RIUSCIRÀ SALVINI A RITROVARE LA FORTUNA POLITICA MISTERIOSAMENTE SCOMPARSA? PER NON PERDERE LA…
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Foto di Ferdinando Mezzelani per Dagospia
Lorenzo Vendemiale per il “Fatto quotidiano”
Le gare per i grandi eventi, ma anche gli acquisti più semplici, i materiali, le utenze. E persino gli impianti del maxi-progetto renziano "Sport e periferie", roba da centinaia di milioni. Passerà tutto da Sport e Salute spa, la nuova società creata dal governo per togliere soldi e potere al Coni di Malagò (ma evidentemente non solo a lui). Una specie di Consip dello sport, qualcosa che assomiglia sempre più a un vero e proprio ministero. E che risponde direttamente al sottosegretario leghista Giancarlo Giorgetti, tramite l' ex manager Alitalia Rocco Sabelli, da lui scelto per guidarla.
La Lega mette le mani sugli appalti sportivi. Lo fa grazie a un emendamento firmato dal senatore Claudio Barbaro, altro uomo forte del Carroccio sullo sport (è presidente Asi, uno dei principali enti di promozione) e inserito nello Sblocca cantieri.
Ci aveva già provato a marzo alla Camera, ma la norma era stata stoppata dal M5S per "questioni politiche". Stavolta gli alleati si sono convinti, o semplicemente dopo le Europee è diversa la situazione. L' emendamento è stato approvato in aula.
"Al fine di ottimizzare le procedure di affidamento e razionalizzare la spesa", prevede di assegnare a Sport e salute la qualifica di "stazione appaltante", e soprattutto di "svolgere attività di centralizzazione delle committenze per conto delle amministrazioni o enti aggiudicatrici operanti nel settore dello sport". Se il primo punto conferma e amplia il ruolo che già svolgeva in passato Coni servizi (di cui Sport e salute ha preso il posto), il secondo è una rivoluzione: significa che tante gare che fino ad oggi venivano effettuate singolarmente dalle varie Federazioni, in futuro potranno essere fatte dalla società che fa capo a Palazzo Chigi.
Nell' ultima versione è entrato pure un comma che toglie al Coni il progetto "Sport e periferie", il grande piano di ristrutturazione degli impianti che il governo Pd aveva deciso di affidare a Malagò (anche per aggirare gli enti locali e il codice dei contratti) e per cui è stato stanziato complessivamente quasi mezzo miliardo (con risultati altalenanti).
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A parte l' ennesima botta al Comitato olimpico, il principio della norma è semplice: centralizzare, in teoria, vuol dire risparmiare le spese: circa il 10%, secondo prime stime, soldi da reinvestire nello sport, una buona notizia per il settore.
Così però la partecipata governativa gestirà tutti gli appalti per i grandi eventi: gli Internazionali di tennis e presto le Atp Finals, Piazza di Siena, magari le Olimpiadi 2026 (se Milano-Cortina se le aggiudicheranno). Non solo. Potrebbero finire nelle sue mani anche gli acquisti più semplici, i materiali, le attrezzature e gli arredi, persino le risme di carta.
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Tanto potere, tanti soldi. Basti dire che il conto aggregato delle Federazioni sfiora i 750 milioni di euro di spesa l' anno. Ovviamente non tutti se ne vanno in acquisti centralizzabili, ma una buona fetta verrà gestita diversamente, come minimo decine di milioni. Centinaia, con Sport e periferie.
Il Coni perde un altro pezzo (il piano milionario caro all' ex ministro Lotti) ma stavolta non è l' unico a uscirne ridimensionato. Se alcune risorse saranno usate dal governo, significa che per forza di cose ne arriveranno meno alle Federazioni. Fino ad oggi gestivano autonomamente i loro fondi, scegliendo cosa comprare, come e da chi. Domani riceveranno merci e beni già acquistati. Paradossalmente, la Lega realizza un progetto già ipotizzato proprio dalla vecchia dirigenza di Coni servizi. Di recente lo aveva auspicato anche la Corte dei Conti, che nell' ultima positiva relazione sulla società invitava a "valutare la possibilità di centralizzare ulteriori servizi". Detto, fatto.
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Tante Federazioni avevano esultato nel vedere il Coni depotenziato (e depauperato) dal governo: pensavano che così avrebbero avuto maggiore libertà. Forse si sbagliavano: prende tutto la Lega.
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