DAGOREPORT – NEL NOME DEL FIGLIUOLO: MELONI IMPONE IL GENERALE ALLA VICEDIREZIONE DELL’AISE.…
Gian Antonio Stella per il “Corriere della Sera”
luigi di maio andrea roventini
Sfidando impavido l'adagio di Arthur Bloch, secondo cui «la cravatta pulita attrae sempre la zuppa del giorno» (figuratevi «'a minestra maritata» a Pomigliano) Luigi Di Maio si è incravattato perfino nella foto Facebook del pranzo pasquale con mammà e papà. Se sia rimasto immacolato dagli antipasti alla colomba o si sia allacciato solo al momento dello scatto non si sa.
Presidenziale. L'abbigliamento, come scrisse nel libro Psicologia del vestire Umberto Eco, «riposa su codici e convenzioni, molti dei quali sono robusti, intoccabili, difesi da sistemi di sanzioni e incentivi tali da spingere gli utenti a parlare in modo grammaticalmente corretto il linguaggio dell'abbigliamento, pena il bando della comunità».
Dunque «parla il fatto che io mi presenti alla mattina in ufficio con una regolare cravatta a righe, parla il fatto che improvvisamente la sostituisca con una cravatta psichedelica, parla il fatto che io vada alla riunione del consiglio di amministrazione senza cravatta». Per «Giggino 'o alliccato» niente varianti: solo cravatta azzurra.
ALESSANDRO DI BATTISTA - LUIGI DI MAIO - ROBERTO FICO
Per lui parlano quella e la camicia bianchissima. Un uomo senza macchie. Matteo Salvini irride in felpa e blu jeans a Emmanuel Macron bollandolo come «un burattino elegante che va con la cravatta anche in spiaggia»? Lui va in cravatta anche col megafono tra i portuali e dice a Paolo Picone, autore del libro Di Maio chi? : «Mi metto la cravatta perché mi piace. Non credo sia una questione di forma, ma di sostanza. Anche se la forma è anche sostanza».
«Ha riportato il significato della cravatta indietro di cinquant'anni. Con Di Maio un accessorio maschile felicemente obsoleto torna a essere fattore di rassicurazione e calcolo elettorale. Una striscia di seta con funzione di tazza di valeriana, perfetta per tranquillizzare le mamme e ancor più le nonne», rasoia sul Foglio Camillo Langone.
«Sotto la cravatta niente», titola Panorama . «Fulminati dall'uomo in Lebole», ammicca sul Fatto Antonello Caporale, «hanno scelto il loro testimonial. Non c' è altra spiegazione infatti alla proposta di candidare al governo più che un' idea una cravatta, quella di Luigi Di Maio». Nulla di nuovo.
Spiega il delizioso Elogio della cravatta che anche i rivoluzionari francesi invece che «sans-culottes» avrebbero dovuto chiamarsi «sans-cravates, dal momento che si denudarono il collo e respinsero la cravatta come un oggetto indegno dell' austerità dei "Bruti moderni"». Durò poco, però. Poi tornarono ad allacciarsela Mirabeau e Danton e perfino Robespierre. Mooolto rassicurante.
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