VIDEO-FLASH! - L’ARRIVO DI CECILIA SALA NELLA SUA CASA A ROMA. IN AUTO INSIEME AL COMPAGNO, DANIELE…
Massimo Gaggi per il Corriere della Sera
Frasi brevi, possibilmente di due parole. Uso di parole che, salvo rare eccezioni, contengono solo una o due sillabe. E che vengono ripetute fino alla noia: «believe me», credetemi, e poi «not good», «sad», «so wrong«, «disgrace» per declinare i vari gradi di disapprovazione.
Grammatica sconclusionata. Linguaggio iperbolico. Salti logici che hanno indotto qualche analista a ipotizzare un deterioramento delle capacità mentali del presidente. Eppure i sondaggi dicono che Donald Trump, inviso all maggioranza degli americani, rimane assai popolare tra i suoi elettori. E, comunque, raccoglie più consensi di Hillary Clinton.
Salti logici
Trump divaga spesso: convoca la stampa per un annuncio e poi parla d' altro. Nei comizi gigioneggia, apre e chiude siparietti. «Instabilità mentale» hanno sentenziato alcuni psicologi. Ma se il miliardario entrato in politica qualche problema di tenuta della concentrazione probabilmente ce l' ha, il saltare di palo in frasca sembra un scelta studiata a tavolino per valorizzare le sue capacità istrioniche e di showman acquisite negli anni dell' esperienza televisiva di The Apprentice , il suo reality.
Niente discorsi paludati da politico professionista. Meglio i continui cambi di rotta: spezzano la noia, possono divertire e lo avvicinano alla gente comune. «Colpisce che a rompere le regole dell' oratoria sia un presidente» dice la linguista Jennifer Sclafani che studia The Donald da due anni e in autunno pubblicherà un saggio su di lui, Talking Donald Trump , «ma quella di inserire in un discorso notazioni di tutt' altra natura è una pratica comune, lo facciamo tutti».
Lealtà, non programmi
Demolendo oltre due secoli di fiducia nelle istituzioni democratiche, Trump invita gli elettori a fidarsi ciecamente di lui senza perdere tempo a esaminare astrusi programmi o a chiedersi se le sue mirabolanti promesse elettorali siano realistiche. E pretende dagli uomini che occupano posizioni chiave nella gestione del Paese fedeltà assoluta al presidente.
il giuramento di donald trump 5
Così indebolisce la democrazia americana, ma mantiene il consenso della sua base elettorale per la quale le logiche di fedeltà tribale sono molto più comprensibili dei meccanismi dei pesi e contrappesi istituzionali («checks and balances»). Il duro che attacca tutti, anche gli alleati che non lo soddisfano, piace ai fan, ma nel giocare questo ruolo Trump paga un prezzo politico alto: condannando Sessions per la sua scelta di autoescludersi dai giudizi sulle questioni Trump-Russia in modo da evitare ogni possibile conflitto d' interessi, il presidente ha umiliato il suo alleato più fedele disorientando l' intera squadra della Casa Bianca: nessuno è al riparo.
Sedurre e insultare
Non è solo l' eterno aggettivo tremendous usato per amplificare giudizi negativi e positivi. Alle donne che lo accusano di condotte sessuale riprovevoli dà delle bugiarde.
Quando queste lo denunciano perché si sentono insultate, lui si difende in tribunale sostenendo che il suo era chiaramente un artificio oratorio: non andava preso alla lettera. Con la stessa tecnica si sottrae a rese dei conti giudiziarie quando accusa qualche suo avversario politico di essere un traditore (o Obama di essere un presidente illegittimo perché nato fuori dagli Usa). Alla fine fa una mezza marcia indietro mascherata da battuta ironica e tutto finisce lì.
Microfrasi, monosillabi
I suoi alleati: «great people».
La sua filosofia: «win big».
Jeb Bush: «low energy». Rubio: «Little Marco». Gli odiati nemici della stampa: «fake news» e il New York Times puntualmente chiamato «giornale fallito». Gli avversari elettorali li ha demoliti, ma al Times Trump continua a dare interviste esclusive.
donald trump sugli attentati di bruxellesdonald trumpdonald trumpdonald trump ted cruz is a pussy 3
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