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Fabio Cavalera per Corriere della Sera
spider, alla tate modern di londra
Londra è la città più «influente» al mondo. O la più «potente». Dipende da come si vuole tradurre «influential », che è la parola usata dalla rivista americana Forbes per compilare la classifica delle dieci metropoli che nel mondo contano di più. In ogni caso la sostanza non cambia.
Giustamente, si deve sempre osservare queste statistiche con una certa cautela. A volte sono un discutibile giochino di numeri. Ma in questo caso i fattori individuati per la valutazione finale rispondono a obiettive verità.
I «giudici», per riassumere, hanno tenuto conto del peso economico e finanziario delle capitali, della tradizione storica, della propensione alla innovazione tecnologica, degli investimenti esteri, della stabile presenza delle multinazionali, della apertura alle diverse etnie, della connessione con gli altri poli globali, della massiccia presenza dell’industria dei media e di Internet.
Risultato: Londra (che ha il record di giovani start-up tecnologiche) è davanti a New York, a Parigi, Singapore e Tokyo (poi Hong Kong e le emergenti Dubai e Pechino). Non è soltanto la City con la sua «potenza di fuoco» a funzionare da traino. Più in generale, è il motore della modernità che gira a pieno regime.
Londra è il ponte naturale fra il capitalismo dell’Ovest e dell’Est. E, superando l’onda della crisi, è diventata capitale mondiale della comunicazione, dell’arte, della cultura. Sta ora insidiando i fortini tradizionali della moda e del turismo. Medaglie da esibire.
Nella classifica di Forbes , però, va colto anche un elemento sottotraccia. Il primato di Londra nasconde la contraddizione britannica. Che è questa: la ricchezza, il potere, l’apertura e la flessibilità sociale si sono concentrati nella capitale, lasciando indietro il resto del Regno Unito.
arabi spendono tantissimo per lo shopping a londra
Il differenziale di crescita fra il Sud britannico raccolto attorno alla sua «stella polare» e il Nord è spaventosamente aumentato. L’Impero è sepolto. Londra marcia per conto suo. La vera sfida per la classe dirigente del Regno Unito sarà ridistribuire agli altri vagoni britannici (poveri o in difficoltà) una quota dell’energia e delle virtù accumulate lungo le rive del Tamigi.
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