DAGOREPORT – VINCENZO DE LUCA NON FA AMMUINA: IL GOVERNATORE DELLA CAMPANIA VA AVANTI NELLA SUA…
Maria Giovanna Maglie per Dagospia
i messicani bruciano una pignatta di donald trump
Non solo promette che costruirà una barriera al confine del Messico, un’opera da 8 miliardi di dollari, ma si impegna a finanziarla sequestrando il flusso di denaro che i lavoratori illegali messicani negli Stati Uniti inviano a casa, una minaccia di quelle che fanno tremare l’economia intera della nazione centro americana.
Se credete che Donald Trump arretri e smetta di spararle grosse, vi sbagliate. Così si prepara alle primarie in California, due milioni di illegali e alta criminalità, quella che il candidato irriducibile chiama “ decenni di droga, assassini e trafficanti spediti dal Messico in cambio della nostra generosità”; così risponde alla Ford che, con grande rabbia degli operai americani, annuncia che aprirà una seconda fabbrica giusto in Messico.
i messicani bruciano una pignatta di donald trump
Si vota oggi in Wisconsin, avanti del 4 per cento, più o meno, Ted Cruz su Donald Trump per i repubblicani; del 2 e mezzo, più o meno, Bernie Sanders su Hillary Clinton per i democratici. Dovesse essere questo il risultato a notte, in uno Stato di pochi delegati distribuiti proporzionalmente, ma al quale viene attribuita l’importanza più psicologica che numerica di spartiacque nelle primarie più folli da decenni, Sanders andrebbe avanti contro la favorita, e il partito repubblicano si preparerebbe alla contested convention, cioè a far fuori la candidatura di Trump non col voto ma con la burocrazia.
donald trump e il progetto del muro con il messico
Brutto affare per tutti, perché Hillary Clinton nelle intenzioni del partito democratico e dei potenti finanziatori di Wall Street a uno come Sanders avrebbe dovuto schiacciarlo come un insetto, e i repubblicani continuano a dilaniarsi tra di loro e cercano di uccidere il loro candidato più brillante nei risultati.
Un esempio? Trump osa dire che se l’aborto dovesse essere dichiarato illegale, anche le donne che vi facessero ricorso dovrebbero essere in qualche modo punite, e viene giù il cielo; Cruz a domanda di una elettrice repubblicana durante una intervista della Fox risponde che è contro l’aborto anche in caso di incesto o stupro, e tutti zitti. Ma soprattutto tutti zitti anche quando qualche giorno fa Hillary Clinton dichiara che “le persone non nate non hanno diritti”. Le persone, allora i feti sono persone? Eppure tutti zitti.
i soldi che i messicani inviano dagli stati uniti
Il Wisconsin, in questo delirio, è il trappolone per Trump, perché viene prima di New York, New Jersey e Pennsylvania, dove il miliardario è il gran favorito, e potrebbe nelle speranze degli avversari creargli problemi, e perché è uno Stato militarizzato dal partito, nel quale l’establishment è riuscito a creare un terreno sfavorevole a Trump organizzandosi per mesi.
Questo Trump lo sa benissimo, è uno che non racconta balle, e lo ha così sintetizzato lunedì in un comizio a La Crosse: “Se ce la facciamo qui, gente, è fatta, se non vinciamo non è certo finita, ma non vi piacerebbe poter dire che li abbiamo fregati anche in Wisconsin”? In Wisconsin si presenta anche il terzo incomodo, John Kasich, governatore dell’Ohio, l’unico Stato in cui ha vinto, e che nonostante le pressioni, non ha nessuna intenzione di ritirarsi, e fa bene.
bernie sanders hillary clinton
E’ un super moderato, anzi un repubblicano democratico, come lo definiscono, conta sul fatto che il beghino Cruz è ampiamente detestato a Washington e nel comitato elettorale del partito, si immagina una convention di rissa continua alla fine della quale il nominato finisce con essere lui, proprio lui che non ha voti.
A oggi Trump ha 736 delegati, Cruz 463, Kasich 143, in Wisconsin si prendono 3 delegati per ognuno degli otto distretti, più 18 di premio per chi ne ha vinti di più. I democratici si giocano 83 delegati, il doppio, ma ce ne vogliono il doppio alla convention per la nomination. Oggi la Clinton su 2383 necessari per vincere, ne ha già 1712, ma Sanders non scherza, zitto zitto sta a 1011. Un’umiliazione per lei, ve l’ho detto.
Ted Cruz, anche lui a lungo umiliato dal novellino Trump, si gode l’appoggio del partito, e ha fatto campagna in Wisconsin con il governatore Walker, uno molto popolare, e con lo speaker della Camera, Robin Voz. Ma,come ammette anche il Washington Post, che odia Trump, è una pillola amara da mandare giù, Cruz è detestato.
Ed è tutta qui la tragedia del partito repubblicano. Incapaci di trovare un candidato credibile per una elezione che nasceva favorevole – Obama ha stufato tutti o quasi, Hillary è considerata corrotta e superata, il partito democratico ha sbagliato a sceglierla e/o a subirla- si sono accaniti a spingere quel pesce lesso di Marco Rubio, ora tornato a casa, hanno costruito mezza campagna contro Trump invece che contro la Clinton, oggi sono come dei pugili suonati. Gli elettori puniranno tutti gli errori di tutte e due le parti, vedrete. |
donald trump ritwitta foto con moglie di ted cruz cozza e melania bonated cruz
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