppi giri di parole che non è affatto detto che sarà lei la candidata premier del centrosinistra, e di Dario Franceschini, che non lo ha detto, ma lo ha fatto intendere.
Pensate che trattiene a stento anche il fastidio per quel santo uomo del sindaco Gualtieri; per non parlare di Claudio Mancini, il Richieleu della capitale, e verso tutto ciò che di nuovo si affaccia sul panorama politico nazionale vedi il rampante assessore di Roma, Alessandro Onorato, che si è messo in testa, sotto l’ala benedicente di Goffredo Bettini, di dar vita a una lista degli amministratori civici del Pd.
GAETANO MANFREDI VINCENZO DE LUCA
Perfino i rapporti con Antonio Misiani, da Elly scelto per commissariare il Pd campano, sono in freddo: Misiani non voleva la guerra con Vincenzo De Luca e cercava un compromesso con il presidente della giunta regionale campana.
Per farla breve, la leader del Pd ormai parla dei suoi progetti e dei suoi programmi solo con tre persone: il primo è la sua fedelissima Marta Bonafoni, fino a pochi mesi fa totalmente sconosciuta ai più; a seguire il portavoce-consigliere a cui lei si affida da anni, Flavio Alivernini; il terzo è Igor Taruffi, il capo dell’organizzazione del Pd a trazione Schlein.
antonio misiani giuseppe conte
I geni del cerchietto magico di Elly, diffidenti verso tutti, si limitano a partecipare ai Pride in giro per l’Europa. La loro azione politica si limita a sperare che Giorgia Meloni inciampi e che, per magia, Elly si ritrovi al primo piano di Palazzo Chigi.
Qualche anima pia spieghi alla gruppettara di Bologna che non siamo all’occupazione del liceo, né tantomeno sul carro del Pride dove si è esibita in modalità “cubista” sulle note di “Maracaibo”, gorgheggiando felice "Apnea" di Emma e "Mon Amour" di Annalisa.
matteo ricci alessandro onorato
Claudio Mancini - protesta muta alla camera sul decreto sicurezza
alessandro onorato evento roma cambia migliora l’italia (5)
roberto gualtieri (2)
flavio alivernini foto di bacco
marta bonafoni 44
elly schlein igor taruffi 4
SILVIA SALIS CON MATTEO RENZI
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