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LA LEGA ROMPE IL CORDONE SANITARIO CONTRO LE SVASTICHELLE DI AFD: CENTRODESTRA ITALIANO A PEZZI – DOPO CHE I SERVIZI TEDESCHI HANNO BOLLATO IL PARTITO DI ALICE WEIDEL COME "PERICOLOSO E ESTREMISTA", LA LEGA ATTACCA: "FURTO DI DEMOCRAZIA". FDI E FI RESTANO FREDDI: “SONO INCONCILIABILI CON TUTTO CIÒ CHE NOI SIAMO”, SIBILANO GLI AZZURRI. I MELONIANI RICORDANO LE “DISTANZE INSORMONTABILI” CON AFD MA PUNTUALIZZANO: “NON PUÒ PASSARE IL PRINCIPIO CHE..”
Estratti da la Stampa - Estratti
Quella del cordone sanitario attorno ai neonazisti di Alternative für Deutschland (AfD), è una storia che ha già spaccato in passato il centrodestra italiano. Durante l'ultima tornata elettorale per Strasburgo ad esempio, in fase di formazione delle famiglie politiche dell'Europarlamento e, da ultimo, al voto tedesco di pochi mesi fa.
Ora, con il bollino dell'intelligence di Berlino a minacciare l'esistenza stessa del partito (che detiene 152 seggi al Bundestag), gli schieramenti nostrani tornano a prendere posizione. Matteo Salvini, in primis: «Gravissimo. Dopo Francia e Romania, un altro furto di Democrazia? Solidarietà ad AfD e al popolo tedesco che, stando ai numeri, oggi li sceglierebbe come primo partito» è il messaggio affidato ai canali social dal vicepremier e leader della Lega.
L a simpatia di Salvini per Alice Weidel, d'altro canto, non è ignota, ed è legata anche a qualche possibile convergenza. In questo momento i due partiti non fanno parte della stessa famiglia politica europea (Patrioti per l'Europa, nel caso della Lega, e Europa delle Nazioni Sovrane, per AfD), ma non è affatto escluso che a breve i tedeschi possano confluire nel gruppo che la Lega condivide con il Rassemblment National di Marine Le Pen (poche settimane fa condannata per appropriazione indebita di fondi Ue) e Fidesz di Viktor Orban.
Meno coinvolti, e quindi più freddi, gli alleati italiani di Salvini. Sia Fratelli d'Italia che Forza Italia, infatti, non commentano ufficialmente preferendo tenersi fuori da «dinamiche interne a un altro Paese».
Tuttavia, a microfoni spenti, non si fatica a trovare distinguo molto netti rispetto alla linea politica del partito tedesco. «Sono inconciliabili con tutto ciò che noi siamo» trapela dagli azzurri, che ricordano come Antonio Tajani non abbia mai usato mezze misure anche quando si ipotizzava un governo interamente di destra per l'Europa. Idem, per quanto riguarda i meloniani che, a via della Scrofa, ricordano «le distanze insormontabili» con cui la premier liquidò l'opzione. Tuttavia, i partiti del centrodestra si schierano compattamente contro l'iniziativa dell'ufficio federale per la Protezione della Costituzione che ha classificato il partito tedesco come di «estrema destra», aprendo (senza alcun automatismo) a un suo possibile scioglimento.
Tanto in Forza Italia quanto tra i fedelissimi della premier trovano spazio i dubbi circa «questo tipo di interferenze all'interno della dinamica democratica». «Non può passare il principio che le maggioranze possono decidere quali minoranze debbano esistere» filtra, ad esempio, dal quartier generale di FdI.
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