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“MACRON HA TRADITO MERZ E SA CHE CI SARÀ UN PREZZO DA PAGARE PER QUESTO” – IL “FINANCIAL TIMES”, CITANDO UN ALTO DIPLOMATICO DELL’UE, SVELA LE ORE CONCITATE DEL CONSIGLIO EUROPEO CHE HA PORTATO ALL'ACCANTONAMENTO DELL'USO DEGLI ASSET RUSSI PER SOSTENERE KIEV: “IL CANCELLIERE TEDESCO STAVA COMPIENDO UN ULTIMO TENTATIVO PER CONVINCERE I LEADER DELL'UE A UTILIZZARE 210 MILIARDI DI EURO DI BENI RUSSI, QUANDO SI È RESO CONTO DI NON AVERE UN ALLEATO FONDAMENTALE: MACRON” – SECONDO LA FONTE, È STATA GIORGIA MELONI AD “AFFOSSARE LA PROPOSTA SUGLI ASSET” E “IL PRESIDENTE FRANCESE È COSÌ DEBOLE CHE NON HA AVUTO ALTRA SCELTA CHE ALLINEARSI ALLA PREMIER ITALIANA” – QUANTE SCORIE HA LASCIATO IL VERTICE NEI RAPPORTI TRA MERZ E MELONI? DECISIVO SARÀ IL MERCOSUR, BLOCCATO PER ORA DALLA DUCETTA…
UCRAINA, ASSET RUSSI: PER DIPLOMATICO UE, MACRON HA TRADITO MERZ
emmanuel macron friedrich merz foto lapresse
(ASKANEWS) - Il presidente francese Emmanuel Macron avrebbe tradito il cancelliere tedesco Friedrich Merz rifiutandosi di sostenere un piano che avrebbe consentito all'Unione europea di utilizzare gli asset sovrani russi congelati per finanziare l'Ucraina. Lo ha riportato il Financial Times, citando un alto diplomatico dell'Ue.
Due giorni fa il quotidiano ha sostenuto, citando persone a conoscenza della vicenda, che Italia e Francia avevano svolto un ruolo cruciale nel far naufragare il piano di sostenere un prestito di "risarcimenti" a favore di Kiev. La presidente del Consiglio italiana Giorgia Meloni avrebbe infine "affossato" - secondo il Financial Times - la proposta.
"Macron ha tradito Merz, e sa che ci sarà un prezzo da pagare per questo...Ma è talmente debole che non ha avuto altra scelta se non accodarsi a Giorgia Meloni", ha dichiarato il diplomatico, rimasto anonimo.
Nel vertice dell'Ue di questa settimana, i leader europei hanno messo da parte i piani di attingere ai fondi sovrani russi e hanno invece optato per concedere all'Ucraina un prestito di 90 miliardi di euro garantito dal bilancio dell'Ue. Secondo quanto riferito, Ungheria, Slovacchia e Repubblica Ceca si sono rifiutate di assumere qualsiasi obbligo finanziario.
MERZ PERDE LA BATTAGLIA MA SA SPINGERE LA UE
Estratto dell’articolo di Mara Gergolet per il “Corriere della Sera”
volodymyr zelensky friedrich merz 3 foto lapresse
[…] Nel gioco tra chi ha vinto e chi ha perso, che non poteva mancare nel più appassionante Consiglio europeo degli ultimi anni – a Bruxelles è andata in scena la politica, con buoni interpreti, non un esercizio di tecnicismo – dove collocare Friedrich Merz? Se più o meno tutti chiamano trionfatori il belga Bart de Wever o Giorgia Meloni, sul cancelliere ci si divide.
Lo mette tra i grandi sconfitti Politico a Bruxelles, per essere però corretto il giorno dopo dai colleghi di Politico Berlin («dissentiamo»). Come scrive su X un commentatore della Welt, Robin Aleksander, autore della miglior biografia su Merz («L’ultima chance», sottinteso: per scongiurare l’arrivo dell’Afd), «chi critica Merz dirà che di nuovo non ha saputo gestire le aspettative»; «chi lo loda, dirà che la sua risolutezza ha portato gli europei a un compromesso».
emmanuel macron donald tusk giorgia meloni consiglio europeo
[…] La sua proposta di usare gli asset russi per finanziare l’Ucraina è stata bocciata. Ma se lui non avesse spinto così a fondo sui beni russi, sarebbe stato approvato il piano B? E i frugali e la Germania avrebbero accettato il debito comune, garantito dalle rimanenze del bilancio Ue, rompendo un tabù? Non hanno tentennato.
[…] Merz ha fatto errori. Ha avvisato il Belgio della sua proposta dopo averla pubblicata sul Financial Times. Ha sottostimato la tortuosità del piano (riconoscendo alla fine «che era troppo complicato»). Ha calcolato male l’opposizione diffusa.
Come quando finì impallinato alla prima votazione a cancelliere. Ma ha anche spinto l’Europa ad adottare, in politica estera, procedure mai viste prima. Per questo i commentatori del Financial Times, o i colleghi dell’Economist lo promuovono ampiamente.
emmanuel macron friedrich merz. foto lapresse
Da Bruxelles escono almeno due innovazioni «politiche». Il debito congiunto, certo. Ma anche il procedere con maggioranze rafforzate: quando si sono tirati fuori l’Ungheria, la Slovacchia e la Repubblica ceca (che indispettiscono perché pretendono il pasto gratis), è stato però anche bypassato il loro veto. Insomma, si è neutralizzato lo strumento prediletto del filorusso Viktor Orbán (altro vincitore per i media).
Resta la domanda: quante scorie ha lasciato il vertice nei rapporti tra Merz e Meloni? Sono finiti su sponde opposte. Decisivo sarà il Mercosur, l’accordo sul libero scambio con l’America Latina, bloccato giovedì da Roma. Secondo la stampa tedesca, la presidente del Consiglio avrebbe chiesto 2 o 3 settimane per risolvere le questioni in casa. E ha promesso di farlo approvare. Tecnicamente, o si voterà a gennaio o l’accordo salta per due anni, diventando lettera morta: dipende tutto dall’Italia. Le pressioni tedesche sono forti.
giorgia meloni quando vede friedrich merz
Merz in pubblico elogia sempre Meloni, a Heidelberg ha detto «abbiamo un ottimo rapporto»: ma il nervosismo cresce, sui media è comparso qualche titolo critico. Fonti giornalistiche ipotizzano perfino che la Germania potrebbe cancellare il vertice intergovernativo del 23 gennaio, se l’Italia dovesse bloccare il Mercosur. Berlino si aspetta un segnale positivo da Roma.
giorgia meloni al consiglio europeo
CONSIGLIO EUROPEO
volodymyr zelensky friedrich merz foto lapresse
FRIEDRICH MERZ - EMMANUEL MACRON
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