DAGOREPORT - MA QUALE TIMORE DI INCROCIARE DANIELA SANTANCHÈ: GIORGIA MELONI NON SI È PRESENTATA…
sandra lonardo mastella claudio lotito
Matteo Pinci per “la Repubblica”
I colleghi della Lega Calcio lo avevano accolto lunedì sera con un applauso. E lui, dopo qualche resistenza condita da gesti scaramantici non esattamente accennati, aveva ceduto tronfio ai sorrisi, mentre l'assemblea lo salutava deferente: «Buonasera senatore Claudio».
Ieri mattina, però, uno dei suoi cinque cellulari ha svegliato Claudio Lotito dandogli una notizia terribile: «Scusaci, c'è un errore. Non ce l'hai fatta, al Senato non ci vai». Il sogno del presidente della Lazio di arringare Palazzo Madama dagli scranni di Forza Italia con la platea a pendere dalle sue labbra, è durato lo spazio di una notte.
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«Mi hanno fregato, ma mo' glielo faccio vedere chi è Claudio Lotito», è sbottato ieri con i fedelissimi, attoniti come lui per la sconfitta. Come un gol al novantesimo: una sensazione vissuta sabato contro la Juventus, quando una zampata dell' argentino Dybala nei minuti di recupero aveva distrutto l'illusione della sua Lazio di portare a casa la pellaccia. O come l'eliminazione dalla Coppa Italia ai rigori, una settimana fa contro il Milan, perdendo la chance di giocare la finale in casa. Che settimana, povero Lotito.
Pensare che aveva già prenotato una villa sull'Appia per festeggiare, una volta ricevuto il trionfale annuncio dell'amico Mastella. Malagò, che da commissario presiedeva la riunione dei presidenti di Serie A a Milano, già pensava alle conseguenze: «Adesso che sei in parlamento non chiedermi pure di fare il consigliere di Lega».
Dicono che con i colleghi più intimi avesse stappato una bottiglia di spumante, dando a tutti appuntamento alla sera di ieri per la festa. A sbattergli in faccia le porte del Parlamento, una labirintica applicazione della legge elettorale: era candidato nel collegio plurinominale Campania 1 (province di Benevento, Avellino e Caserta), ma dietro Sandra Lonardo, meglio nota come signora Mastella.
Lui era perplesso, voleva correre a Salerno (Campania 3) per sfruttare il volano della Salernitana, altra squadra di calcio di sua proprietà: dopo un pomeriggio di urla e complicatissimi calcoli al telefono lo avevano convinto. La signora Mastella però, candidata sia in Campania 1 che Campania 3, ha preso il seggio in entrambi i collegi: e il Rosatellum prevede che, in questi casi, sia eletta nel collegio nel quale la lista ha ottenuto la minore percentuale di voti. Quello di Lotito, appunto, che è rimasto fuori.
Sull'Appia ovviamente non si è presentato nessuno. Come quando a gennaio l'avevano lasciato a contare solitario sulla sedia di un ristorante dei Parioli le firme che gli mancavano per provare a fare il presidente della Federcalcio. Una smorfia da clown bastonato aveva sostituito il ghigno con cui ostentava il suo motto: «Con Lotito risultato garantito».
La formuletta magica s'era inceppata pure in Lega, quando aveva provato a fare da ufficio di collocamento a Tavecchio e Del Sette: li voleva al vertice dell' assemblea della Serie A, salvo sbatterci il muso. Come ieri: a un certo punto, persino i suoi instancabili telefoni, con cui freneticamente intrattiene conversazioni parallele, erano esausti. Spenti, per la prima volta chissà da quando. Mastella, stretto dai sensi di colpa ha provato a suggerirgli: «Claudio, fai ricorso». Chissà che incubo sarebbe per lui se dovesse perdere pure quello.
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