DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Estratto dell’articolo di Matteo Pucciarelli per “la Repubblica”
Il traino "riformista" del Terzo polo a Milano, la metropoli con gli stipendi più alti d'Italia, dove nel collegio del centro città l'accoppiata Iv-Azione il 26 settembre prese il 23%; la capacità di parlare alla provincia profonda lombarda, montana e valligiana, degli ex leghisti. Se l'operazione andrà in porto lo si saprà dopo domenica, ma lo schema di Letizia Moratti è chiaro.
Conquistare la terza lista - oltre alla propria civica e alla federazione renzian-calendiana - a sostegno della propria candidatura a presidente della Regione Lombardia, quella del Comitato Nord capitanato da Umberto Bossi, avrebbe un senso politico chiaro, cioè allargare la base dei consensi a mondi molto diversi tra loro. «Moratti e Bossi hanno un ottimo rapporto da sempre, sin da quando furono ministri assieme nel secondo governo Berlusconi », racconta chi lavora fianco a fianco con la ex sindaca di Milano. Il rapporto personale tra lei e il Senatur non si è mai interrotto in questi anni, problemi di comunicazione non ce ne sono insomma.
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LA PRESENTAZIONE DELLA CANDIDATURA DI LETIZIA MORATTI
Sarà anche per questo che con Moratti, nella civica ma pure nella lista terzopolista, sono arrivati da tutte le parti: ex leghisti, ex 5 Stelle, ex pd o comunque civici di sinistra, finanche provenienti dall'esperienza di Giuliano Pisapia. Per Matteo Renzi e Carlo Calenda più ancora che la Lombardia è Milano e la sua area produttiva (produttiva, europea e tutto il resto) il fortino simbolico da conquistare definitivamente. Dove si è tenuta la contro-manifestazione pro-Ucraina? A Milano. Dove l'assemblea di Iv per dare il via libera alla federazione? Sempre Milano.
CARLO CALENDA ALLA PRESENTAZIONE DELLA CANDIDATURA DI LETIZIA MORATTI
Intanto sulla Nuova Padania , giornale online che ha preso idealmente il posto del vecchio quotidiano del Carroccio, si legge che sarebbe «meglio arrivare al dunque, augurarsi che resti il veto di Salvini, che il Comitato Nord vada per la sua strada e dimostri di avere le gambe per camminare». Sempre più militanti inferociti chiamano il segretario federale "ministro del Ponte sullo Stretto", su 5 mila iscritti al partito lombardo ben 1.500 hanno aderito alla corrente bossian
I quattro consiglieri regionali che hanno formato il gruppo al Pirellone - l'ultimo giorno utile per poter presentare una lista senza dover raccogliere le firme - potrebbero diventare sei a giorni, tra loro ci sono anche eletti che un loro giro di preferenze lo hanno: da Roberto Mura a Pavia a Max Bastoni su Milano. Poi ci sono i neoeletti segretari di federazioni di peso come Bergamo e Brescia, il sindaco di Pavia Fabrizio Fracassi che è un ottimo amministratore, tutta gente in mezzo al guado che in queste ore deve decidere sul da farsi. Il sogno accarezzato da molti sarebbe trovare la via legale per scippare alla Lega per Salvini premier il simbolo della Lega Nord di cui Bossi è presidente a vita, quell'Alberto da Giussano che da solo farebbe da sigillo di qualità, per così dire. «Bossi ci chiede di concentrarci sul radicamento in Lombardia, lavoriamo non per spaccare la Lega ma per salvarla», assicura l'eurodeputato Angelo Ciocca, il co-promotore del Comitato con Paolo Grimoldi, uomo da 90 mila preferenze nel 2018. Va da sé però che ora tocca ai super-salviniani alla guida del partito decidere se accettare la consulenza padana: la risposta è attesa entro domenica. Andasse male, Moratti è lì con le braccia aperte.
matteo salvini e umberto bossiumberto bossi e matteo salvini
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