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PRESIDENZIALI FATTE A MAGLIE - AGLI ELETTORI DI TRUMP, QUEL ''MUCCHIO DI MISERABILI'', NON INTERESSA LA POLEMICA SUL SESSISMO, DOVE LA CLINTON RISCHIA L'ACCUSA DI MINACCE E RICATTI ALLE AMANTI DI BILL. LORO GUARDANO A IMMIGRAZIONE, ISLAM E OBAMACARE - IL MAIALE, IL BANCAROTTIERE, L'IMPRESENTABILE, RESTA IN GARA, ANCHE SE LEI È FAVORITA

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Maria Giovanna Maglie per Dagospia

 

Dopo aver fatto di tutto per trasformare un dibattito presidenziale in un letamaio, il Washington Post si duole e definisce quello di ieri a San Luis un dibattito deprimente. Sarà perché è andata male a coloro che credevano di aver apposto la pietra tombale sulla candidatura di Donald Trump, dimenticando una serie di cose.

 

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La prima e più importante e’ che una campagna di fango colpisce molto più violentemente un politico di professione che ha molti referenti a cui dover rendere conto e teme sempre di non essere più rieletto, piuttosto che un non politico il quale domani può tornare a fare quello che faceva prima, e che nel 2005, quando in un fuori onda di una conversazione privata ha pronunciato la battutaccia sulle donne che la danno facile ai ricchi e potenti, di politica non si occupava ne’ immaginava che lo avrebbe fatto 10 anni dopo.

 

La seconda è che se la campagna di fango riguarda comportamenti sessuali da predatore, e sessismo, Donald Trump sarà anche uno scostumato rozzo e avrà anche dato della Miss maialino alla Miss Universo che si era presentata ai contratti pubblicitari con 20 kg di più, ma la famiglia Clinton intera non è nelle condizioni di affondare la lama in questo tipo di accuse, anzi non tanto l'ex presidente e ora aspirante first gentleman, che in passato è stato perdonato per le sue malefatte, quanto la candidata Hillary Clinton deve stare attenta perché su di lei incombono testimonianze di donne, ieri sera erano sedute in prima fila, che la accusano di aver tentato di intimidirle calunniarle, ricattarle, nel comportamento tipico di una complice non certo di una vittima rispetto al marito predatore e stupratore.

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 La terza cosa che Washington Post e compagni, ovvero i media scatenati nella loro personale campagna contro l'impresentabile candidato Trump, hanno dimenticato e’ che queste menate politically correct sicuramente funzionano e hanno presa su un certo ambiente, ma chi sono gli elettori certi e probabili del candidato repubblicano quest'anno non è dato saperlo.

 

 Una buona parte di loro del partito tradizionale non ne vuole più sentire parlare e infatti deputati e senatori in ballo per la rielezione che si accompagna a quella presidenziale l’8 novembre si sbattono come delle falene impazzite per capire in che direzione andare, un giorno fanno un doloroso e faticoso endorsement a Trump, il giorno dopo lo ritirano, poi lo ripresentano, poi non lo vogliono ai loro comizi e si prendono una salva di fischi, come e’ successo a Paul Ryan.

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Quel tipo di nuovo  elettore repubblicano entusiasta di Donald Trump, ovvero il basket di deplorables, il mucchio di miserabili, come lo ha definito in un momento di verità Hillary Clinton, e’ probabilmente impermeabile alle femmine, e sono altre le cose che gli interessano.

 

Così ieri sera si è creata una situazione surreale. Nella prima parte del dibattito, che anche i due moderatori, CNN e ABC News come sempre dalla parte di lei, hanno cercato di tenere sullo scandalo sessista, Donald Trump si è difeso bene, Hillary Clinton ha attaccato male, soprattutto ha attaccato poco. Nella seconda parte, quando i due contendenti sono tornati sulle issues, sulle differenze di programma, perché per fortuna le domande dei cittadini nella fomula del Town Hall li hanno obbligati a questo, è stato più forte Donald Trump.

 

Anche qui i due giornalisti hanno cercato di aiutare Hillary ma sarà che lei era più ingessata che mai coi suoi capelli alla Margaret Thatcher, non ha funzionato. Intanto è venuta fuori l'intera ingarbugliata vicenda dell'immigrazione e del terrorismo, che nel primo dibattito era stata tenuta accuratamente fuori. Ieri se n'è parlato a lungo e la politica delle frontiere aperte propugnata dalla Clinton proprio non passa.

 

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Poi la politica estera, e anche qui tra Siria, Iran, Libia, i soldi dell'Arabia Saudita, situazione tesa e sanzioni alla Russia, il progetto di Trump sembra rassicurante. Infine la Obama Care ovvero la tanto strombazzata nel mondo riforma della Salute dell'attuale Amministrazione, per la quale mancano tanto i soldi quanto qualsiasi entusiasmo, e che è stata qualche giorno fa definitivamente battezzata da Bill Clinton come una delle cose più folli mai concepite. Trump non ha dimenticato di citarlo. E lei ha dovuto ammettere che se sarà presidente la dovra’ cambiare.

 

 Insomma, Donald Trump, che ha una faccia tosta senza precedenti, lungi dal vergognarsi o da fingere di farlo, si è difeso attaccando e parlando alla sua constituency, come quando ha ripetuto che se sarà presidente lui, lei invece andrà in galera per la truffa delle email che hanno violato segreti nazionali.

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Strepitoso il metodo da bullo di camminare avanti e indietro torreggiando su di lei che parlava, e la frase finale da finto buono su quanto apprezzi la sua tenacia di combattente. Il maiale, il bancarottiere, l'impresentabile, continua per la sua strada, e davvero non si sa che cosa possono farsi venire in mente per fermarlo a 4 settimane dal voto e con tutti gli scandali privati possibili tirati fuori, una character assassination che ha spinto al basso la campagna.

 

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Hillary Clinton resta la favorita ma Donald Trump è in gara, eccome, il secondo dibattito nella condizione più difficile possibile lo ha vinto, anzi stravinto Ma siccome a quanto pare io sono l'unica a pensarla in questo modo tra commentatori illustri e meno illustri italioti, tra quelli che scandalo l'hanno sempre menato e quelli che invece si dichiaravano tutti puttane, allora facciamo così:devo aver visto un altro dibattito, anzi, è da più di un anno che vedo un'altra campagna.

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