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Rischia di naufragare prima del varo l'avventura politica di Zuckerberg. La lobby dell'industria tecnologica cui vuole dare vita è stata tradita da un messaggio email del responsabile Joe Green in cui viene usato un linguaggio politicamente scorretto che ha suscitato polemiche e ha ritardato l'inizio dell'attività del gruppo di interesse.
LOBBY O ADVOCACY
L'annuncio della nascita del gruppo di pressione sul Congresso Usa, il cui nome probabile sarà Human Capital, era stato fatto dallo stesso fondatore di Facebook a fine marzo. Insieme ad altri imprenditori del mondo high-tech (i fondatori di Twitter, LinkedIn e Zynga, il Ceo di Dropbox e di Instagram oltre a un manipolo di investitori) avrebbe cercato di coinvolgere tutto il settore industriale per fare sentire la propria voce a Washington.
Anziché creare un gruppo di lobby vera e propria, Zuckerberg ha preferito definire la sua creatura una political advocacy start-up che differisce dalla lobby pura e semplice per battersi in difesa non dei propri interessi di parte ma per le categorie meno rappresentate.
Al momento l'unico punto nell'agenda di Human Capital è una politica pro-immigrazione volta a facilitare l'assunzione di ingegneri stranieri nei campus della Silicon Valley, rimasti drammaticamente a corto di risorse umane qualificate. Il gruppo di advocacy avrebbe dovuto fare il proprio esordio lunedì ma qualcosa è andato storto.
GAFFE
Il quotidiano Usa Politico ha però intercettato una email che il responsabile di Human Capital avrebbe inviato ad altri leader dell'industria hi-tech per incitarli ad aderire al progetto. Nella lettera Joe Green incappava in alcuni errori di comunicazione piuttosto rilevanti. Innanzitutto dichiarava che Bill Gates e Marc Andreessen (sviluppatore di Netscape e investitore della Silicon Valley) erano parte del progetto, quando invece la cosa non è stata confermata dai diretti interessati.
Poi, peccato veniale, attribuiva al gruppo il nome Human Capital senza che questo fosse stato approvato ufficialmente. Infine, cosa più grave, enumerava i tre motivi per cui i leader delle aziende tecnologiche avrebbero avuto successo alleandosi: «siamo una forza politica perché controlliamo i canali di distribuzione di massa»; «perché siamo popolari tra gli americani»; «perché siamo ricchi anche a livello personale».
SCUSE
Green si è immediatamente scusato per i linguaggio utilizzato nella email, spiegando che si trattava di una bozza datata. L'esordio del gruppo però è stato rinviato, probabilmente a fine settimana, e, cosa più grave, la gaffe ha attirato su Human Capital l'attenzione nel modo indesiderato. Le polemiche in rete non sono infatti mancate: l'idea che una o più media company si mettano d'accordo per manipolare l'opinione pubblica non fa dormire sonni tranquilli e non aumenta la simpatia dei cittadini né del Congresso.
Mentre alcuni osservatori, come quelli diTechCrunch minimizzano l'accaduto definendolo il solito strumento di adulazione usato per aumentare la stima del gruppo e promuovere messaggi politici. Insomma, si tratterebbe di un linguaggio comunemente usato per motivare e consolidare un gruppo di interesse. Certo un messaggio che di solito non si lascia intercettare dai giornali.
MARK ZUCKERBERGMARK ZUCKERBERG SUDATO A UN RAVE MARK ZUCKERBERG MARK ZUCKERBERG LOGO FACEBOOK IN MEZZO AI DOLLARI
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