DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Francesco Bonazzi per Dagospia
Ogni giorno ha le sue pene per Lettanipote, commesso viaggiatore di quel che resta da vendere della ricchezza patria. Da Doha, dove sta tentando di piazzare i tappeti bucati di Alitalia agli emiri, il capo del governo di Mezze Intese annuncia che andrà all'inaugurazione delle Putiniadi di Sochi, unico tra i capi di Stato dell'Occidente.
Spiega che ci va con il permesso di Giorgio Napolitano, però la fantozziana precisazione non gli basta a evitarsi la rampogna di Renzie, che trattandosi di gay non si espone direttamente, ma manda avanti cinque fedelissimi.
"Ci auguriamo che il premier Letta ci ripensi, non si contrasta certo così la politica discriminatoria nei confronti dei gay e delle minoranze perpetuata da Putin", dicono i senatori del Pd Claudio Moscardelli, Francesco Scalia, Nadia Ginetti. Isabella De Monte e Mario Morgoni.
Ma in realtà c'è poco da stupirsi per almeno due motivi. Il primo è che l'Italia è tra i pochi paesi "sviluppati" dove non ci sono leggi sui matrimoni omosessuali e dove l'omofobia non è reato. Il secondo è che dipendiamo dagli scambi commerciali con Mosca non solo per il gas, ma su tantissimi fronti. La ragion di Stato, ancora una volta, avrà meglio della ragione.
E la ragione di numeri e numeretti prevarrà anche sull'orgoglio ferito di Arcore. Visto che il Giornale di Sallustioni e della pitonessa Santadechè è partito borsetta in resta contro il figliol prodigo Casini, oggi è il Banana in persona a dare "il benvenuto" al ritorno di Pierfurby nel centrodestra.
Insomma, con buona pace di qualche falco, sono stati archiviati in soli 14 mesi i tempi in cui Silvio Berlusconi urlava che "Monti, Fini e Casini sono il trio sciagura". Il fatto è che con lo sbarramento di coalizione al 37% tutto fa brodo pur di evitare il secondo turno di ballottaggio, dove il Cainano teme la pigrizia dell'elettorato moderato. E pazienza se per accogliere Casini tocca incassare il mugugno di Bobo Maroni e della Lega, per altro miracolati dall'Italicum con un codicillo poco più che "ad personam".
A proposito di leggi "ad personam", per la serie "Ecco a che serve l'Europa" (a scoprire l'acqua calda) oggi arriva un rapporto di Bruxelles sulla corruzione secondo cui da noi il malaffare varrebbe 60 miliardi l'anno, ovvero il 4% circa del pil.
Nel rapporto si ammette che sono stati compiuti dei passi in avanti con le norme anticorruzione e con la legge Severino sull'incandidabilità , ma si ricorda che restano nodi irrisolti come il falso in bilancio, la riforma della prescrizione, l'autoriciclaggio e il reato di voto di scambio.
E si denunciano i tentativi di combattere la corruzione ostacolati dalle leggi ad personam approvate ai tempi di Berlusconi. Tutta roba già sentita? Certo, ma quello che domani molti giornali faranno finta di non vedere è che nello stesso rapporto Ue si denunciano i rincari "fino al 40%" delle grandi opere, alta velocità in testa.
Per finire la giornata con un tocco di classe, ecco le ultime dalle truppe di Grillomao. Oggi "il pestaggio mediatico", per dirla con la Boldrinmeier, è toccato a Daria Bignardi, Sofri e Corrado Augias. Per Lettanipote, sempre da quell'oasi di benessere e democrazia che sono gli Emirati Arabi Uniti, siamo di fronte a "una barbarie senza fine".
Per Giovanni Sartori, interpellato da Dagospia, bisognerebbe semplicemente avere il coraggio di applicare la Costituzione e impedire il voto in Aula ai deputati che non riconoscono il dovere di "rappresentare la nazione" (articolo 67), ma si dichiarano semplici portavoce di privati cittadini che li teleguidano da fuori, come sarebbero Beppe Grillo e il guru Casaleggio.
PUTIN E MEDVEDEV A SOCHI LETTA E AL NAHYAN d f a bad c fd c bebbbfa e e df b e b e a BERLUSCONI PISTOLA PUNTATA A CASINI CORRADO AUGIAS OSPITE DELLA BIGNARDiIsabella Gherardi Giovanni Sartori BEPPE GRILLO INCONTRA LA STAMPA ESTERA
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