giuseppe conte luigi di maio dario franceschini matteo salvini

PER SEPPELLIRE SALVINI BASTA IL PROPORZIONALE - PD E 5 STELLE HANNO GIÀ L’ACCORDO DI MASSIMA: A OTTOBRE SI TAGLIANO I PARLAMENTARI E POI SI FA LA LEGGE ELETTORALE: PROPORZIONALE PURO CON SOGLIA DI SBARRAMENTO AL 4%. CHE TAGLIERÀ I CESPUGLI E PORTERÀ LEU DI NUOVO NEL PD E (FORSE) DISINCENTIVERÀ RENZI A FARE LA SCISSIONE – I RISCHI: POTREBBE ESSERE IMPOSSIBILE GOVERNARE SENZA ALLEANZE E…

1 – INTESA SU TAGLIO DEGLI ELETTI E LEGGE ELETTORALE SBARRAMENTO ALTO CONTRO I PICCOLI PARTITI

Carlo Bertini per “la Stampa”

 

MATTEO SALVINI SI EMOZIONA DOPO IL VOTO CHE LO SALVA SUL CASO DICIOTTI

Meglio chiarirlo subito, prima di entrare nei tormenti dei due partiti di maggioranza sullo scoglio numero uno, capace di far franare ogni governo: Pd e 5Stelle hanno già un accordo di massima sulla legge elettorale. Che andrà in porto non prima di un mese, anche perché il premier - a quanto dicono in casa Dem - non intende correre a perdifiato, per non stressare il Pd alle prese con un tornante non da poco come l' abbandono della cosiddetta «vocazione maggioritaria».

Nicola Zingaretti Luigi Di Maio Giuseppe Conte

 

Taglio parlamentari a ottobre

giuseppe conte dario franceschini

I grillini aspetteranno dunque un mese per incassare il taglio dei parlamentari, poi si procederà con la riforma dei regolamenti delle due Camere e poi con quella del sistema di voto.Riforma su cui c' è un' intesa di massima, per il proporzionale puro. «Non ci impicchiamo sui tempi, questo deve essere il governo della fiducia reciproca», tende la mano Graziano Delrio. «A ottobre si può procedere con il taglio dei parlamentari, a patto si trovi un accordo su un testo condiviso di legge elettorale».

FOTOMONTAGGIO – LUIGI DI MAIO NICOLA ZINGARETTI

 

matteo salvini e la madonna by edoardo baraldi

E questo accordo potrebbe comportare una novità: ovvero una legge con soglia di sbarramento al 4%, che produrrebbe un doppio effetto. Il primo, un ingresso di Leu nel Pd. Il secondo, una torsione in senso maggioritario superiore - a detta dei tecnici - del Rosatellum oggi in vigore. Perché uno sbarramento al 4% dei voti produrrebbe il cosiddetto effetto «disproprozionale». Inducendo gli elettori a votare per i partiti più grandi, semplificando il quadro politico e tagliando via i "cespugli".

 

Il fattore Renzi è un problema

matteo renzi al senato

Ma come spesso avviene in politica, sono gli avversari ad accendere i riflettori sulle magagne degli altri e quindi è utile sentire cosa dice il salviniano Igor Iezzi in un corridoio della Camera, mentre al Senato il suo leader spara contro «l' inciucio a vita» inseguito da Pd e 5Stelle contro chi, come lui, propugna la tesi del «chi prende un voto in più governa».

igor iezzi 1

 

«Mica è così semplice per loro fare un accordo per passare al proporzionale puro: se mettono una soglia di sbarramento sopra il 4% - fa notare Iezzi - rischiano di non avere i voti dei piccoli partiti, che al Senato sono essenziali. Se la mettono troppo bassa, il Pd rischia di favorire la scissione di Renzi, dandogli qualche speranza di far eleggere qualcuno...».

 

Ecco il dilemma del Pd ben squadernato, al punto che a sentirselo ripetere mezz' ora più tardi davanti il portone di Palazzo Madama, prima di entrare alla riunione sul tema con Marcucci e gli esperti Dem, Delrio non può far altro che allargare le braccia, come a dire, lo so bene...Nessuno si nasconde infatti che col 4% si aprirebbe un problema con Renzi, che viene dato in uscita dal Pd per costituire propri gruppi parlamentari e in futuro una sua formazione, quotata per ora dai sondaggisti proprio intorno al 3-4%.

 

GOVERNO CONTE BIS BY TERRE IMPERVIE

Per non dire del problema numero uno: chi convincerà i fondatori, Prodi, Veltroni, Parisi che sia giusto abbandonare il maggioritario che faceva parte del Dna del Pd? Con la formula della soglia alta i Dem proveranno a tacitare i malumori.

 

Lotta contro il tempo Insomma, dice bene Iezzi, non è semplice la partita e infatti alla prima curva la macchina si incaglia. Un problema di tempi ce l' hanno infatti i grillini, che non possono dare troppa corda al Pd sulla legge elettorale tutta da costruire, perché se ritardano troppo a sbloccare il taglio dei parlamentari con l' ultimo voto atteso alla Camera, potrebbero venir subissati di attacchi sui social. E quindi per loro è cruciale la lotta contro il tempo.

 

giuseppe conte luigi di maio dario franceschini

I capigruppo Pd ieri si sono confrontati in vista di una probabile riunione allargata agli altri partiti della maggioranza. Gli esperti Dem, Marcucci, Delrio, Parrini, Migliore hanno fatto una prima ricognizione sui tempi e sulle varie riforme istituzionali in cantiere. I grillini hanno la garanzia che il taglio dei parlamentari sarà fatto a ottobre, il resto è tutto da costruire.

 

2 – DALLA CINA/ LAO XI: IL PROPORZIONALE M5S-PD CONSEGNA L’ITALIA AL CAOS

Lao Xi per www.ilsussidiario.net

 

luigi di maio dario franceschini

Ormai è praticamente è cosa fatta: l’Italia ritorna al proporzionale, proclamano i giornali, quasi che si trattasse di un’età dell’oro da cui il paese si è allontanato per dabbenaggine senile. Si vuole dire che ai tempi belli, quelli della Dc, il sistema di voto era proporzionale, con una correzione minima, e ora con il ritorno a quei tempi anche i momenti belli torneranno.

 

Ma non è così, e non solo perché le età dell’oro non ritornano, ma perché quel proporzionale formale si basava su una legge informale, che bloccava i due estremi, di destra e sinistra, dell’arco parlamentare. Il Pci e il Msi non potevano partecipare al governo. Il congelamento di fatto di un terzo dei voti e la centralità della Dc mediante il suo rapporto stretto con la Chiesa bloccava al governo un altro terzo dei voti. L’altro terzo fluttuava, convergendo alla fine comunque intorno alla Dc.

matteo salvini e matteo renzi si incrociano in senato 1

 

Stavolta invece il proporzionale, che fa parte dell’accordo di governo M5s-Pd, non sembra debba essere contemperato da regole non scritte che proibiscono a un partito il governo. Né per ora si parla di soglie di sbarramento intorno al 5% che per esempio in Germania tentavano di impedire l’effetto “Repubblica di Weimar” di moltiplicazione infinita di soggetti minuscoli che aumentano esponenzialmente l’entropia del parlamento. Inoltre, persino in Germania dopo la fine della grande forza di attrazione dei due blocchi popolare e socialista anche lo sbarramento al 5% ha minato la governabilità. Il problema in astratto è uno: come contemperare governabilità e rappresentatività.

Arturo Parisi

Certo, la rappresentatività non va uccisa a favore della governabilità. Ma se la rappresentatività uccide la governabilità, come successe con Weimar negli anni 30, allora alla fine la gente sceglie la governabilità anche a costo di uccidere la rappresentatività.

 

Il grande saggio del Pd Arturo Parisi ha spiegato: “Quello che conta è che da 14 anni si è tornati a una logica spartitoria dentro e tra i partiti che ormai domina il paese. Solo Comuni, Regioni ricordano che ci fu un brevissimo periodo nel quale si immaginò che il tutto venisse prima delle parti. Chi mai potrà mettere mano alla soluzione della questione del debito pubblico con un assetto di questo tipo?”.

 

REPUBBLICA WEIMAR

Questo era il problema che si voleva correggere per anni modificando il proporzionale quando saltò il veto al Pci e al Msi. Oggi un proporzionale puro potrebbe portare a 10, 20 o anche 30 partiti in parlamento; sarebbe impossibile governare così. Ora che si va indietro, non si apre l’Italia a un nuovo effetto Weimar? Certo la storia non si ripete identica. Non c’è l’inflazione straordinaria della Germania degli anni 30, ma ci sono segnali profondi di sfiducia della gente dalla politica, come abbiamo già scritto. Solo il 50% della gente va a votare, gli italiani investono all’estero invece che in patria, mandano i figli a studiare e lavorare all’estero mentre il 10-15% della forza lavoro regolare in Italia paga le tasse ma non vota.

LA CRISI TRA DI MAIO E SALVINI BY OSHO

 

Questi problemi profondi e reali non sono toccati dal patto sulla nuova legge elettorale, che sembra volere togliere il premio maggioritario al 40% per timore che oggi lo prenda la Lega. La Repubblica di Weimar spalancò la strada di Hitler al potere perché non affrontò i problemi reali, a cominciare da quello dell’inflazione, non perché avesse predisposto un artificio che gli consentisse di avere pieni poteri. Oggi il ritorno di un Hitler appare per il momento almeno molto difficile. Gli Stati europei sono sottoposti a forti contrasti reciproci e con gli Stati Uniti. C’è violenza verbale ma, per fortuna, non c’è quella violenza diffusa per le strade di allora. Il problema simile agli anni 30, però, è lo scioglimento della capacità di decidere dello Stato, che apre un enorme vuoto politico.

 

matteo salvini luigi di maio nicola zingaretti by gianboy

Tale vuoto ha un impatto sull’economia, perché imprese grandi e piccole perdono referenti strategici politici e perché il vuoto di decisione politica viene riempito da altri, e ciò, di nuovo, a lungo termine, ha un impatto sull’economia. È vero, alcune imprese eccellenti fanno molto bene, ma nel suo complesso l’economia italiana è ferma da almeno 15 anni. Ma in questo modo, e con l’aggiunta del proporzionale, il paese progressivamente si scioglie, e in tale disfacimento aumentano le grida per l’uomo forte che avvelenano il dibattito politico. E tutto, così, si avvita.