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SALVINI - DI MAIO - BERLUSCONI - RENZI
Un programma di governo da far sottoscrivere alla Lega o al Partito democratico, a condizione che Silvio Berlusconi e Matteo Renzi rimangano fuori da tutto. Quando mancano meno di 24 ore all’inizio delle consultazioni del Colle in vista del governo, la prima mossa pubblica è di Luigi Di Maio. Che però, almeno per il momento, cambia di poco la situazione di stallo generale.
Matteo Salvini ha replicato infatti poco dopo su Facebook: “Noi mai con il Pd. Si riparte dal centrodestra, dialogando anche con i 5 stelle ma senza subire veti o imposizioni”. Ira di Silvio Berlusconi: “Chi si crede di essere”, ha commentato con i suoi. Del Pd infine ha reagito per primo il renzianissimo Andrea Marcucci: “Proposta irricevibile”.
Il Capo politico del Movimento 5 stelle, durante l’assemblea congiunta dei parlamentari, ha spiegato il piano che intende presentare al presidente della Repubblica. “Faremo ciò che abbiamo detto in campagna elettorale”, ha detto, “proporremo un contratto di governo come si fa in Germania, ovvero si fa ciò che c’è scritto, quello che non c’è scritto non si fa”.
Una posizione che ribadirà, secondo fonti M5s, anche a “Di martedì” su La7 in onda questa sera. Il veto indiscutibile rimane quello sull’ex Cavaliere, con cui non intendono sedersi al tavolo. Ma pure sull’ex segretario dem Matteo Renzi. “Abbiamo mantenuto la parola sulle Camere”, ha precisato con i suoi, “e vogliamo raggiungere il risultato, ma non siamo pronti a farlo a qualsiasi costo”.
Nonostante la proposta però, sembrano al momento poche le possibilità di sbloccare la situazione. Gli ha risposto poco dopo su Facebook Matteo Salvini: “A differenza dei 5 Stelle, la Lega esclude qualsiasi alleanza di governo col Pd bocciato dagli italiani. La coalizione che ha preso più voti è quella di centrodestra e da questa si riparte, dialogando anche con i 5 Stelle ma senza subire veti o imposizioni”, ha scritto su Facebook.
Da una parte i democratici continuano a essere spaccati tra chi sarebbe disposto a un confronto e chi invece continua ad arroccarsi sull’idea dell’Aventino a tutti i costi. Dopo le ultime dichiarazioni di Di Maio, il primo a intervenire è stato il capogruppo dem al Senato Andrea Marcucci: “Il Pd”, ha dichiarato, “coerentemente con le decisioni assunte in direzione, dirà al presidente Mattarella che non siamo disponibili ad alcun governo che abbia Di Maio o Salvini come premier. La proposta del leader 5 stelle è ovviamente irricevibile”.
Gelo naturalmente dal fronte di Forza Italia, dove si teme che la già poco compatta coalizione di centrodestra possa spaccarsi al secondo giro di consultazioni. “Di Maio”, ha detto la capogruppo azzurra alla Camera Maria Stella Gelmini, “dimostra scarsissima cultura istituzionale perché Berlusconi non ha bisogno di legittimazioni da lui essendo stato in questi anni votato da milioni e milioni di cittadini. Siamo noi indisponibili a fare un governo con chi dimostra di non aver compreso il ruolo che gli elettori gli hanno attribuito”.
Stessa linea della vicepresidente Fi a Montecitorio Mara Carfagna che ha ribadito la compattezza della coalizione: “Forza Italia rappresenta quasi 5 milioni di elettori ed è il cuore della coalizione di centrodestra che ha vinto le elezioni. Non sarà Di Maio a dividere ciò che gli elettori hanno unito. Diciamo ‘no’ a veti e a egoismi che rappresentano un infantilismo politico. Qualunque soluzione di governo che escluda Forza Italia o il centrodestra rappresenterebbe un tentativo di calpestare la volontà democratica e sarebbe inaccettabile perché ignorerebbe la volontà di qualche milione di elettori. I veti del M5s sono inaccettabili”.
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