DAGOREPORT – GIORGIA MELONI SFOGLIA LA MARGHERITA: VOLO O NON VOLO A WASHINGTON IL 20 GENNAIO…
Estratto dell’articolo di Tommaso Ciriaco per www.repubblica.it
C’è un’immagine di pubblica compattezza da preservare, anche se la Lega cerca di sgambettare Palazzo Chigi in ogni modo e prepara la sfida sul terzo mandato dei governatori. «A livello di politica interna – è l’analisi di Giorgia Meloni al Tg5 – l’opposizione fa il suo mestiere. La vedo più nervosa della maggioranza, che è compatta». Anche se poi è costretta ad aggiungere, perché è impossibile negare la realtà sotto gli occhi di tutti: «Ci sono sfumature diverse, certo, ma è normale. Stiamo insieme per scelta, quando c’è da trovare soluzioni le troviamo».
giorgia meloni e matteo salvini.
Un esecutivo che funziona e un Paese che cresce grazie alla destra: questa è la narrazione della presidente del Consiglio diffusa in prima serata. […] Meloni è in campagna permanente, come Salvini. Sostiene di aver garantito performance soddisfacenti in politica economica, nonostante una situazione «molto complessa». Giura anche di aver conquistato per l’Italia una «centralità» in politica estera che prima non c’era. In questa chiave, si appresta a volare in Canada per una missione preparatoria del G7: sarà lì a inizio marzo.
Fin qui la necessità di mostrarsi conciliante con l’alleato. A ben guardare, però, non c’è pace tra Salvini e Meloni. Nei fatti, nelle scelte, nei continui rilanci, nella diffusione di indiscrezioni attribuite a fonti anonime che inizia a ricordare i tempi del governo gialloverde.
È di ieri la mossa del Carroccio a favore di Luca Zaia: in commissione Affari costituzionali del Senato i leghisti presentano due emendamenti al decreto elettorale - che verranno già discussi in settimana - in cui si chiede di elevare da due a tre il limite dei mandati per i presidenti di Regione e per i sindaci di tutte le città, indipendentemente dalla popolazione. Un colpo diretto contro la premier, ostile alla novità: ora tocca a Meloni dare un parere, a rischio di spaccare la maggioranza.
Quella di Salvini, d’altra parte, è una rincorsa a perdifiato per recuperare terreno in vista delle Europee. Il vicepremier è stato il primo a incontrare i rappresentanti della protesta dei trattori e, se non fosse per un’agenda assai fitta, andrebbe al Circo Massimo giovedì per protestare assieme a loro. E ancora, ha già lanciato la sfida per la guida della Basilicata e attacca ogni giorno l’Europa (ieri per i negoziati sul Mercosur). Le elezioni di giugno sono ancora lontane.
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