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1. ZINGARETTI A DI MAIO: ''LA PIAZZA È UN ERRORE''
Nicola Zingaretti Luigi Di Maio Giuseppe Conte
«Giudico questa iniziativa un errore, invito Di Maio a guardare al futuro e a come questo governo può trovare una prospettiva politica». Il segretario del Pd Nicola Zingaretti prende le distanze dall’ex capo politico del Movimento 5 Stelle, Luigi Di Maio, che ieri ha annunciato la sua partecipazione alla manifestazione organizzata a Roma il prossimo 15 febbraio dallo stesso M5S per dire no alla retromarcia sui vitalizi.
Il «ritorno» di Di Maio
Quello del ministro degli Esteri è stato il primo intervento di politica pura dopo le sue dimissioni da capo politico del Movimento, annunciate due settimane fa a pochi giorni dal voto per le regionali in Emilia Romagna. E il botta e risposta a distanza tra lui e Zingaretti segna una sorta di ritorno al passato della politica, quando i due partiti non facevano parte della stessa maggioranza ma uno era al governo e l’altro all’opposizione.
La richiesta di un chiarimento
«Chiedo un chiarimento al M5S» dice ancora Zingaretti, intervistato nel corso della trasmissione Circo Massimo su Radio Capital. «Decidete cosa volete fare rispetto a questo governo, altrimenti nessun problema è risolvibile». E all’orizzonte già si intravede un altro vertice per calmare le acque.
«Conte leader del centrosinistra»
«Conte punto di riferimento dei progressisti? Ne sono assolutamente convinto. Credo che il dibattito che si è aperto in Italia è figlio anche di una sua scelta di campo, di collocarsi chiaramente in un fronte. È il premier di un governo di centrosinistra. Non era scontato, tanti nel M5S questa collocazione non la prendono perché non la condividono», ha detto Zingaretti.
vito crimi reggente del m5s by osho
2. SCONTRO SU RITORNO VITALIZI MA CALIENDO SI ASTERRÀ - I 5 STELLE CHIAMANO LA PIAZZA MA TEMONO IL VOTO IN COMMISSIONE
Francesca Chiri per l'ANSA
Si riposizionano i fronti di guerra attorno ad una delle norme "anticasta" targate 5 Stelle. Il possibile colpo di spugna sulla cancellazione dei vitalizi ai senatori offre infatti al Movimento una nuova arma strategica per ricompattare eletti ed elettori 5S attorno ad una battaglia condivisa. E la convocazione della piazza per il 15 febbraio per protestare contro "il ritorno dell'Ancien Regime" sembra aver convinto l'opposizione a cambiare strategia. Finito nel mirino dei 5 Stelle per il suo "conflitto di interessi" nella Commissione che deve decidere sul ricorso fatto da un gruppo di senatori contro il taglio dei vitalizi, il Presidente Giacomo Caliendo annuncia infatti a sorpresa un suo passo indietro.
"Pur non avendo nessun problema di conflitto di interessi, ho raggiunto la decisione di astenermi da quel processo: lo faccio per difendere il Senato e i principi dell'autodichia che sarebbero messi in forse da iniziative che crescono per impedire che sia assunta una decisione corretta con le regole del diritto e non con la forza della maggioranza" annuncia in Aula il senatore. La sua marcia indietro arriva dopo giorni in cui era finito sotto il fuoco di fila del M5s. "Caliendo avrà il vitalizio quando smetterà di fare il senatore. Cioè una persona totalmente in conflitto di interesse", lo attacca Luigi Di Maio. Ed anche il capo politico Vito Crimi e la vicepresidente del Senato Paola Taverna sono sul piede di guerra chiamando le "truppe" pentastellate a protestare in piazza.
nicola zingaretti giuseppe conte
"Chiedo di tornare a far sentire la nostra voce, tutti insieme. "Facciamo sentire la voce di un popolo che è stanco di regalare Poltrone e pensioni a vita a vecchi politici di professione", tuona Crimi mentre Taverna chiama a raduno "l'esercito di cittadini con gli elmetti". La decisione di Caliendo di astenersi arriva, si dice, dopo una lunga riflessione dettata soprattutto per i pesanti "attacchi personali".
Ma ai 5 Stelle non basta. "E' tardi Caliendo, è tardi! Avresti dovuto rinunciare fin dall'inizio, senza guidare quella commissione che deve essere azzerata per dare al giudizio le necessarie serenità e indipendenza", mette in chiaro il sottosegretario ai rapporti con il Parlamento Gianluca Castaldi. D'altra parte ai 5 Stelle l'astensione di Caliendo non basta a scongiurare il rischio del colpo di spugna sui vitalizi. Con la sua astensione si dovranno infatti esprimere sulla relazione di chiusura della Contenziosa gli altri due componenti - il vicepresidente leghista Siomone Pillon e la componente titolare, la pentastellata Alessandra Riccardi - ma anche i due componenti titolari per i ricorsi.
E cioè l'ex magistrato Cesare Martellino e l'avvocato Alessandro Mattoni, due "tecnici" nominati dalla presidente della Camera. Per bloccare l'istruttoria sugli oltre 700 ricorsi degli ex senatori contro il ricalcolo degli assegni i 5 stelle si erano già mossi a novembre quando la titolare Elvira Evangelista e il "supplente" Francesco Castiello si erano dimessi proprio per bloccare i lavori della Commissione (l'organismo in caso di dimissioni deve ricominciare l'esame del caso). Ora la Camera di consiglio e quindi la sentenza è prevista per il prossimo 20 febbraio.
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