DAGOREPORT – DANIELA SANTANCHÈ NON È GENNARO SANGIULIANO, UN GIORNALISTA PRESTATO ALLA POLITICA…
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“Se uno dice una parolaccia contro mia mamma, si aspetti un pugno. Non si può provocare, non si può insultare la fede degli altri”. Battuta naif da finto parroco di campagna o messaggio politico raffinato, quello di Bergoglio sul volo che lo portava nelle Filippine? Messaggio politico, e diretto all’Islam: anche noi reagiamo se ci insultano.
Papa Francesco è parecchio preoccupato, dopo le stragi di Parigi, e conoscendo la profonda debolezza – anche di intelligence – del Vaticano, ha voluto tendere la mano ai musulmani, facendo capire che è solidale con chi difende la propria religione insultata. Anche se ovviamente non intendeva giustificare il sangue.
BERGOGLIO CORNA VIGNETTA VAURO - BERGOGLIO PAPAGNO
Insomma, con quella che sembrava una battuta innocente, e magari un po’ sfuggita di mano, il pontefice ha voluto mettere in sicurezza il Vaticano che è dotato di una Intelligence inesistente che si appoggia a quella italica.
La corsa alla sicurezza, del resto, coinvolge tutto l’Occidente. La Germania sta investendo milioni di euro per migliorare i propri sistemi di intelligence e sta seguendo le orme della tanto contestata amministrazione Usa, fino a qualche settimana fa giudicata troppo invasiva.
Gli Stati Uniti del resto, dall’11 settembre in poi, hanno sventato 1.440 attentati e li hanno evitati con i propri sistemi, alla faccia di Assange e Snowden. Ma adesso è anche il momento della massima prudenza, così Obama si è detto contrario all’inasprimento delle sanzioni contro l’Iran chiesto dai repubblicani.
bandiera isis piazza san pietro vaticano
In Italia, l’allarme seguito alle stragi francesi ha prodotto una messa a punto della macchina della sicurezza. Palazzo Chigi si è reso conto, a partire dalla vicenda dei cosiddetti “foreign fighters”, che ne sanno di più i poliziotti di Alessandro Pansa che non i servizi segreti. E non a caso Marco Minniti, sottosegretario con delega ai servizi, progetta di spostare il generale Mario Parente dal Ros dei carabinieri all’Aisi, dove il numero uno Arturo Esposito è del resto già in pensione.
Del generale “riarmo” spionistico ha fatto le spese direttamente anche Matteo Renzi. Il premier italiano fa tutto con il telefonino ed è un grande utilizzatore dei messaggini. Ebbene, poco dopo la Befana tutti i suoi messaggi sono stati risucchiati da un programma-spia come quelli che usano i servizi Usa. Ad avvertire Renzie sono stati i tedeschi, che sapevano in tempo reale i suoi spostamenti ad Abu Dhabi.
matteo Renzi e lo sceicco Mohammed Zayed Nahyan
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