RIUSCIRÀ SALVINI A RITROVARE LA FORTUNA POLITICA MISTERIOSAMENTE SCOMPARSA? PER NON PERDERE LA…
Stefano Montefiori per il Corriere della Sera
Emmanuel Macron ha cominciato ieri una inedita tournée nell' Est e nel Nord della Francia, la più lunga da quando è presidente. Nel corso di una settimana il capo dello Stato francese attraverserà 11 dipartimenti e visiterà 17 località.
È un «tour della memoria» lungo 1.000 chilometri sui luoghi della Prima guerra mondiale, che precede la cerimonia conclusiva del centenario domenica all' Arco di Trionfo a Parigi, alla presenza di Trump, Putin e del presidente italiano Sergio Mattarella. Ma il viaggio in Francia di Macron è anche un modo per andare a contatto con i cittadini e provare a riconquistarne la fiducia, quando i sondaggi confermano un momento di difficoltà.
Secondo una ricerca Ifop diffusa ieri sulle elezioni europee di maggio 2019, il Rassemblement National di Marine Le Pen sale al 20 per cento delle intenzioni di voto, eguagliando La République En Marche (Lrem) di Macron.
Il sondaggio ha previsto anche l' ipotesi in cui Ségolène Royal possa presentarsi come capolista del Partito socialista: in quel caso il Ps prenderebbe più voti (passando dal 6 al 7,5) sottraendoli a Lrem, che verrebbe allora addirittura sorpassata dai lepenisti (21 a 19). In serata però Royal ha escluso categoricamente di «venire in soccorso dei vecchi apparati politici», quindi per il momento il rapporto di forze tra Macron e Le Pen è alla pari, mentre crolla (all' 11%) la France Insoumise del tribuno di sinistra radicale Jean-Luc Mélenchon.
Macron ha raccolto la sfida di Orbán e Salvini lanciata durante il loro incontro di fine agosto a Milano e ha deciso di porsi come il leader dei «progressisti» pro-Europa contro i «nazionalisti» anti-Ue, in una riedizione del duello delle presidenziali del 2017 che lo vide trionfare al secondo turno contro Marine Le Pen. Una strategia coraggiosa, che però per adesso ha avuto il risultato di resuscitare e rafforzare un' avversaria fino a pochi mesi fa disorientata e abbattuta.
Mettere da parte l' immagine di «presidente dei ricchi», rispondere alle accuse di arroganza, mostrarsi più attento alla realtà dei territori lontani da Parigi: questa è la posta in gioco della carovana presidenziale che ieri ha cominciato il percorso da Strasburgo, la città tornata alla Francia con il Trattato di Versailles e dal 1945 simbolo della riconciliazione franco-tedesca. Macron ha incontrato il presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier e assieme a lui ha seguito il concerto del direttore chef d' orchestre autrichien Theodor Guschlbauer musiche di Debussy e Beethoven nella cattedrale.
Domani Macron visiterà Verdun, ma in programma ci sono anche luoghi meno scontati. Per esempio Morhange, teatro nel 1914 della «battaglia delle Frontiere» che fu una delle peggiori disfatte francesi e che per questo non era mai stata commemorata, se non in sordina da un sotto-prefetto nel 1964.
Più che la vittoria militare, il presidente vuole celebrare la pace ritrovata e il sacrificio degli otto milioni di poilu, i francesi «coraggiosi» che si batterono nelle trincee (1,4 milioni morirono), dieci anni dopo la scomparsa dell' ultimo reduce, Lazare Ponticelli, nato a Bettola (Piacenza), arrivato a 9 anni a Parigi da solo senza conoscere una parola di francese, salutato agli Invalides nel 2008 dall' allora presidente Sarkozy.
In attesa di cominciare la sua «operazione riconquista» dell' opinione pubblica, Macron ha incassato ieri il risultato del referendum con il quale la Nuova Caledonia, l' insieme di isole nel Pacifico a 16 mila chilometri dalla metropoli, ha deciso di restare francese.
segolene royal un messaggio di auguri a valerie MACRON E LE PEN
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