LUSI E ALTRI ABUSI - RUTELLI SI LEVA UN SASSOLINO SUI VERGINI DEL PD CHE HANNO SCARICATO TUTTO SULLA MARGHERITA: “LUSI GLI AFFITTAVA LA SEDE, PERCHÉ NON CHIEDETE AI DS DI VEDERE I LORO BILANCI?” - E PRESENTA UN EMENDAMENTO PER LA TRASPARENZA DEI BILANCI DEI PARTITI: “MAI PIÙ UN CASO LUSI. SIAMO STATI TRUFFATI E ORA DOVRÀ RESTITUIRE TUTTO” - POI IL PARTITO HA SCOPERTO CHE L’EX TESORIERE SI È FREGATO UN ALTRO MILIONE (TOTALE: 14), I PM STANNO VERIFICANDO SUL COMMERCIALISTA…

Rita Di Giovacchino e Marco Palombi per "il Fatto Quotidiano"

"Sono favorevole alle proposte del Fatto sui finanziamenti ai partiti: tornare alla tracciabilità delle donazioni da 5 mila euro e sanzioni severe per chi sgarra, ho anche presentato emendamenti per ridurre i rimborsi del 30 per cento, ma sono stati bocciati". Francesco Rutelli, leader dell'Api e ancora presidente della Margherita, in una conferenza stampa al Senato reagisce allo scandalo Lusi: "Proprio per non avere mai più casi del genere presenterò un emendamento al Dl liberalizzazioni che obblighi da subito i partiti a farsi certificare i bilanci da società esterne e a presentarli davanti ad un collegio composto da due magistrati della Corte dei Conti, un dirigente di prima fascia del Tesoro e da altri due tecnici".

Al momento, il testo non prevede però sanzioni per chi sgarra ma, promette Rutelli, "cercherò di integrare la proposta prima della scadenza dei termini (stamattina, ndr)". Quanto al resto, la linea di difesa è sempre la stessa: "Eravamo in buona fede", "siamo parte offesa e vogliamo la restituzione di tutto il maltolto", abbiamo "agito con la massima trasparenza" consegnando tutti gli estratti conto bancari alla magistratura e addirittura segnalandole "un ammanco da 618 mila euro già nel 2007 di cui non s'era accorta".

Il dettaglio dei conti, però, non sarà reso pubblico: "C'è una questione di privacy". Sull'ex tesoriere Luigi Lusi, invece, si astiene da ogni commento ("potrei essere sgarbato"). Tra una frecciata al Pd ("fino a poco fa Lusi ne era un autorevole senatore e gli ha affittato la sede") e ai Ds ("perché non chiedete di vedere i loro bilanci?"), Rutelli dà pure una notizia: "Nella relazione al bilancio Lusi ha scritto di aver finanziato anche campagne elettorali". Abbiamo controllato ed è vero, ma non si spiega di chi: "La mia no", risponde Rutelli. Nessun reato, in questo caso, ma l'ennesima prova dell'opacità con cui i partiti usano i soldi dei contribuenti.

Gran parte della vicenda Lusi è ancora da decifrare. I primi a non credere che l'ex tesoeriere possa aver fatto tutto da solo sono il procuratore aggiunto Alberto Caperna e il pm Stefano Pesci, che hanno avviato un'indagine per ricostruire i rapporti da lui intrattenuti negli ultimi anni, per capire se ha avuto complici tra gli esponenti della Margherita. Le sorprese non mancheranno, dicono, e la prima è proprio Rutelli a rivelarla: nel 2011, quando il senatore del Pd aveva già comprato la villa di Genzano, dove dichiara di vivere, e l' attico in via Monserrato, Lusi ha trovato modo di appropriarsi di altri 298 mila euro.

A conti fatti sono dunque 14 milioni i soldi che ha sottratto dalle casse del partito, e non 13 come sembrava. Nelle casse dell'ex Margherita restano quindi una ventina di milioni, degli 80 incassati in cinque anni, dopo lo scioglimento del partito. Tolti i 14 predati da Lusi, spiega Rutelli, ben 46 milioni sono stati "investiti" in iniziative politiche. Per capirne di più bisogna attendere l'esame che lo stesso Rutelli ha affidato alla KPMG, esperti di bilanci societari. Ci vorranno alcune settimane.

Nel frattempo i magistrati saranno impegnati, con il nucleo tributario della Gdf del colonnello Virgilio Pomponi, a esaminare un metro cubo di carte che proprio gli avvocati della Margehrita Titta Madia e Alessandro Diddi hanno recapitato negli uffici di piazzale Clodio. Sono le operazioni bancarie, effettuate dalla Margherita, presso lo sportello della Bnl al Senato oggetto del fallito blitz dei finanzieri di qualche giorno fa.

Sempre il nucleo tributario sta esaminando le carte sequestrate alla TTT, la società che Lusi utilizzava per prelevare soldi e girarli alla controllata canadese Luigia ltd. Attraverso la TTT sono transitati in tre anni quei 90 bonifici finiti in Canada senza che nessuno si accorgesse di nulla. Ed è stato questo l'oggetto dell'interrogatorio del commercialista Mario Montecchia, ascoltato lunedì: nel suo studio c'era la sede e lì si svolgevano le assemblee sociali della TTT.

Montecchia ne curava la contabilità. Possibile che non si fosse accorto che i soldi provenivano dalla Margherita? Che la voce "consulenze" copriva spese inesistenti? E perché spese della Margherita venivano pagate dalla TTT? In più punti la versione del commercialista è traballata, al momento è ancora persona informata dai fatti, ma la sua posizione non è chiara.

 

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