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Paolo Colonnello per Stampa.it
Il caso Ruby e quello che è successo attorno alle serate ad Arcore di Silvio Berlusconi è stato un caso di «dismisura, abuso di potere, degrado, tre parole che ho letto sui giornali e che condivido». Lo ha detto Lele Mora, rendendo dichiarazioni spontanee al processo `Ruby bis´ in cui è imputato per induzione e favoreggiamento alla prostituzione, anche minorile, e facendo dunque una sorta di `mea culpa´. «Io ne sono stato passivo concorrente», ha aggiunto l'ex talent scout.
«à vero ho partecipato alle feste di Silvio Berlusconi ad Arcore, è vero ho accompagnato alle cene alcune ragazze, ma non ho mai voluto condizionarle, non ho mai giudicato i loro comportamenti e non ho mai orientato le loro condotte con costrizione». à quanto ha affermato Lele Mora, rendendo dichiarazioni spontanee nel processo milanese cosiddetto `Ruby 2´. Mora ha anche voluto sottolineare che rispetta e non contesta «l'attività di indagine della procura».
All'inizio dell'udienza, prima che prendessero la parola per l'arringa i suoi difensori, gli avvocati Gianluca Maris e Nicola Avanzi, Lele Mora ha letto una breve dichiarazione spontanea. Ha esordito dicendo di voler pronunciare solo «poche parole per non violare il silenzio che mi sono imposto e che per me è l'unica condotta dignitosa».
Ha spiegato più volte che nel periodo trascorso in carcere, per l'accusa di bancarotta, «ho avuto modo di pensare a lungo, perché il carcere ti impone una pausa». Ha riconosciuto, citando tre parole lette sui giornali dopo la sentenza a carico di Silvio Berlusconi per il caso Ruby, che in questa vicenda c'è stata «dismisura», ma anche «abuso di potere e degrado, così è stato».
E ha sottolineato che lui ne è stato «passivo concorrente, ma oggi non voglio più mangiare cibo avariato e lascio il compito di chiarire ai miei difensori». Oltre ad aver ammesso di aver portato alcune ragazze ad Arcore, ma sottolineando di non averle mai costrette, Mora ha aggiunto: «è vero, ho ricevuto un prestito da Berlusconi tramite Fede con cui potevo salvare la mia società ». Per i fatti di bancarotta, ha concluso, «mi sono assunto le mie responsabilità , per quelli di questo giudizio valuterete voi giudici».
Ha aggiunto che «Quando sono stato scarcerato pensavo alle tante polemiche che ho fatto contro i giornalisti e comunisti, con minacce cui mi vergogno». In particolare, Mora chiede scusa al giornalista Corrado Formigli. «Voglio chiedere -continua- scusa a tutti. Il carcere ti obbliga a momenti di rilettura della vita e io voglio uscire da quella bufera infernale che mi ha tolto la luce». «Voglio vedere le stelle e il cielo azzurro. Mi sono assunto le mie responsabilità per i fatti che mi hanno portato in carcere e per quelli di questo giudizio valuterete voi giudici»
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