DAGOREPORT - NON TUTTO IL TRUMP VIENE PER NUOCERE: L’APPROCCIO MUSCOLARE DEL TYCOON IN POLITICA…
Maria Giovanna Maglie per Dagospia
Contrordine compagni, non li mandano via tutti e ottocentomila i Dreamers, poveri sognatori bruscamente risvegliati dell'impostore.Possono restare negli Stati Uniti e magari continuare a farsi sfruttare a Silicon Valley, non dovete aprire loro le vostre case come avete fatto a Capalbio e all'Argentario per i profughi italiani, non dovrete fare a gara con Cher per trasformare le vostre umili dimore in santuari, rifugi al riparo dalla persecuzione della legge.
Ecco il Tweet libera tutti: For all of those (DACA) that are concerned about your status during the 6 month period, you have nothing to worry about - No action!
A tutti quelli (DACA) che sono preoccupati per il proprio stato durante il periodo di sei mesi non avete niente di cui preoccuparvi. Nessuna azione! Firmato dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che per fortuna fa ampio uso di tweet contro le balle internazionali, che’ se uno leggeva Avvenire per esempio, sarebbe stato sicuro che gli 800.000 minorenni illegali rimasti a studiare e lavorare negli Stati Uniti dal 2012 per un decreto Incostituzionale di Obama sarebbero stati tutti in catene accompagnati oltre confine.
Contrordine compagni, perché non solo gli 800.000 per i quali ci si sbracciava di qua e di là dell'oceano pronti alla resistenza non erano mai stati minacciati, visto che la misura non valeva per il passato, ma solo per il futuro, a partire da marzo del 2018, ma Trump con triplo salto mortale, e gran dispetto dei repubblicani che litigano come le sorelle di Cenerentola fra di loro, ha fatto un accordo con i democratici, il primo della sua presidenza, deciso e condotto direttamente, e vedrete se non avrà un seguito e non comprenderà anche l'accordo sui famosi Dreamers.
Mi spiego , così potrete dire che qualcuno lo ha scritto. Il comunicato ufficiale recita che dopo un incontro con i leader parlamentari di entrambi i partiti, il presidente ha trovato un accordo sui soldi da spendere negli aiuti per l’uragano Harvey, per continuare a finanziare le attività del governo federale e alzare il limite fissato dalla legge per il debito pubblico statunitense. Quindi per ora scongiurato qualsiasi pericolo di shutdown e di default , come si dice in termini tecnici .
donald trump con mitch mcconnell nancy pelosi e chuck schumer
Lo ha fatto accettando a sorpresa la proposta dei Democratici Charles Schumer e Nancy Pelosi di alzare il tetto del debito per solo tre mesi, rinviando la questione a dicembre; lo ha fatto facendo incazzare molto i Repubblicani, che avevano richiesto un periodo ben più lungo dei tre mesi e all'incontro si erano presentati sicuri, così come alcuni membri del governo, che nessun accordo sarebbe stato possibile, infischiandosene dei finanziamenti urgenti per l'alluvione.
Trump così’ ha invece sbloccato immediatamente gli aiuti per Harvey, e come dargli torto visto il disastro e la necessità di intervenire senza polemiche, e, anche se la notizia non è ancora ufficiale, ha ottenuto che i Democratici presentino una legge per regolarizzare la situazione dei cosiddetti “dreamers”, come lui stesso aveva inutilmente fino a ieri incoraggiato l’intero Congresso a fare.
E se la presentano dovrà essere all'interno di una riforma complessiva dell'immigrazione, dovrà essere chiaro che una deroga alla deportazione degli illegali per i minorenni non la può fare contro il Congresso il presidente, perché viola la Costituzione, e fa accumulare ricorsi su ricorsi degli Stati, la deve fare il Congresso che ha il potere legislativo e non può abdicare ai propri doveri ; nella legge ci sarà di mezzo anche il famoso muro con il Messico, con tanto di finanziamento. Insomma, si comincia a ragionare.
Contrordine compagni, perciò, perché sono state due mosse geniali. È stato raggiunto un compromesso che sembrava impossibile con i democratici, quelli che apparentemente con lui non vogliono avere niente a che fare se non provare, fino ad ottenerlo, a chiedere il suo impeachment, e nel viaggio in North Dakota Trump si è portato dietro anche la storica Senatrice democratica, come una vecchia amica.
donald e melania trump uragano harvey
Quanto ai repubblicani, praticamente sotto shock, il messaggio e’ altrettanto chiaro, ovvero che se continuano a fare casino tra falchi, moderati, neverTrump, lui si accorda direttamente con gli altri perché non è malato di ideologia né schiavo di appartenenza al partito. Art of the deal, come recita il titolo di un suo famoso libro, negoziare per risolvere il problema, e pazienza se I democratici vantano vittoria sul budget, una vittoria che gli serve come il pane perché finora solo veleno possono portare in eredità agli elettori .
Lui la sua vittoria la presenta al Texas alluvionato. La battaglia sul budget rinviata a dicembre. Non male per un presidente del quale state leggendo che ha dovuto mettere fine al Daca perché mai come oggi è debole, isolato dal suo partito, ostaggio dei militari.
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Contrordine compagni, i duri e puri di Facebook hanno preso soldi dai cattivoni russi durante la campagna elettorale del 2016, ora ne riferiranno alla già asfittica commissione di indagine sul Russia gate guidata dal procuratore speciale Robert Mueller, e siccome questi soldi pochi maledetti e subito, centomila dollari che sono una goccia nel mare delle inserzioni di Facebook, e li hanno presi mentre avevamo detto di averlo mai fatto, ora assieme ai progressive e liberal media americani, tentano di buttarla in caciara spiegando che sarebbe l'ennesima prova del complotto russo per danneggiare Hillary Clinton.
Peccato che non solo la cifra sia quella che è, cioè buona per coprire un'area grande come un piccolo paese, ma che non ci siano in questi malefici avvisi ne’ i nomi ne’ i riferimenti ai candidati, ma solo qualche generico cenno a termini come “patriota” e “vita”. Roba da tremare per le sorti di una democrazia.
Quello che state leggendo in queste ore sembra una cosa grave: la Russia ha interferito nelle elezioni americane anche comprando messaggi di propaganda su Facebook. La realtà è che il social network ha scoperto che 470 account fasulli hanno speso 100mila dollari tra il 2015 e il 2017 per promuovere contenuti che potrebbero aver indirettamente favorito la campagna di Trump. Vediamo come è avvenuta questa cosa tremenda.
Facebook ha rilevato una serie di spese di pagine e profili falsi, che conducono a alcuni account, ora disattivati, riconducibili all’Agenzia per la ricerca su Internet, che sarebbe un’organizzazione legata al governo russo, che promuove campagne online e attività di troll.
Veniamo ora alla cifra: tra giugno 2015 e maggio 2017 sono stati spesi circa 100mila dollari per promuovere 3mila post sponsorizzati legati a 470 account fasulli. Il responsabile della sicurezza di Facebook, Alex Stamos, nel fare la dichiarazione ha detto che: “La nostra analisi indica che questi profili e pagine erano collegati tra loro e probabilmente gestiti fuori dalla Russia”.
Ora, le inserzioni pubblicitarie non facevano riferimento diretto alle elezioni presidenziali né contenevano inviti a votare per uno candidato. E allora? Qui si insinua il sospetto del complotto. Gli annunci sponsorizzati contenevano notizie e commenti utili ad alimentare discussioni e polemiche su temi scottanti come gli omosessuali, l’immigrazione e la diffusione delle armi negli Stati Uniti. Cioè argomenti di cui senno’ non avrebbe sentito parlare nessuno, vero?
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Contrordine compagni , le divisioni politiche degli Stati Uniti sono sempre più ampie, sono destinate ad allargarsi e a durare e sono ben precedenti all'arrivo sulla scena politica di Donald Trump, anzi ne sono probabilmente la spiegazione. Il Wall Street Journal assieme a NBC News ha commissionato un sondaggio che mostra certamente un Paese diviso su questioni importanti.
Le persone che si identificano con uno dei due partiti principali sempre di più non sono d'accordo non solo sulla politica ma anche perche’ sentono di appartenere a mondi separati, a valori culturali e sociali diversi, e guardano anche alla situazione economica con una lente di parte.
Il doppio dei democratici rispetto ai repubblicani dice che non va in chiesa, a credere che sia necessaria un'azione profonda per evitare cambi climatici disastrosi è l'ottanta per cento dei democratici ma solo il 20% dei repubblicani. Un terzo dei repubblicani sostiene la NRA, l'associazione dei mercanti di armi, ma solo l’8% dei democratici è con loro.
L'elenco delle differenze culturali e delle diverse abitudini nonché delle ragioni di conflitto duro e’ lungo, ma quel che conta è che per divisi che siano, ed è questo che mette in risalto il Wall Street Journal in un editoriale, gli americani non sono né pessimisti né preoccupati né tantomeno disperati, al contrario sono sempre più ottimisti sull'economia e sul futuro dei loro figli. Questo è un sentimento crescente soprattutto tra i repubblicani ma è presente e prevalente anche tra i democratici. Beati loro.
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