DAGOREPORT – DANIELA SANTANCHÈ NON È GENNARO SANGIULIANO, UN GIORNALISTA PRESTATO ALLA POLITICA…
1 - PALAMARA ADESSO SFIDA DAVIGO «SPIEGHI IL DIETROFRONT SU VIOLA»
Luca Fazzo per "il Giornale"
«Secondo la mia visione a Roma doveva arrivare un procuratore che non provenisse dall' esperienza professionale romana. Io e Davigo già da marzo pensavamo che Marcello Viola fosse la persona più adatta».
A parlare, interrogato il 3 novembre dai difensori di Luca Palamara, è Sebastiano Ardita: all' epoca dei fatti braccio destro di Davigo nella guida di Autonomia e Indipendenza, la corrente fondata dall' ex pm.
È un verbale che racconta bene quanto e perché Davigo fosse deciso a portare Viola alla Procura di Roma. Ma non spiega perché, dopo l' esplosione del caso Palamara, Davigo fece retromarcia, abbandonò Viola e votò Michele Prestipino: ovvero l' unico candidato che lavorava già a Roma, esattamente il contrario del criterio che aveva portato a votare Viola.
Ora che il Tar del Lazio ha annullato la nomina di Prestipino e ha ordinato al Consiglio superiore della magistratura di rifare tutto, la ricostruzione del dietrofront di Davigo sarebbe interessante per capire le dinamiche che hanno attraversato la lotta tra le correnti del Csm intorno alla scelta del procuratore di Roma.
Ed è una ricostruzione che inciderà anche sulla sorte di Palamara, che per le manovre intorno a quella nomina è stato radiato dalla magistratura, ma che si prepara a ricorrere in Cassazione per riottenere la toga. Se tutti tramavano intorno a Roma, dirà Palamara, perché devo andarci di mezzo solo io?
Oltretutto la sentenza del Tar del Lazio dice che il candidato sostenuto da Palamara e da Davigo (ma anche dal Pd e persino dal Quirinale), ovvero Viola, aveva tutti i numeri per aspirare alla carica.
A questo si riferisce Palamara, quando l' altro ieri invita Davigo a spiegare «ai magistrati e agli italiani» il perché della retromarcia. «Mi chiedo ancora oggi se fu una sua autonoma scelta», dice Palamara.
In attesa della risposta di Davigo, qualche lume può venire dai verbali della quinta commissione del Csm. A maggio del 2019, Viola prende i voti di Davigo, del togato di destra Lepre e dei consiglieri grillino e leghista, Gigliotti e Basile. La sinistra vota il procuratore di Palermo Lo Voi, mentre Unicost, la corrente di Palamara, vota il procuratore di Firenze Giuseppe Creazzo.
marcello viola procuratore generale firenze
Il mese dopo, esplode il caso Palamara.
Viola non c' entra niente, non è indagato, il suo numero di telefono non compare nelle chat, Palamara non lo ha votato. Ma l' occasione per farlo fuori è troppo ghiotta. Davigo, si dice anche su pressione di Area, la corrente di sinistra, lo scarica.
Ma le sorprese non sono finite. Francesco Lo Voi, che pochi mesi prima era il candidato della sinistra, viene bruscamente abbandonato. In commissione il consigliere di Area si astiene, in plenum la sinistra converge a sorpresa sull' outsider Prestipino che diventa procuratore.
Cosa è accaduto nel frattempo? Che anche contro Lo Voi sono entrati in funzione quelli che Palamara chiama i «cecchini», gli spargitori di veleni contro i candidati troppo forti. Un bel mondo.
2 - DUELLO SULLA PROCURA, PALLA AL CSM PRESTIPINO IN POLE PER RICONFERMA
Liana Milella Maria Elena Vincenzi per "la Repubblica"
Il Tar del Lazio ha bocciato la nomina di Michele Prestipino al vertice della procura di Roma, ma al Csm fonti autorevoli rivelano che potrebbe prevalere la linea di riconfermare la sua nomina, e anche in tempi stretti. Per la semplice ragione che un ufficio importante come quello di piazzale Clodio non può restare acefalo.
Il rischio è concreto, in quanto le sentenze del Tar, una volta notificate, diventano subito esecutive. E sia il procuratore generale di Firenze Marcello Viola, sia il capo della procura di Palermo Franco Lo Voi - i cui titoli per il Tar sarebbero prevalenti su quelli di Prestipino per la qualifica (lui procuratore aggiunto, loro già procuratori) e per l'esperienza in tema di mafia - potrebbero chiedere di eseguire le sentenze immediatamente.
Quasi fosse una maledizione, al Csm si riapre il destino della procura di Roma che è già costato all'ex pm Luca Palamara la rimozione dalla magistratura. Perché è proprio dalla cena all'hotel Champagne - dove il 6 maggio 2019 Palamara trattava con due politici del Pd, Luca Lotti e Cosimo Maria Ferri ( lì nella veste di potente toga di Magistratura indipendente) e 5 toghe del Csm la scelta del futuro procuratore - che bisogna partire per capire come si arriva a Prestipino.
sergio mattarella e mario draghi
Il 23 maggio 2019 la commissione per gli incarichi direttivi del Csm sceglie Viola. Per lui 4 voti su 6, uno a Lo Voi e uno a Creazzo, il procuratore di Firenze di cui il Tar boccia il ricorso.
Scoppia il caso Palamara, diventano pubbliche le chat, emergono i dettagli dell'hotel Champagne, si blocca la nomina del procuratore di Roma su cui si torna solo il 4 marzo 2020, quando il plenum sceglie Prestipino, il procuratore aggiunto che, dal pensionamento di Giuseppe Pignatone (l'8 maggio 2019) ha retto la procura.
Viola, Lo Voi e Creazzo scompaiono dai radar. Vince il candidato che ha presentato il miglior progetto di lavoro, è già aggiunto, lo è stato a Reggio Calabria e Palermo, conosce perfettamente la criminalità romana. Ma al Tar non basta. Per i giudici amministrativi i titoli di Viola e Lo Voi sono più forti. E poi il Csm non ha motivato a sufficienza la nomina di Prestipino, e non ha spiegato perché ha accantonato Viola.
Adesso il Csm - dove l'ufficio studi, in prima istanza, riesaminerà il caso - potrebbe rimettere in sella Prestipino spiegando meglio perché privilegia lui a discapito degli altri due. In alternativa, se su questa via non si dovesse formare una sufficiente maggioranza, resta il ricorso al Consiglio di Stato.
Ai giudici di palazzo Spada - cui potrebbe rivolgersi anche Prestipino - il Csm dovrebbe chiedere la sospensione cautelare delle sentenze del Tar, così da consentire al procuratore di Roma di restare al suo posto in attesa della decisione finale.
La sentenza del Tar ha rimesso in gioco Viola e Lo Voi che ambiscono a guidare piazzale Clodio Adesso sarà l'ufficio studi di palazzo dei Marescialli a dover affrontare la questione.
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