Anche se i più nella Lega evitano stoccate pubbliche - l’ordine di scuderia di via Bellerio è chiaro: guardare oltre, al Veneto - il partito ribolle.
Non ha problemi a esporsi, come capita sempre più di frequente, il capogruppo al Senato e potente segretario della Lega Lombarda, Massimiliano Romeo: «Vannacci? Va bene il contributo di chi può dare un valore aggiunto, ma se si perde l’identità, il territorio e la militanza non ci si può meravigliare del calo di fiducia». Il risultato della Toscana, del resto, «si commenta da solo».
Considerazioni simili a quelle che fanno in privato il governatore della Lombardia, Attilio Fontana, quello del Friuli Venezia Giulia, Max Fedriga, e il presidente uscente del Veneto, Luca Zaia. Un fronte sempre più compatto, insofferente per le dinamiche di potere che si stanno cristallizzando intorno al leader, tacciato di ascoltare troppo i colonnelli del Centro Sud, da Claudio Durigon a Gianpiero Zinzi e Domenico Furgiuele. Tensioni che potrebbero tornare a galla nel consiglio federale del Carroccio, in calendario la prossima settimana.
Gli attriti tra le due anime della Lega - quella sovranista ormai vannacciana e quella vintage, che chiede un ritorno ai territori - è sempre più in chiaro. «Il flop in Toscana? Colpa dei vecchi poltronari della Lega», ribatte il portavoce del movimento di Vannacci, “Il mondo al contrario”, Massimiliano Simoni, unico eletto in Toscana.
Salvini ha una gran fretta di voltare pagina. Stasera sarà a Padova, dove lo aspetta Alberto Stefani, vicesegretario nazionale appena designato come candidato governatore del Veneto per il centrodestra.
Ci sarà pure Zaia, che alla fine dovrebbe accettare la proposta di correre da capolista per la Lega in tutte le circoscrizioni. Ma senza nome sul simbolo: ci sarà solo la scritta «Veneto».
(...)
Per FdI, che Vannacci lo mal sopporta e ha sempre smentito il timore di una concorrenza a destra, gongola Giovanni Donzelli: «Quando Matteo Salvini ha seguito in prima persona le elezioni in Toscana la Lega prendeva altri risultati... Ma massimo rispetto per le loro dinamiche». FI vede invece il bicchiere mezzo pieno.
Anche la Toscana, secondo Antonio Tajani, mostra che gli azzurri sono «la seconda forza del centrodestra». Non è solo questione di matematica, ma di rapporti di forza, fa capire il portavoce del partito, Raffaele Nevi: «Chiediamo maggiore attenzione da parte degli alleati sui tavoli dei dossier aperti nel governo». Frecciata alla Lega: «Se c’è un calo di consensi il peso politico diminuisce».









